regole
N.54 novembre 2024
Piccola fraternità francescana, una Regola in tre parole
Nel 2020 il vescovo di Cremona ha riconosciuto la Regola della Piccola comunità francescana che fonda il proprio carisma sui tre pilastri preghiera, fraternità e apostolato. Cristina, Paola e Sara aprono le porte della loro casa e ci portano al cuore della loro vocazione, ispirata al modello del Santo di Assisi
Ti accolgono con un sorriso e appena aprono la porta, di via S. Sebastiano n. 6 a Cremona, ti ritrovi a casa. Cristina, Paola e Sara la sanno lunga sulla capacità di accogliere con uno stile sobrio ma pieno di attenzioni. La comunità che formano si chiama Piccola Fraternità francescana ed è un unicum, una forma di vita consacrata, ispirata a quella di San Francesco, radicata nella diocesi di Cremona.
La regola è il loro stile di vita. Non una serie di prescrizioni, un lungo elenco di azioni da compiere e rispettare, ma tre parole, piccole e semplici: preghiera, fraternità e apostolato. Una regola essenziale, scritta da loro tre, dai loro tre vissuti fatti di ricerca del Senso. È una Regola riconosciuta ufficialmente dal vescovo Antonio Napolioni, il 31 maggio del 2020, in piena era Covid. Forse un segno di speranza?
«La preghiera dà vita», dice Cristina. Ecco perché ne fanno il perno della giornata. Si alzano pregando dalle 6.30 alle 8, riprendono il pomeriggio alle 15 fino alle 16.30 e poi di nuovo dalle 18.30 fino alle 20. «I nostri momenti di preghiera sono sempre aperti a chiunque desideri partecipare» perché la comunità è aperta, come il loro cancello di casa. «La preghiera è il fondamento della nostra spiritualità», si legge nella regola ispirata all’insegnamento di San Francesco.
Tanto è vero che, come lui, vivono di provvidenza e condividono non solo la giornata ma tutto quanto serve per vivere, dal vitto, agli abiti a ciò che è necessario. Sì, perché è sul necessario che insiste la loro parola e il loro gesto. Tutto ruota intorno alla fede in un’atmosfera che chiunque entra in contatto con Sara, Cristina e Paola, percepisce di serenità e fiducia. Un sentimento oggi raro ma che per loro è “fraternità”. «Viviamo insieme, ci accogliamo, respiriamo la presenza di Dio nelle azioni quotidiane» spiega Paola. E se ne può fare esperienza, perché la fraternità accoglie temporaneamente chi ha bisogno di un momento di ascolto o di raccoglimento ma anche chi è nel bisogno: «Abbiamo avuto con noi due donne ucraine, una ragazza che era rimasta senza casa». Fraternità è far entrare chi bussa alla porta anche in cerca di un abito o di un panino.
Non da ultimo viene l’apostolato (vissuto anche attraverso la scelta della fraternità) incarnato nella comunità diocesana e fatto di insegnamento della religione, aiuto alle comunità parrocchiali, collaborazioni con i Frati minori di via Brescia per la mensa dei poveri, animazioni di incontri. Sono al servizio «con particolare attenzione ai segni dei tempi e alle esigenze del territorio».
L’impegno di ogni giorno è dunque quello di una vita «contemplativa attiva» come la definiscono loro stesse, alla quale sono giunte dopo un lungo tempo di meditazione e prova, «nel quale abbiamo scelto di vivere insieme – spiega Sara – e di interrogarci su cosa avesse voluto il Signore da noi». Prima un periodo difficile, con tanti ostacoli e domande da superare, poi l’incontro con alcuni sacerdoti della diocesi di Cremona, «figure importanti per il nostro cammino – continua – che, anche su indicazione del vescovo – hanno saputo guidarci nel discernimento fino ai voti e alla vestizione il 17 settembre del 2020, la data in cui la Chiesa ricorda il dono delle stimmate a San Francesco».
Oggi indossano un saio con cingolo e corona del rosario; il voto di castità, povertà e obbedienza sono per loro la strada della felicità. Una via che perseguono dando spazio anche alla formazione (hanno seguito i corsi dell’Istituto Superiore di Scienze religiose di Crema e quelli della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale a Milano) fatta di studio e letture. Una spiritualità ricca, dunque, fondata sulla sobrietà del bene quotidiano.