Nel suo libro L’abbraccio della signora Sole, Jasmine Irani diventa una nostra cara amica. La sua è un’incredibile storia di forza e coraggio: dopo anni di violenze, Jasmine riesce a guardarsi con rispetto e a scappare dall’uomo che era stata costretta a sposare. Non ha fatto tutto da sola, perché non ci si salva da soli, ma il cammino di consapevolezza e coraggio è tutto suo

Restare serena senza di lui, anche se per qualche minuto soltanto, era una cosa preziosa. Rimasi seduta in macchina, mentre guardavo il cielo pieno di tinte meravigliose: arancione, rosso, blu, viola. Il sole al tramonto era stupendo come sempre.
Il riflesso dei suoi colori nel cielo rese le nuvole ancora più belle,
in quella loro danza serena nel tramonto. Vidi Dio in tutta quella magica bellezza.
Avevo tanta voglia di parlare con Lui. Per cui guardai in alto e feci una promessa

Abbiamo provato a immaginare che cosa Irani scriverebbe, pensando alla parola Ridere

Ridere. Ricordo quando da ragazza ero in Iran, con la mia famiglia, prima di partire per l’Italia. Le risate che facevamo quando il mio fratello più piccolo, il “mio piccolo principe” faceva una delle sue espressioni buffe, mentre pranzavamo tutti insieme.

Ricordo la risata, piena di paura, ma anche di eccitazione, che feci con mia madre quando le confidai che avevo preso la decisione di trasferirmi in Italia per continuare a studiare. Mia madre mi ha sempre sostenuta, in ogni mia scelta. Non era facile, per lei, allontanarsi dalla sua unica figlia femmina, ma non mi ha mai ostacolata, anzi, è stato grazie alle sue parole se trovai il coraggio di salire sull’aereo, nel 2005, e venire a Milano.

Poi ho smesso di ridere. Poi per anni la mia vita è stata dura, faticosa, dolorosa. Se metto in fila tutto quello che ho vissuto, vedo chiaramente che non è dipeso da me. Quando conobbi Meysam, vidi in lui un uomo affidabile, credente, gentile e buono. Pensavo che aveva Dio nel cuore. Ero molto ingenua: ancora non sapevo che un uomo che prega tanto può tradire Dio con i gesti. Meysam lo ha fatto tante volte e per tanto tempo. Ha tradito Dio, la mia fiducia, la mia libertà. Da giovane donna piena di sogni e risate, mi sono trasformata in una giovane moglie impaurita e sola. Le uniche risate che risuonavano nel monolocale in cui abitavamo erano quelle ironiche di Meysan che si prendeva gioco di me e che si divertiva mentre io mi sentivo morire di dolore e di solitudine.

Due sere dopo quella promessa che feci a Dio, mi picchiò così forte che per la prima volta temetti di morire. Quando raccolsi il coraggio per alzarmi e andare in bagno, lo specchio rifletteva un’immagine che non riconoscevo. Non potevo più stare lì, avevo fatto una promessa a Dio.

Dentro di me inizia a gridare “Basta! Basta!”. Volevo ribellarmi a quel dolore, volevo ricominciare a ridere.

Il sole nella cultura persiana è raffigurato con sembianze femminili e simboleggia la rinascita e la vita. È una donna dolce e accogliente, che come una madre protegge, e abbraccia. La Signora Sole mi ha illuminato la strada per potermi liberare e ha condotto a me angeli, donne che mi hanno aiutato a ricominciare.

Dopo essere uscita dalla gabbia, sono stata ospite a casa di una di loro, Teresa, per una decina di giorni.

Mi accolse a casa sua, dove viveva con i suoi genitori. Sapevo che Dio non mi avrebbe abbandonata. Ero a casa sua, una sera, e cenavo con lei e la sua famiglia. Non ricordo cosa fosse successo esattamente, ma so che ad un certo punto ho sentito un suono che ho faticato a riconoscere. Era la mia risata. Erano mesi che non ridevo.

Ridere. Quella sera feci una promessa a Dio, un’altra: nessuno più mi toglierà il diritto di ridere, mai più.

– in collaborazione con @poitelopresto