studio
N.60 maggio 2025
Così Chiara ci colora ancora la vita
La storia di Chiara Galimberti è un abbraccio che avvolge e un amore che si propaga, dalle pagine di un libro scritto da papà Gianluca e illustrato da Giulia Cabrini, dal palco di un teatro e dalle relazioni tra chi l'ha conosciuta e chi continua oggi ad incontrarla

“Vorrei chiederti, amore mio, che cosa raccoglievi per terra? Quale oggetto prezioso che io non vedevo e gli altri neppure? E poi lo offrivi a una persona che stava di fronte a te, anche questa, invisibile agli occhi. Cercare, trovare, scovare, scoprire, conservare, condividere e poi donare ciò che non è visibile agli occhi a chi, a sua volta, non è visibile agli occhi degli altri… Non è poi questo lo stupore? Non è questo il mistero? Non è questo amare?”
Tratto da “Una storia Chiara – Amare di più”, di papà Gianluca
Ci sono emozioni difficilissime da raccontare e dolori talmente forti che, forse, si possono almeno in parte sopportare in un unico modo. Per farlo occorre diventare un po’ maghi e un po’ alchimisti, per trasformare quel fiume di lacrime che si ostina a scorrere in un lago di speranza, di amore e di bellezza, dove fermarsi a guardare il tramonto e a riposare fino ad un’alba nuova, piena di luce e di profumi.
Un’alchimia che spesso sembra impossibile, ma che in questa bellissima storia sta trovando la sua strada grazie al coraggio di Gianluca, Anna e della loro famiglia, che stanno pian piano trasformando il dolore per la perdita di Chiara in un gigantesco abbraccio.
Un afflato che, sin dall’inizio, è andato ben oltre il perimetro della famiglia e degli amici più stretti, ma che ora sta travolgendo tantissime persone, unendole in un progetto meraviglioso che inizia da un libro e che continua in una sinfonia di attività, eventi, momenti di aggregazione e di festa.
«Una storia Chiara è certamente la storia di Chiara Maria, dono immenso e luce che ha illuminato e illumina di senso la nostra vita e quella di chi l’ha conosciuta», ci racconta Gianluca Galimberti, papà di Chiara, in occasione dello spettacolo che è stato messo in scena al Cinema Filo di Cremona dal 5 al 7 maggio, riempiendo la sala per ben quattro recite. «Questa è però anche la storia di tanti altri – prosegue Galimberti – e l’abbiamo già visto durante i momenti di presentazione del libro».
Una storia Chiara – Amare di più è il libro in cui papà Gianluca, che si è firmato proprio così, racconta la bellezza della vita trascorsa con Chiara, ricordata non solo con le dolcissime parole del padre, ma anche attraverso i colori delle quaranta emozionanti illustrazioni di Giulia Cabrini presenti nel volume: «Nel libro ho ritratto la sua figura in tante sue sfaccettature, mettendo in risalto la sua personalità vivace e allegra attraverso colori altrettanto accesi e caldi. Non avendo mai avuto la fortuna di incontrare Chiara di persona, mi sono affidata ai racconti, ai ricordi preziosi e ai trascorsi della famiglia, degli amici e delle educatrici. Attraverso loro ho incontrato Chiara e l’ho ricercata in ogni illustrazione».
A mettere in scena tutto questo sulle tavole del Filo, compito enorme e delicato, è stato il fratello di Giulia, Mattia Cabrini, regista, attore e artista poliedrico, insieme alla sua Compagnia dei Piccoli, all’Associazione Giorgia e Il Carrozzone degli Artisti ha dato vita a un racconto poetico, intenso e coloratissimo, che ha commosso ed emozionato. Una riuscita miscela di movimenti, coreografie, monologhi e interazioni che hanno coinvolto in molti modi i ragazzi delle compagnie in azione sul palco.
«Le persone che hanno recitato e dato vita a un gioiello di creatività e narrazione – ci ha detto papà Gianluca – sono artisti che raccontano una vita buona, bella, ricca di senso. Raccontano un modo possibile e fruttuoso di incontrarsi, stare insieme, costruire un presente e un futuro di bene. Senza retorica, stando anche dentro il dolore e la durezza del vivere. Anzi, proprio per questo, raccontano una speranza concreta e bellissima».
Ciò che resta non è il ricordo né la nostalgia, ma una presenza concreta che si muove nelle persone e nelle loro comunità e che è capace di trasformare il dolore in una strada da percorrere e in qualcosa di grande e di bello da costruire, tutti insieme.
Una speranza che dal palco ha accarezzato i visi e asciugato le lacrime degli spettatori, portandoli in un mondo limpido, senza sovrastrutture, fatto di momenti preziosi che chi ha avuto la fortuna di conoscere Chiara ha riscoperto nel bellissimo lavoro di Mattia Cabrini, «che ha trasformato pagine scritte in teatro vivente».
Un’antologia di quadri che i ragazzi delle compagnie coinvolte hanno dipinto in tempo reale per le oltre 700 persone presenti alle quattro recite tenute al Filo.
Le parole di Giulia Cabrini spiegano bene il modo in cui chi non ha conosciuto Chiara ha vissuto questa grande esperienza in teatro e nel libro: «Durante la realizzazione delle mie illustrazioni, ho incontrato Anna e Gianluca regolarmente, quasi ogni settimana, ed è nato un bellissimo rapporto che va oltre l’impegno lavorativo: mi sono trovata coinvolta e pienamente partecipe, con un piccolo senso di responsabilità nel cercare di rendere al meglio l’essenza di Chiara, che tutti ricordano con amore. Alla fine di questo percorso, provo un sentimento di profonda gratitudine nell’essere riuscita, anche se in un modo diverso, a conoscere Chiara».
Ed è proprio questo il segno più tangibile della capacità di Chiara di farsi amare da tutti e di essere al centro di tutto ciò che accadeva, quando lei era presente. Era impossibile non notarla e la sua presenza metteva allegria, creava serenità e aggregazione.
Tutto ciò è però declinato al presente, perché nel libro di papà Gianluca lei c’è. C’è nelle illustrazioni di Giulia, nella recitazione dei molti artisti che hanno messo in scena lo spettacolo al Filo e in tutti i cuori di chi ha partecipato e parteciperà ai momenti e agli eventi che verranno. Chiara è qui, come sempre.
Nei ringraziamenti della famiglia a chi ha reso possibile questi primi passi, che certamente daranno vita a molte altre iniziative e progettualità, c’è un chiaro riferimento al senso più profondo di quanto fatto sinora: «A loro va il nostro grazie profondissimo, perché ci stanno indicando una strada possibile per essere comunità più forti e più ricche di umanità».
Eccolo, allora, il senso vero e profondo di ogni vita, per breve o difficile che possa essere. Quando il modo in cui si vive è intenso, vero, aperto agli altri e pieno d’amore, ciò che resta non è il ricordo né la nostalgia, ma una presenza tangibile, concreta, che si muove nelle persone e nelle loro comunità e che è capace di trasformare il dolore in una strada da percorrere e in qualcosa di grande e di bello da costruire, tutti insieme.
Le opere di Giulia Cabrini saranno esposte fino al 30 maggio nelle sale del Piccolo Caffè Torriani di Cremona, dov’è in corso la mostra delle illustrazioni che hanno dato vita al libro e che hanno accompagnato lo spettacolo, che certamente tornerà a far emozionare e darà vita a nuove iniziative ed emozioni.
Il libro si può trovare a Cremona non solo presso la mostra, ma anche nelle Librerie Timpetill, Il Libraccio, Il Segnalibro, la galleria di Tapirulan. L’offerta libera va alle associazioni Giorgia, Futura, Gruppo Up.
CHI È CHIARA

“Una storia Chiara – Amare di più” è nato un mese dopo la morte di Chiara Maria. Chiara Maria nasce il 7 maggio 2005. È figlia di Anna e mia, Gianluca. È sorella di Marco e Giovanni. È stata una bambina e ragazza normale, bellissima e originale, come tutte le persone possono esserlo. Tra le sue originalità c’era quella di avere la sindrome di Down.
Nei primi anni di vita, con lei abbiamo frequentato per mesi terapie intensive in Italia. Da allora, pur con molte fragilità, ha avuto una vita felice, buona e complessivamente sana. Stava facendo un percorso bellissimo di scuola e amicizie, creatività e affetti. Cresceva con la passione e la voglia di vivere. Il 31 ottobre 2024 ha perso Improvvisamente i sensi durante un’attività di gioia e amicizia insieme al gruppo di teatro. Le cause non sono certe, ma presumibilmente si è trattato di un’aritmia maligna, fenomeno cardiaco imprevedibile e Letale. Dopo un ricovero di tre giorni in terapia intensiva, la morte cerebrale è stata dichiarata il 3 novembre 2024. Ha donato i suoi organi e i suoi tessuti. Ha lasciato un vuoto enorme e uno stupore infinito per il dono che è stata. Ed è ancora.
Gianluca Galimberti, tratto da “Una storia Chiara – Amare di più”