legami

N.56 gennaio 2025

rubrica

Demon Copperhead, vita di brutte storie. «Ma ho conosciuto tanta gente…»

Nel romanzo di Barbara Kingsolver, come un novello David Copperfield, Demon diventa grande nelle maglie del sistema affidatario americano e crea legami che lo segneranno, nel bene e nel male, per tutta la vita

La vita a volte è più dure che altre, a qualcuno richiede più fatica, mette davanti più prove. Demon, il protagonista di questo romanzo, ci racconta la sua, di vita. Una vita fatta difficile fin dalla nascita e che lo porta a percorrere sentieri bui. Come un novello David Copperfield, Demon diventa grande nelle maglie del sistema affidatario americano e crea legami che lo segneranno, nel bene e nel male, per tutta la vita.

La sua mancata vittoria in merito a quella cosa intelligente era stata una battuta d’arresto, ma nei momenti migliori era sempre lei a dirmi che dovevo cominciare a dare fiducia alla corsa selvaggia, e intendeva la vita o chissà che altro. Perché non è proprio sempre un casino totale, alle volte ti concede anche qualcosa.

Abbiamo provato a immaginare che cosa Demon Copperhead, il protagonista dell’omonimo romanzo, avrebbe detto pensando alla parole legami.

Prima di tutto, sono nato. C’era una discreta folla ad assistere all’evento e, come sempre, è tutto quello che ha fatto: il grosso del lavoro è toccato a me, dato che mia madre era per così dire fuori combattimento. È di una ragazzina di diciotto anni che stiamo parlando. È così che è cominciata la mia vita, un ostaggio viscido e iridescente come un pesce, che raccattava polvere dalle piastrelle in pvc mentre si dimenava e dibatteva perché ancora imprigionato in quel sacco in cui galleggiano i bambini prima di nascere. Chiaramente nessuno me l’ha spiegata così, mrs Peggot mi ha solo detto che era passata a vedere come stava mia madre prima di uscire con suo marito, mr Peggot, che la aspettava sul furgone. Lei a mr Peggot urlò di chiamare il 911 perché quel povero bambino era in bagno che cercava di uscire da un sacco a forza di pugni. Come un piccolo pugile bluastro. Testuali parole. I Peggot erano i vicini di casa di mia madre e i proprietari della casa mobile dove abitavamo. Erano così vecchi da avere un nipote, Maggot, che abitava con loro mentre sua mamma si concedeva una lunga vacanza al penitenziario femminile di Goochland. Brutta storia, io ve lo dico. Insomma i Peggot, e mia madre, furono la mia prima famiglia. Volevo loro molto bene, non c’è che dire. Certo non ero uno di quei bambini che abbracciava baciava e urlava smancerie dalla finestra, ma avrei fatto di tutto per loro. Per mia mamma in un certo senso ho fatto di tutto. Tutto inutile, comunque. Altra brutta storia.

Diciamo pure che la mia è stata una vita di brutte storie. Però ho conosciuto tanta gente, qualcuno gentile, come gli Armstrong, che erano professori della scuola che frequentai, e qualcun’altra meno, come Creaky che ci menava a cinghiate e ci faceva lavorare nella sua coltivazione di tabacco. Altri che mi rimasero amici dall’inizio alla fine, come Tommy e Angus, e altri ancora che alla fine si rivelarono veramente degli str…

Quando ero più piccolo, ero proprio un bambino, pensavo che i legami non valessero proprio il gioco. Ogni volta che mi affezionavo a qualcuno questo poi si rivelava un traditore. Come miss Barks, una delle mie assistenti sociali, che era tanto carina e poi si è messa a studiare per diventare insegnante e guadagnare di più. Scaricato per un po’ di soldi. Già me la sento la voce di mrs Armstrong: guarda che i legami sono importanti, nessuno si può salvare da solo.

Peccato che io non sono riuscito a salvare proprio nessuno. Che chi si è legato a me davvero poi è finito male. E io? E a me chi ha salvato? Va beh questo non ve lo dico.

Però Mrs Armstrong ha avuto ragione. Ragione da vendere. Da solo non sarei andato da nessuna parte. Da solo mi sa che stavo ancora là a tirare pugni steso sul pavimento. Da solo quella volta che mi sono ritrovato derubato e affamato in mezzo alla strada lì sarei crepato. Da solo mica avrei potuto raccontarla la mia storia. O comunque ne avrei raccontata una decisamente diversa.

in collaborazione con @poitelopresto


SCHEDA

Questa è la storia di un ragazzo che tutti chiamano Demon Copperhead, un eroe dei nostri tempi. Un ragazzo che può contare solo sulla bella faccia ereditata da suo padre, una criniera di capelli color rame, lo spirito aguzzo e il vizio di sopravvivere. Il suo esordio nell’universo – mamma di diciott’anni che partorisce sola con una bottiglia di gin, anfetamine e oppioidi –, in una casa mobile sperduta negli Appalachi meridionali, dà il la a ciò che verrà dopo. Demon inizia la sua corsa a perdifiato attraverso la vita, sfreccia per le selve oscure dell’affido, del lavoro minorile, delle scuole fatiscenti, fino al sogno, e poi all’ebbrezza del successo atletico, con la conseguente caduta nella dipendenza. Nel mentre, si ossessiona con gli eroi della Marvel, si disegna i suoi fumetti riempiendoli di cattivi veri, si inerpica per le vette vertiginose del grande amore e sprofonda nel dolore straziante della perdita. Attraverso tutto questo, Demon deve combattere, armato del suo caustico umorismo e poco altro, contro la propria invisibilità in un mondo dove persino i suoi amati supereroi hanno abbandonato le terre selvagge per la città… (neripozza.it)

Autore: Barbara Kingsolver
Editore: Neri Pozza
Traduzione: Laura Prandino
Anno: 2023