cuore
N.33 Settembre 2022
C’è un cuore, là sotto
Gli esperti di marketing digitale insegnano ormai che il “cuoricino” non conta poi molto. Mettere un “like”, accendere il cuoricino, in fin dei conti, è diventato un gesto meccanico. Giusto un clic, un rumore impercettibile. Non è un commento che espone, non una condivisione che tradisce partecipazione . Costa nulla. Vale poco.
E così, tra rime facili e canzoni “leggerissime”, perfino sui social che l’hanno scelto come valuta del valore effimero del loro successo, il cuore è stato preso, spremuto e in fondo svuotato. Resta la macchiolina rossa con la sua rassicurante forma “pop” che poco ha a che fare con quella vera del muscolo che pompa, batte, sussulta, misura la vita e a volte tira qualche brutto scherzo (e quando c’entra lui è brutto sul serio).
Ma è lì, il cuore: in mezzo al petto a ricordarci che i conti con lui bisogna farli, sia la parte fragile e decisiva di un organismo, sia la forma (e il nome) che diamo a tutto quello che è difficile raccontare perché è sotto la pelle: quello che è tenero e gentile, lo slancio di coraggio, l’attrazione invisibile che ci attrae verso gli altri. Anche quando non pensavi, anche quando non si spiega, anche quando non conviene, i conti non tornano…
È così. Bisogna fare attenzione per sentirlo, il cuore. Dobbiamo entrare in noi stessi per farci rassicurare dal suo ritmo costante, o strapazzare dallo specchio della coscienza. In fondo che cambia: c’è un cuore, là sotto. C’è un cuore di cui prendersi cura, e un cuore da sparpagliare in giro per la vita come fosse la pagina facebook del nostro cantante preferito. Solo che in casa, per strada, al lavoro o davanti a una pizza, non fa nemmeno “clic”: costa poco, vale tutto.
Vale il ricordo di Dante e Giuseppina, ospiti di una rsa, che spiegano l’amore a chi allora non c’era, vale la promessa di Filippo e dei suoi figli per la onlus “Occhi Azzurri”, il naso rosso dei clown in corsia, la maglia di una squadra di calcio che era stata del papà ed ora veste il petto di Mirco; vale la volata di Sonny, campione sui pedali, testa a testa con un difetto cardiaco che lo ha rallentato, gli interventi del dottor Loffi, cardiologo, volontario in Africa e quasi papà. E poi l’impegno di Giulio per il Quartiere, quello del Fai per salvare le cose belle di cui rischiamo di dimenticarci. Vale la cicatrice sul cuoricino di Leonardo, il coraggio di mamma e papà.
È così che proviamo a raccontarcelo, il cuore, una volta tanto senza paura di apparire meno adulti, un po’ più ingenui, non così raffinati da restare indifferenti a una rima con “-ore”.
Perché – varrà per quel che vale, d’accordo… – se manca un cuoricino rosso sotto alla foto del nostro ultimo compleanno, in fondo è vero che ci sentiamo un po’ più soli. E il cuore batte più lento (o almeno così pare).