
Lo studio è ciò che ci spinge un passo più in là, insegna il limite della prudenza e sposta in avanti i limiti del coraggio; uno scienziato visionario, un progetto scritto in rima, errore e correzione, un robot gentile, la connessione con mondo lontani e la responsabilità di conoscere la zolla su cui appoggiamo il piede. Conoscere ciò che è stato per immaginare ciò che ancora non c’è.
Sui libri o con le mani nel fango, calcolando e camminando, allora, studiamola sul serio questa vita. Con la curiosità dei bambini della favela brasiliana o attraverso l’obbiettivo di Salgado; con la tenacia di uno scienziato, il sorriso di uno scrittore, la fatica che fa un esploratore: guardiamo in ogni direzione, nel sorriso di un ritratto e nei dati binari che raccontano il futuro.
Basta non sia, ancora, il solito specchio.