tappe
N.52 Settembre 2024
A Creazioni migranti la vita si cuce (e si ricuce) con filo e sorriso
Dietro al Duomo di Cremona c'è uno spazio «di incontro dove si intreccia la creatività con la storia delle persone», dove gonne, gilet e borse sono opera di ragazze con storie travagliate alle spalle che qui trovano amicizia e speranza
“Riparare. Ricucire. Correggere il destino, quando era possibile. Serviva vocazione, serviva l’ambizione folle di diventare ciò che a una donna veniva ripetuto di non poter essere”. Questa frase, tratta dal celebre romanzo di Ilaria Tuti, Come vento cucito alla terra, sembra perfetta quando varchi la soglia di quel laboratorio/negozio che è Creazioni migranti in via Bonomelli 11 a Cremona.
Si assapora subito il valore della resilienza, di chi, tappa, dopo tappa, risale la china di un destino amaro, per risanare con ago e filo la ferita della vita.
È uno spazio dietro al duomo dove è possibile cucire drammi interiori, cucire abiti dai colori allegri, sempre con il sorriso sulle labbra, magari un sorriso dolce, gentile ma fermo come quello di Elisa Rigolli, educatrice Cosper, che crede in questo progetto insieme ad una serie di volontarie e di donne che con le mani, dimostrano a sé e al mondo che c’è la speranza.
«Abbiamo organizzato – spiega Elisa – uno spazio di incontro per creare relazioni, dove si intreccia la creatività con la storia delle persone». Il brand è Creazioni migranti e le produzioni in vendita, gonne, gilet, borse, elastici per capelli, custodie per libri… sono opera di ragazze con storie travagliate alle spalle. Qualcuna viene dal Focolare Grassi, qualcun’altra da diverse realtà che offrono aiuto per ripartire, per ricrearsi vite nuove. «Abbiamo cominciato con uno spazio dedicato al cucito dentro la comunità del Focolare, per poi allargare il progetto ad ospiti di diverse strutture». E lo scorso anno a maggio è nato un negozio che in realtà è un laboratorio sempre aperto «per creare intrecci tra persone comuni che hanno voglia di imparare a cucire, ma anche ospiti di progetti per persone con fragilità».
«Cucendo piccole cose, una bustina, una gonna…
emergono la potenza e la bellezza del fare con le mani;
del poter dire sono capace di creare qualcosa di bello».
Da questi incontri nascono nuove relazioni «in una dimensione conviviale, piacevole».
Mentre Elisa ci mostra il locale arredato con motivi africani, tavoli e sedie dal colore caldo del legno, stoffe dalle tinte solari e disegni appesi alle pareti che fanno pensare, dietro le quinte Philomene, 19 anni, con la sua lunga chioma ben curata, è piegata sulla macchina da cucire. Sorride ma non smette di lavorare. «Cucire mi piaceva anche in Costa D’Avorio, poi qui ho imparato molto». Il suo colore preferito è il blu, colore del mare, del cielo, dei sogni che viaggiano con il vento della giovinezza tra le mani. Dalle sue parole un po’ francesi e un po’ italiane si legge riservatezza, ma anche soddisfazione per un tirocinio presso Creazioni Migranti che le occupa testa e mani per 20 ore la settimana. È in lei che prendono forma le parole di Elisa: «Cucendo piccole cose, una bustina, una gonna… emergono la potenza e la bellezza del fare con le mani; del poter dire sono capace di creare qualcosa di bello».
Un’attività curativa, per tutti. Per qualcuno una tappa della vita da cui riprendere il largo. Ottobre è già denso di appuntamenti con proposte di corsi di cucito base e avanzato (si veda @creazionimigranti su Instagram). «Utilizziamo spesso materiali di recupero, pezze industriali provenienti da circuiti virtuosi – continua Elisa – e tessuti Wax», termine che nel mondo fashion indica un tessuto dai colori sgargianti provenienti in genere dall’Africa. Oltre al cucito sono in programma anche iniziative di arteterapia. Nei mesi scorsi con Marina Olivieri ci si è tuffati nell’acquerello giapponese, da cui sono uscite creazioni stimolanti tanto quanto le immagini, appese alle pareti, dell’illustratrice Alessandra Belloni, anche lei collaboratrice del progetto. Il filo rosso è comunque sempre lo stesso: creare in compagnia, liberando mente e anima da preoccupazioni.
Ora le energie sono tutte concentrate sulla realizzazione della linea autunno-inverno, pensata e progettata da Martina Rizzieri con la quale è nata una collaborazione perché questa “sartoria sociale” possa incuriosire i cremonesi che passeggiano dietro il duomo. E chissà trasformare un momento di shopping in un’occasione per conoscersi.