bontà

N.53 Ottobre 2024

rubrica

Oscar e la dama in rosa

“Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.” Così diceva, a ragione, Calvino. E questo libro, uscito per la prima volta nel 2004 in Francia ne è la prova. Oscar ha dieci anni e vive in ospedale a causa della leucemia dalla quale, purtroppo, non potrà guarire. L’unica che però è sincera con lui è Nonna Rosa, una volontaria vestita di rosa che va a trovarlo e che le ha lanciato una sfida: fingere di vivere dieci anni in un giorno e scrivere a Dio per raccontargli la sua vita. Sì, è un libro che fa piangere, ma che scalda il cuore e ci permette di entrare, seppur in punta di piedi, dentro la vita di un bambino che deve affrontare una prova più grande di lui. E la vince.

Ecco, Dio. Non so cosa chiederti stasera perché è stata una bella giornata. Sì. Fa’ che l’operazione di Peggy Blue, domani, vada bene. Non come la mia, se capisci quello che voglio dire.

A domani, baci,
Oscar

P.S. Le operazioni non sono cose dello spirito, forse non ce le hai in magazzino. Allora fa’ in modo che, qualunque sia il risultato dell’operazione, Peggy Blue lo preda bene. Conto su di te

Abbiamo provato a immaginare cosa Oscar, il protagonista del libro, potesse scrivere pensando alla parola bontà.

Caro Dio,

Bravo! Sei fortissimo. Addirittura prima che abbia impostato la lettera, mi hai dato la risposta. Come fai?

Oggi pomeriggio Nonna Rosa è passata a trovarmi. Veramente, caro Dio, sono io che l’ho chiamata. Avevo passato la mattina intrappolato nel ripostiglio delle scope, che se non lo sai si aprono solo dall’esterno. Mi ero nascosto lì dopo che avevo origliato il dottor Dusserdorf che parlava con i miei genitori. Ho capito che sono dei vigliacchi e che mi credono un vigliacco: non vogliono abbracciarmi pur sapendo che sarei morto. Sono scappati. Li detesto. Le ho raccontato tutto nei minimi particolari, come faccio con te, Dio.

Lei mi ha fatto notare che, invece, sono brave persone. Bravissime, ha sottolineato. E allora, Dio, mi sto chiedendo da un po’ cosa vuol dire essere buoni e che cosa è la bontà.

Allora vorrei provare a fare una lista di comportamenti e persone buone.

1- Nonna Rosa: lei è buona perché mi dice la verità, anche se mi fa sentire triste. E poi ha sempre storie divertenti che hanno un insegnamento.

2- Peggy Blue: è la bambina blu che sta nella penultima stanza in fondo al corridoio. Sorride gentilmente ma non parla mai. Sembra una fata. Ha una sindrome rara, quella del bambino blu. La sua pelle e azzurrognola perché il sangue invece di andare ai polmonite ne va in giro per il corpo. È buona perché è gentile, e la trovo bellissima in blu.

3- Bacon: a dire la verità si chiama Yves, ma il soprannome che ho pensato per lui gli si addice di più, visto che è un grande ustionato. Lui mi fa sempre morire da ridere, anche se quella parola, morire intendo, in ospedale non si può dire, perché nessuno la sente. Anche se lui diventa sordo quando sente quella parola con la M, è buono perché mi fa ridere e sorridere anche quando sono un po’ triste. Mi dispiace pensare che lo lascerò quando mor…

Potrei continuare elencando tutti i miei compagni qui in ospedale, ma ora sono un po’ stanco.

A domani, baci,
Oscar

P.S. Ho una cosa da chiederti. Nonna Rosa dice che sei molto buono, dice che sei tu che hai inventato la bontà. Quindi penso che tu possa realizzare questo mio desiderio. Sarei d’accordo per una visitina. Una visitina di spirito. Trovo la cosa fortissima. Mi piacerebbe molto che me ne facessi una.


Caro Dio,

Stavo ancora pensando alla nostra chiacchierata di ieri sulla bontà. E pensavo che nella mia situazione sembra che tutti vogliano essere buoni con me a tutti i costi. Ho capito perché la mamma e il papà non mi vogliono dire cosa mi succede: fa soffrire loro. E quindi hanno paura di far soffrire anche a me. Mi dispiace per loro, che sono buoni e che cercano in tutti i modi di farmi stare bene.

Mi fanno arrabbiare, perché penso ancora che siano vigliacchi, ma sono anche buoni.

Ieri non te l’ho detto, ma ho sentito una cosa che mio papà ha detto a mia mamma e al dottor Dusserdorf mentre erano nello studio a parlare: ha detto che, se potesse, farebbe a cambio con me.

Non te l’ho detto perché non vorrei mai che fosse lui qui a morire.

Forse che è anche questa la bontà, Dio? Che la bontà sia volere il bene per gli altri anche se vuol dire male per sé? È una cosa molto difficile. Ne parlerò con Nonna Rosa.

A domani, baci,
Oscar

in collaborazione con @poitelopresto


SCHEDA

Testa Pelata ha dieci anni e il soprannome gliel’hanno dato per via del cranio completamente pelato a causa delle cure per il cancro a cui si sottopone. La sua vita trascorre in ospedale, in un reparto riservato ai bambini con malattie gravi, i suoi unici amici.
Soffre, sa che cure e trapianti non hanno avuto buon esito, sa che presto morirà, eppure quello che a prima vista sembrerebbe un quadro funesto si rivela una meravigliosa e movimentata avventura per merito di Nonna Rose, una “dama rosa”, come vengono chiamate le volontarie che prestano assistenza ai degenti, per via, appunto, del camice rosa che indossano… (edizionieo.it)

Autore: Eric-Emmanuel Schmitt
Editore: Edizioni e/o
Collana: Assolo
Anno: 2015