mattoni

N.55

riflessi incontra

La musica di IZAYA è una costruzione di arti in dialogo

Non solo musica. Tommaso Brignoli racconta il progetto artistico del collettivo IZAYA che ha debuttato con il primo EP "Roba da egocentrici". E ci regala un mattoncino d'improvvisazione

«La musica mi porta dappertutto». Pizzicando qualche nota tra le corde della fedele chitarra acustica, Tommaso Brignoli diluisce i pensieri in melodie improvvisate. Alcune richiamano i brani racchiusi nel primo ep dal titolo Roba da egocentrici, a firma IZAYA. Non solo un nome d’arte, ma un collettivo artistico che spazia dalla musica a varie forme espressive. «Izaya è un progetto corale e multidimensionale – spiega Tommaso – che riunisce sei componenti diversi per esperienza e per proposta artistica». 

Tommaso è l’anima musicale: autore e polistrumentista, alle spalle ha una ricca esperienza musicale, dai Poets Are Wrong a diverse collaborazioni fuori territorio, ora confluite in un nuovo progetto. «Con me lavorano altre sei persone – prosegue – che si occupano di narrazione, sceneggiatura, videomaking. È un progetto indipendente e sincero, caratterizzato dalla libertà di cercare e sperimentare per trovare sintesi di un mondo artistico costruito a più mani». 

Anche il nome scelto racchiude un’anima molteplice:  «IZAYA deriva da una doppia ispirazione – prosegue il cantautore – Isaia è il profeta della buona novella, è un richiamo alla cultura cristiana in cui sono cresciuto, e al contempo il nome del protagonista di un anime giapponese, che riflette sulla natura del bene e del male». 

La musica costituisce la traccia comune che fonde esperienze e contaminazioni artistiche di vario tipo. «Per me è un linguaggio, un mezzo di espressione e di metabolizzazione. A volte mi porta nel mondo, altre a fondo dentro me». 

Così accade in Burrone, primo singolo poi inserito nell’ep, che fonde sonorità classiche a ritmi tribali per tradurre in musica gli abissi interiori. «Ripercorre i vari stadi di una crisi depressiva – racconta – prima c’è la caduta, poi il momento in cui tocchi il fondo, che nel video del brano è raffigurato da un fuoco illumina le pareti, come un fiammifero in un canyon». Nelle sue diverse forme, l’arte è una compagna preziosa per guidare l’introspezione, estrarne suggestioni profonde e trasformarle in qualcosa di diverso. Un nuovo pezzo, che come la tessera di un puzzle compone il percorso in divenire di IZAYA. Difficile dire dove porterà: non resta che seguirlo passo a passo, improvvisando. Tommaso socchiude gli occhi, solleva il plettro, accenna una melodia: 

un mattoncino dopo l’altro
arriveremo fino in fondo,
potremo girare,
gireremo il mondo

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