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N.60 maggio 2025

CULTURA

La bellezza salverà il mondo. Ma chi salva la bellezza?

In un convegno promosso dal club Soroptimist di Cremona un'interessante riflessione sulle sfide della conservazione e della tutela del patrimonio artistico e del ruolo fondamentale del volontariato culturale, con Italo Vincenzo Scaietta, presidente della Federazione italiana delle Associazioni Amici dei Musei (Fidam)

Una sala del Museo Diocesano di Cremona

È noto a tutti il potere salvifico della bellezza. Come lo è la celebre frase di Fëdor Dostoevskij, tratta dal romanzo L’idiota: “La bellezza salverà il mondo”. Ma non tutti si domandano: “Chi salverà la bellezza?”.

O meglio chi se ne farà carico e la indicherà a chi non riesce a vederla? Chi preserverà quel patrimonio di bellezza, per esempio, che l’Italia e il mondo conservano nelle opere d’arte?

Il tema non è semplice da affrontare ma un buon numero di persone non solo ne discute e studia ma addirittura a livello locale decide di offrire la sua opera di volontariato perché le istituzioni non restino sole in questa opera titanica. «Se vogliamo dare un futuro ai nostri patrimoni e affidarlo alle future generazioni è inimmaginabile che le sole istituzioni se ne possano fare carico. Il patrimonio è troppo esteso», ha confermarlo è Italo Vincenzo Scaietta, presidente della Federazione italiana delle Associazioni Amici dei Musei (Fidam) nonché presidente del World Federation Friends of Museums (WFFM).

Venuto a Cremona su invito del Soroptimis Club, ha raccontato una storia fatta di mani e menti che sanno pianificare eventi, organizzare incontri, sensibilizzare al valore dell’arte, coordinare iniziative internazionali perché nulla vada perso del bello che abbiamo ereditato. Il patrimonio culturale non vive di ricordi ma di persone che se ne prendono cura recitava il titolo dell’evento svoltosi non a caso presso la sede della Fondazione Città di Cremona (che vanta una prestigiosa collezione artistica che nel tempo è andata accrescendosi).

«Fidam – spiega Scaietta – nasce nel 1975 a Firenze con l’intento di unire, coordinare e mettere in rete le associazioni di Amici dei Musei in cui si può ritrovare la più antica forma di volontariato culturale organizzato esistente al mondo». E l’orgoglio italiano si fa vanto quando le date parlano di un anticipo della nascita di Fidam rispetto alla WFFM nata a Bruxelles. Evidentemente i tempi erano maturi visto che nello stesso anno nasce anche il Fai e 2 anni più tardi l’Associazione Dimore storiche. «Era una presa di coscienza – aggiunge Scaietta – dell’importanza sociale della tutela del patrimonio culturale pensato come un mezzo per la crescita sociale».

La tavola di San Facio presso il Museo diocesano, restaurata grazie al contributo di Soroptimist

Dagli anni ’80 in poi il volontariato culturale è sempre più in ascesa e Fidam (che aderisce a WFFM) diversifica le sue attività che vanno dalla sensibilizzazione, alla cura diretta dei beni culturali, all’organizzazione di visite guidate, iniziative didattiche. «Le associazioni indipendenti ma legate a Fidam sono tutt’ora 70 e vivono nella loro dimensione locale confrontandosi in particolari giornate di studio condivise». Ne emergono esperienze da condividere che hanno anche un sapore inclusivo e solidale, per esempio quando si tratta di trasformare ex detenuti in giardinieri e muratori o custodi di monumenti artistici di rilievo, oppure quando si organizzano visite guidate per chi normalmente non varca i musei a causa di malattie debilitanti nella forma fisica o nella mente.

Anche a Cremona l’associazionismo ha un occhio di riguardo per l’arte. Le iniziative fioriscono e non ultimo l’impegno del Soroptimist. «Per statuto – chiarisce Marida Brignani, presidente del Soroptimist Cremona – il nostro sodalizio si occupa di tutela del patrimonio artistico attraverso il Fondo per l’Arte».

La tavola di San Facio presso il Museo diocesano o un frammento di un affresco della domus di Piazza Marconi (l’Occhio di Arianna) sono stati gli ultimi oggetti dell’attenzione del club. Ma la strada di valorizzazione delle bellezze artistiche locali è lunga e richiede sforzi e confronti di rete che sono solo agli inizi.