luce

N.16 Dicembre 2020

TESTIMONI

La vita di Chiara accesa di libertà

Paola Bignardi racconta gli incontri con Chiara Lubich fondatrice del Movimento dei Focolari: «In lei era chiara l'urgenza di una fraternità fra tutti»

Chiara Lubich (foto Siciliani-Gennari/SIR)

«Per le relazioni umane, Chiara aveva un’attenzione particolare, che andava al di là dei progetti ecclesiali. Viveva una continua ricerca della comunione fuori e dentro la Chiesa, a tutti i livelli. In lei, l’urgenza di una fraternità fra tutti era chiarissima. Sì, da questo punto di vista, i contenuti dell’ultima enciclica del Papa, “Fratelli tutti”, si possono rivedere in quello che lei ha sempre vissuto».
A tratteggiare un profilo di Chiara Lubich è Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione Cattolica e, proprio in questa veste, a stretto contatto con la fondatrice del Movimento dei Focolari. «Sono diverse le occasioni in cui ci siamo incontrate e parlate – racconta Bignardi –. Oltre a quelle istituzionali, e tra queste ricordo in particolare il Sinodo sull’Europa nel 1999 e l’Assemblea straordinaria dell’AC nel 2003, ci furono quelle personali, a Rocca di Papa, dove lei abitava».
Nata a Trento nel 1920, seconda di quattro figli, Chiara (all’anagrafe Silvia) è maestra elementare e, nel pieno del secondo conflitto mondiale, promessa “sposa” a Dio, a cui si dona in castità per farne il suo “tutto”. La sua vita si snoda da quel momento in una serie di incontri che la segnano e da illuminazioni che, passo dopo passo, la portano ad iniziare «un’avventura di cui non sapevo nulla – ebbe a dire –, perché non avevo un programma. L’idea del Movimento era in Dio, il progetto in Cielo».
Proprio questa coscienza di “essere strumento” è uno dei tratti della Lubich che Bignardi ricorda bene. «Mettersi nelle mani di Dio – chiarisce Bignardi – è una grande scelta di libertà, la più grande, credo. Chiara, in questo, è stata un esempio luminoso. Nella consapevolezza che Dio sia il regista della nostra vita si gioca tutta l’esperienza cristiana. Consegnarsi a Lui non è per farci togliere qualcosa, ma per riporre tutto di noi nelle mani più sicure che esistano». Un abbandono e una dedizione assoluti che in Lubich si spiegano con l’esperienza dell’«essere innamorata» di Dio. E che inevitabilmente si sono tradotte in un amore rivolto a chiunque, «cristiani, uomini e donne di fedi diverse e persone senza un preciso riferimento religioso».

«Due cose debbo tenere segrete:
l’amore e il dolore.
La luce invece va donata»

CHIARA LUBICH

Nel suo patrimonio scritto e orale, sterminato e toccante, si pescano parole decisive, come quelle pronunciate a Pescara, nel 1977: «Mentre lo strumento si muove nelle mani di Dio, Egli lo forma con mille e mille accorgimenti dolorosi e gioiosi. Così lo rende sempre più atto al lavoro che deve svolgere. Finché, acquisita una profonda conoscenza di sé e una certa intuizione di Dio, può dire con competenza: io sono nulla, Dio è tutto». L’esito di questa disponibilità verso un Altro, nel tempo, si traduce in qualcosa di inimmaginato ma tangibile: «Fecondità e diffusione sproporzionate a ogni forza o genio umano, croci, croci, ma anche frutti, frutti, abbondantissimi frutti». Il più abbondante dei quali è già stato riconosciuto qualche anno prima, nel 1962: il movimento dei Focolari, il cui nome ufficiale è quello di “Opera di Maria”, oggi diffuso in oltre 180 paesi con 2 milioni di aderenti.
Bignardi ricorda anche di Chiara «i tratti umani, la grande umiltà ma anche la lucidità di ciò che aveva incontrato, instancabilmente impegnata a dar vita a quello che Dio seminava sulla sua strada». Di “fraternità”, ribadisce Bignardi, «oggi più che mai c’è bisogno. La comunità cristiana è, idealmente, il luogo in cui ci si educa a questa dimensione per viverla e portarla nel mondo. Che oggi lo si faccia con tante fatiche perché si vivono trasformazioni epocali è altrettanto evidente. I movimenti e le associazioni? Sono cellule che dentro il corpo più complesso della Chiesa assolvono proprio a questa funzione».
Aperta nel 2015, la causa di beatificazione di Chiara Lubich si è conclusa nel novembre 2019. Il 2020, anno del centenario della sua nascita, ha visto i festeggiamenti proprio a Trento, luogo in cui nacque il Movimento da lei fondato.