studio

N.60 maggio 2025

pubbli-redazionale

L’istruzione come bene comune

Il diritto allo studio e l’impegno di Credito Padano per una comunità più equa

L’apprendimento è un tesoro che seguirà il suo proprietario ovunque.

(proverbio cinese)

Nell’ultimo rapporto OCSE sull’istruzione, uscito nel settembre dello scorso anno, si rileva che in Italia la quota dei cosiddetti “neet”, ovvero i giovani tra i 20 e 24 anni che non studiano e non lavorano, è diminuita dal 32% al 21% tra il 2016 e il 2023. Tuttavia, sebbene questo rappresenti un netto miglioramento, il nostro Paese resta ancora lontano dalla media Ocse, che si attesta intorno al 15%. Il rapporto, inoltre, conferma il sottofinanziamento del nostro sistema di istruzione (4% del PIL contro il 5% della media OCSE) con una incongruenza rispetto a tutti gli altri Stati, dove la spesa tende ad aumentare all’aumentare del livello di istruzione.

«In un contesto come questo, anche noi, come attori economici, possiamo fare la differenza», spiega Arnaldo Ghisotti, Presidente di Credito Padano. «Per statuto, il nostro impegno è proprio quello di creare valore per tutti, aiutando lo sviluppo economico, sociale e culturale delle zone in cui lavoriamo. E spesso andiamo là dove altri non arrivano. Le Banche di Credito Cooperativo come la nostra, infatti, giocano un ruolo cruciale nel promuovere l’equità sociale, sostenendo i giovani nello studio e nella formazione. Investiamo nel talento e nel futuro, offrendo mezzi concreti di riscatto e crescita personale e collettiva».

Arnaldo Ghisotti, presidente del Credito Padano

Per Credito Padano il sostegno al diritto allo studio come strumento di equità segue sostanzialmente tre direttrici.

Innanzitutto, attraverso il riconoscimento di borse di studio che ogni anno vengono riservate ai suoi Soci e ai figli di Soci che si sono distinti per meriti scolastici. Un sostegno che, da una parte contribuisce alla costruzione di una società più equa e competitiva, dove il talento e l’impegno vengono riconosciuti e premiati indipendentemente dalle condizioni economiche di partenza; dall’altra, rappresenta uno stimolo importante e un messaggio chiaro di fiducia verso le nuove generazioni, incoraggiandole a credere nelle proprie capacità e ad investire nel proprio futuro.

Un’altra azione concreta che la Banca ha recentemente attivato è un prestito dedicato alla formazione, ovvero la possibilità di concedere una linea di credito per supportare gli studenti e le studentesse meritevoli che devono affrontare le spese connesse al proseguimento del proprio percorso di studio come l’iscrizione all’università o a corsi di specializzazione post-laurea, in modo da non gravare sul bilancio familiare.

Il prestito è garantito dallo Stato tramite il “Fondo per il credito ai giovani” ed è rivolto a persone tra i 18 e i 40 anni, anche studenti lavoratori, iscritti a corsi universitari, master o corsi di lingue riconosciuti e di durata minima di sei mesi.

«Sostenere lo studio anche post-scolastico non è un gesto accessorio», sottolinea Ghisotti «ma un atto di responsabilità, una scelta di equità sociale, un investimento sulla dignità e sul talento di ciascuno, nella consapevolezza che percorsi formativi più approfonditi creano maggiori opportunità di scelta, con riflessi positivi personali e collettivi».

Infine, ma non per ultimo, Credito Padano è fortemente impegnato nel sostegno di progetti di educazione finanziaria. Da ormai quattro anni la Banca porta avanti, grazie anche alla preziosa collaborazione con l’Agenzia Servizi Informagiovani di Cremona, un progetto di alfabetizzazione finanziaria che la vede impegnata in varie scuole di ogni ordine e grado. L’obiettivo è ampliare le competenze dei giovani, offrendo loro strumenti utili per diventare cittadini più consapevoli e responsabili sotto il profilo economico e sociale.

Insomma, in un’epoca in cui la finanza viene spesso vista come distante o impersonale, le BCC dimostrano che un altro modo di fare banca è possibile, secondo un modello che mette al centro le persone per uno sviluppo inclusivo e duraturo.

«Ogni anno», conclude Ghisotti «la nostra Banca rafforza il suo legame con le Comunità locali attraverso un’azione concreta e diffusa sul territorio, con numerosi contributi ed elargizioni. Un impegno che stiamo cercando di misurare anche in termini di valore sociale creato per comunicare ai vari portatori di interesse l’impatto generato da una BCC rispetto ad altre banche. Un impegno che potremmo definire “civile”, in una società sempre più complessa e interconnessa, che testimonia un approccio originale all’economia: alla ricerca di senso, di benessere condiviso e di valorizzazione della qualità delle relazioni».