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N.60 maggio 2025

riflessi incontra

Roberto Soldi: vi presento TIAGo, il social robot che aiuta i pazienti nella riabilitazione

Roberto Soldi, dottorando in bio-ingegneria all'Università di Pavia racconta il suo lavoro a FIT4Medical Robotics, il progetto per integrare la robotica nei percorsi sanitari

In un futuro sempre più vicino, i robot entreranno nelle nostre case. Non per sostituirci, ma per prendersi cura di noi e semplificare la vita quotidiana. Quello che un tempo sembrava fantascienza è oggi un campo di ricerca concreto, in cui ingegneria e medicina collaborano per sviluppare soluzioni capaci di supportare la riabilitazione, monitorare il benessere e mettere la tecnologia al servizio delle persone.

È questo lo spirito di FIT4Medical Robotics, progetto finanziato dal Piano Nazionale Complementare al PNRR, nato per integrare la robotica nei percorsi sanitari. Attualmente coinvolge oltre 50 studi attivi in più di 25 strutture in tutta Italia, tra cui l’Università di Pavia, che insieme all’IRCCS Fondazione Mondino sta sviluppando nuove tecnologie per la riabilitazione di pazienti fragili, anziani o affetti da patologie neurologiche. In questo contesto nasce il CoE-REDI (CoE for REhabilitation devices and Digital Instruments), Centro di eccellenza con lo scopo di sviluppare e testare dispositivi robotici per la riabilitazione e strumenti digitali

«Stiamo progettando un social robot capace di proporre esercizi riabilitativi al paziente e interagire con lui, migliorando la relazione terapeutica e rendendo più efficace l’intervento che lui stesso eroga», spiega Roberto Soldi, dottorando in Ingegneria Biomedica all’Università di Pavia. Originario di Castelverde, dopo il diploma in Biotecnologie Sanitarie all’Istituto Torriani di Cremona ha scelto la laurea in Ingegneria Biomedica a Pavia, proseguendo con una magistrale focalizzata su sensoristica e strumentazione biomedica. Il suo interesse per la salute e la riabilitazione è nato con una tesi sul riconoscimento automatico del movimento umano tramite modelli di deep learning.

Nel laboratorio di Bioingegneria dell’Università di Pavia, Roberto collabora con i professori Stefano Ramat e Micaela Schmid, insieme alla tecnologa Stefania Sozzi, alla ricercatrice Bruna Guerra, allo sviluppatore Francesco Lunghi e al collega Leo Russo. «Il nostro lavoro – prosegue il dottorando – si focalizza in particolare sui deficit di pazienti colpiti da ictus che sviluppano eminegligenza spaziale, una sindrome neurologica attentiva che compromette la capacità di percepire una parte dello spazio. Non si tratta di un problema visivo, ma di un’interruzione nella mappa cerebrale dello spazio: la persona vede bene, ma tende a ignorare tutto ciò che si trova in una determinata porzione dello spazio intorno a sé, anche se nel suo campo visivo. Questo può influire su attività quotidiane apparentemente semplici, come mangiare tutto ciò che c’è nel piatto, vestirsi, leggere o muoversi in ambienti familiari».

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Per queste esigenze nasce il progetto con TIAGo, il robot umanoide prodotto da PAL Robotics e in fase di programmazione nel laboratorio di Bioingegneria dell’Università di Pavia: sarà in grado di guidare esercizi di riabilitazione, assistere i pazienti, trasportare oggetti e permettere il collegamento da remoto con terapisti e medici. Roberto si occupa in particolare della “vista” del robot, un sistema di telecamere e sensori che permette di monitorare i movimenti della persona. La scelta di un design antropomorfo – con testa, occhi e un braccio – ha lo scopo di renderlo più empatico e meno estraneo, migliorando l’interazione con la persona.

Il progetto è oggi in fase iniziale e punta a consolidare nei prossimi anni l’uso della robotica nei percorsi riabilitativi, con l’obiettivo di integrarla nel Servizio Sanitario Nazionale per offrire terapie più personalizzate, continue e sostenibili. «Ciò consentirebbe di migliorare qualità e quantità di prestazioni sanitarie, in un contesto caratterizzato dall’aumento dei pazienti e dalla scarsità di risorse. Automatizzare e standardizzare alcune pratiche potrebbe semplificare le procedure e facilitare il lavoro dei terapisti». TIAGo quindi non sostituirà il personale sanitario, ma diventerà un alleato prezioso: «Il robot è uno solo, ma le teste sono tante», precisa Roberto. «Non dimentichiamo che sono le persone a guidare le decisioni, interpretare i dati, orientare le soluzioni». Progetti come FIT4Medical Robotics aprono nuove opportunità per la formazione e la ricerca, offrendo a chi intraprende questa strada la possibilità di contribuire in modo concreto alla società. «Non si tratta solo di continuare a studiare, ma di portare avanti un progetto nel tempo, diventando esperti in un settore e trasformando le idee in soluzioni reali».


Per approfondire:

Laboratorio di Bioingegneria: https://bioingegneria.unipv.it/

Fit4med: https://www.fit4medrob.it/
CoE-REDI: https://www.fit4medrob.it/about/centers-of-excellence/redi