bontà

N.53 Ottobre 2024

“Buongiorno!”. Ce lo auguriamo di continuo. Non una giornata allegra, fortunata, di successo… No, ci auguriamo (spesso senza pensarci) che sia un “giorno buono”.

“Certo, speriamo”: perché dovrà pur esserci qualcosa in questa giornata, nel tempo che scorre o semplicemente nell’ordine delle cose a fare il buono con noi. Come fosse questione di fortuna. Invece no, ogni giorno, tocca a me metterci “del buono” o – perlomeno – cercarlo in posti (in facce) che neanche te lo immagini. Mica storielle allo zucchero filato o pose zen da “nerd del lieto fine”: la bontà è un’idea scomoda, una lotta con te stesso, una presa di posizione, spesso una sconfitta.

Non sono boccioli di rosa o cappuccini con la schiuma a forma di cuore da inoltrare agli amici boomer in chat. Non basta il pensiero. Bisogna incontrarsi – a volte scontrarsi – per dirsi “buongiorno”.

In questo numero