studio
N.60 maggio 2025
Kohlhaas, intrecci di giustizia tra le mani dei ragazzi
Il progetto del Liceo Artistico ispirato dal racconto portato in scena al Ponchielli (e in tutto il mondo) da Marco Baliani

È una cavalcata nel recinto del cuore. Una corsa al galoppo attraverso i secoli in cerca della Giustizia. La storia del commerciante di cavalli brandeburghese Michael Kohlhaas è una vicenda reale che risale al 1500 e che lo scrittore tedesco Heinrich von Kleist ha trasformato nel 1810 in un racconto.
Una narrazione dalle pieghe oscure che mette al centro della scena il concetto di legalità e il valore della giustizia.
Sul palcoscenico dell’esistenza la giustizia può farsi dramma personale e collettivo e l’attore Marco Baliani lo ha ben raccontato dal 1989 ad oggi per 1.100 volte (un numero che lascia sbalorditi) sui palchi dei teatri di tutto il mondo. Anche perché la potenza di questa pièce, interpretazione libera del testo di von Kleist, sta tutta nel racconto: sul palco c’è solo Baldani e una luce puntata su di lui per più di un’ora.
Questa energia che sprigiona la vicenda di Kohlhaas ha travolto anche i ragazzi della 3°B, 4°B e 5° A (indirizzo scenografia e grafico) del Liceo Artistico di Cremona. Una materia complessa si è trasformata, dopo un lungo studio accompagnato da tanto lavoro pratico, in una installazione che a fine febbraio è rimasta per due settimane presso il Ridotto del teatro Ponchielli (mentre era in tabellone lo spettacolo di Baliani) e poi è stata sistemata a maggio (in versione un po’ ridotta) presso lo spazio “It’s hard noise” in piazza delle tranvie 6/7.
La collaborazione con il teatro cittadino si è fatta studio e ricerca: «Abbiamo lavorato due mesi – spiega il prof. Ferdinando Ardigò, coordinatore del progetto – divisi in gruppi dopo aver affrontato il tema della giustizia che emerge dalla storia. A ciascun gruppo sono stati forniti riferimenti iconografici o idee da cui partire per una rielaborazione». Tra progetti, bozzetti, creazioni di dimensioni piccolissime e di formati giganti, il materiale che ne è uscito in vista dell’installazione è stato parecchio. Poi si è proceduto ad una selezione.
«Un pannello – spiega ancora Ardigò – è ispirato alle figure di Picasso e a Guernica: si tratta di un graffito che racconta la storia>. Nel pannello, che presso il Ponchielli si trovava proprio nell’atrio del teatro, è riconoscibile il barone von Tronka, il re a cavallo e poi le città messe a ferro e fuoco in cerca di una Giustizia mai raggiunta prima, seguendo la legge, e perpetrata poi con la violenza del giustiziere. E poi la fine amara di Kohlhaas e la sua condanna ineluttabile è la chiusura di un’opera grafica che fa molto pensare. «Altre installazioni sono inspirate all’artista Christian Boltanski», prosegue Ardigò. «Figure tragiche prendono forma attraverso ombre e ambigui presagi».
Tra luci e ombre si stagliano le figure di uomini armati, cavalieri, carrozze, castelli e città, cervi, rami di alberi che intrecciano vite segnate dal dolore. E poi una grande mano, dove un indovino (forse Lutero?) legge il tragico destino di uomo che per la giustizia perderà la vita.
Tra legno, cartone, fil di ferro, pannelli, luce bianche e rosse emerge una questione contemporanea. «Oggi nel mondo – commenta David Comerzan, alunno di 4C – si verificano ancora ingiustizie pesanti. Lavorando a quest’opera non ho potuto che pensarci». Conferma una sua compagna di classe Elisabetta Anselmi: «La storia di Kohlhaas è giusto che venga fatta conoscere perché è un monito per gli uomini di oggi». Le questioni morali, i forti interrogativi etici di quanto si possa e fino a che punto si debba cercare con ogni mezzo la giustizia hanno fatto da sfondo ad un lavoro creativo che l’attore Baliani definisce «molto maturo per dei giovani perché dimostra la volontà di ricerca storica e artistica che si è tradotta in un lavoro che mi ha stupito e che ho apprezzato».