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N.57 febbraio 2025

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Organi in dono con AIDO: “Non so per chi, ma so perché…”

La sezione cremonese dell'Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule racconta il suo impegno nella formazione e nella sensibilizzazione per una scelta consapevole e generosa. Un gesto d'amore che nel 2024 ha portato al prelievo di 44 organi da trapiantare, 4 donazioni multitessuto e 376 donazioni di cornee

C’è una scelta preziosa come la vita. Per restituirla basta un gesto, o meglio, una parola. QUesto è lo scopo di AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule), nata nel 1973 con l’obiettivo di diffondere la cultura del dono su tutto il territorio nazionale. Oggi conta oltre un milione e mezzo di soci, di cui 15.800 iscritti solo in provincia di Cremona. «Un buon numero, ma possiamo fare di più», afferma Francesco Pietrogrande, presidente della sezione provinciale di AIDO, che dal 1981 s’impegna a diffondere la cultura del dono sul territorio. «L’obiettivo è sensibilizzare la popolazione, soprattutto i giovani, sull’importanza di un gesto che può salvare molte vite».

Il 2024 è stato un anno record per i trapianti in Italia, con 4.692 interventi (226 in più rispetto al 2023) e un aumento delle donazioni (2100), con il 2,7% di incremento sull’anno precedente. A Cremona sono stati effettuati 13 prelievi a cuore battente e 2 a cuore fermo, per un totale di 44 organi prelevati. Inoltre, sono state effettuate 4 donazioni multitessuto e 376 donazioni di cornee, registrate nei tre plessi ospedalieri del territorio provinciale. 

Il 2024 è stato un anno record per i trapianti in Italia, con 4.692 interventi (226 in più rispetto al 2023) e un aumento delle donazioni (2100), con il 2,7% di incremento sull’anno precedente. A Cremona sono stati effettuati 13 prelievi a cuore battente e 2 a cuore fermo, per un totale di 44 organi prelevati.

Numeri positivi così come l’attenzione mediatica, soprattutto quando si tratta di interventi complessi e delicati, ma spesso l’attenzione lascia in ombra l’attesa di chi è potenziale destinatario. «Ogni anno, circa 8.000 persone in Italia aspettano un trapianto per tornare a nuova vita», sottolinea Pietrogrande. Un “sì” può fare la differenza, così come il tempismo: «È importante dichiarare in vita la propria volontà, per evitare che i familiari debbano prendere decisioni difficili in momenti delicati!.

La legge del 2016 prevede la possibilità di esprimere il proprio consenso (o dissenso) al momento del rinnovo della carta d’identità. L’introduzione di questa misura ha consentito di raccogliere oltre 20 milioni di adesioni (3,7 milioni solo nell’ultimo anno), seppur con una discreta flessione nell’ultimo anno: rispetto all’anno precedente, nel 2024 il “sì” è calato di 4 punti percentuali, con rispettivo aumento di revoche e opposizioni.

«Vale sempre l’ultima parola – sottolinea il presidente – anche in caso di revoca. Ogni scelta è lecita, ciò che importa è che sia consapevole. Dobbiamo superare la paura e l’ignoranza, e capire che la donazione è un atto di amore verso il prossimo». Tra i principali ostacoli da superare rimangono  il pregiudizio e la disinformazione: «Molti anziani pensano di non avere più nulla da donare» afferma Pietrogrande, ma contrariamente a quanto si crede, la donazione non ha limiti di età. «Anche dopo gli 80 anni è possibile donare cornee, tessuti e fegato», spiega Annachiara Trivelli, presidente della sezione Comunale di Cremona. 

Alcune persone hanno il timore di sapere il proprio corpo “profanato” o il timore che esprimendo un consenso così delicato si possa in qualche modo indurre i medici ad accelerare la morte per prelevare gli organi. «Sono paure infondate», rassicura Pietrogrande. «Senz’altro è difficile parlare del fine vita in contesti ordinari, soprattutto ai giovani, che per la giovane età percepiscono il tema della morte come un’evenienza lontana». L’educazione alla generosità deve iniziare in famiglia e proseguire tra i banchi di scuola, dove non mancano le iniziative di promozione: nell’ultimo anno, sono 5800 gli studenti di diverso ordine e grado coinvolti in incontri informativi sul tema. 

«Tra i nostri obiettivi – ricorda Annachiara Trivelli – c’è prima di tutto la promozione di una vita sana, per prevenire cause che portano a bisogno di trapianto». Non mancano eventi sportivi e campagne di sensibilizzazione per promuovere la cultura del benessere, oltre che la scelta del dono. «Portiamo testimonianze di persone che hanno ricevuto un trapianto o che hanno vissuto esperienze simili», racconta Annachiara. «Ci sono pazienti dializzati che grazie ad un rene ricevuto possono correre una maratona, o ancora famiglie per cui la vita è rimasta in sospeso per anni e con la donazione possono riprendere a fare piani per il proprio futuro». Al contempo «ci sono esistenze borderline, che per scelte sbagliate si trovano a fare i conti con se stessi. Tante storie che si intrecciano sulla soglia liminale dell’esistenza, incontrandosi senza conoscersi mai». 

Come recita uno degli slogan scelti dall’associazione, “Io dono non so per chi, ma so perché…”. «Chi dona sa di dare una nuova possibilità di vita a qualcuno, e chi riceve è grato per un gesto di cui non conoscerà mai l’autore». Pietrogrande sottolinea la bellezza e l’importanza della gratuità: «Chi riceve è grato, chi acconsente alla donazione sa che una parte di sé o di una persona cara continuerà a vivere». 

«Informarsi è fondamentale per una scelta consapevole», conclude. «La donazione è un atto di solidarietà che può salvare molte vite. Non abbiate paura di parlarne, di fare domande e ascoltare la storia di chi grazie a questo gesto ha donato nuova speranza».