bontà

N.53 Ottobre 2024

stili

A Nonsolonoi lo shopping è buono, equo e solidale. E pure bello

Colori e sapori nei negozi della cooperativa inserita nel circuito di Altromercato, dal 1995 con l'impegno di rispettare culture, diritti e ambiente promuovendo uno stile di consumo responsabile e giusto

«Buoni per chi li consuma, buoni per chi li produce». Uno slogan che riassume una mission. Un progetto di vita per molti, una scelta da consumatori accorti per altri. La cooperativa Nonsolonoi a Cremona opera dal 1995 perché ciascuno sappia riconoscere davvero, tra i prodotti che entrano nelle nostre case con la spesa, quali siano quelli buoni cioè quelli che arrivano da una filiera sostenibile e solidale. E lo fa con uno stile condiviso da 150 soci, 3 negozi sul territorio (uno a Cremona città, uno a Viadana e uno a Casalmaggiore) e una miriade di iniziative che sanno guardare lontano.

«Il Commercio equo e solidale – spiega Emilio Mazzolari, presidente della Coop – nasce a livello nazionale circa 35 anni fa dalle idee di alcuni missionari e da progetti di varie Ong per sostenere, con il microcredito, gruppi di produttori e di donne (spesso più affidabili degli uomini) dell’India, Bangladesh, Nepal, Vietnam, Tailandia e poi Peru, Equador, Palestina e anche Sud Africa…». L’idea è di evitare l’assistenzialismo per offrire invece «una certa continuità di lavoro nel tempo», offrendo gli strumenti per un riscatto a lungo termine.

Un mondo dunque senza frontiere, che scavalca confini per tendere una mano amica. Un mondo a colori fatto di profumi, sapori e odori che annusi appena varchi la soglia del punto vendita in corso Matteotti in città. Sensazioni che non sono solo buone, ma anche belle. Perché si sa, il bello spesso (e non solo per l’antica cultura greca) si identifica con il buono.

«Cerchiamo di avere una certa cura anche per l’ambiente del negozio. In partnership con Altromercato (un insieme di 300 cooperative di cui anche noi facciamo parte) abbiamo rinnovato il visual. Ma non si tratta di una pura questione estetica – precisa Mazzolari – ma di dare con la bellezza dignità alle persone che stanno dietro a questi prodotti». Il buono passa attraverso il bello: il bello delle vetrine, dei colori delle sciarpe e delle magliette, dal profumo del caffè e del cioccolato, dal dolce sapore delle marmellate, dall’eleganza dei cesti, dall’accuratezza dei ricami sui cuscini, dalla linea delle ceramiche, dal profumo penetrante delle spezie, dalla delicatezza dei colori dei saponi.

Ogni prodotto una storia bella e buona. I datteri Medjoul, una delle qualità più ricercate di questo frutto, arrivano dal faticoso lavoro dei contadini nella valle del Giordano. E sempre da vite segnate dal dolore in Palestina giunge sugli scaffali dell’equo e solidale lo Za’tar una miscela di spezie ed erbe, raccolte e lavorate a mano, mix che si usa per focacce, carni, pesce e legumi. La questione che sta dietro al loro prezzo è una questione di giusta retribuzione del lavoro, di pari opportunità per tutti: in una parola di rispetto e dignità.

Anche sciarpe e accessori in seta raccontano di storie vissute. «Quest’estate sono stato 12 giorni in Cambogia – spiega Mazzolari – con l’agenzia Viaggi e Miraggi (l’agenzia del Turismo responsabile) e ho visitato una filiera dal baco al tessuto. Un progetto che crea un ambiente accogliente per donne in difficoltà». Le fotografie, che ci vengono mostrate, sono un ricordo e allo stesso tempo una testimonianza di dedizione al lavoro, di cura del bello, di rispetto per i lavoratori in un Paese segnato dalla povertà.

Poi che dire della più nota vicenda del cioccolato, dal sapore impareggiabile in tutte le sue versioni, dietro a cui aleggia l’amara considerazione che l’Africa, principale produttore di cacao, ne consuma solo il 3%. La filiera equo solidale tutela i diritti dei lavoratori, non li sfrutta, garantisce una paga giusta, superiore a quella del mercato, in un contesto di basso impatto ambientale. «La linea di punta nel nostro negozio è Mascao – spiega il presidente di Nonsolonoi – si basa per lo più su cacao che arriva da Bolivia, repubblica Dominicana, Perù, poi subisce una lavorazione in Svizzera. È uno dei prodotti che più vendiamo e conta affezionati clienti che ogni settimana ne fanno rifornimento anche attraverso lo shopping online che cura la mia collega Chiara Monteverdi».

Ma il buono va oltre il palato. La cooperativa Nonsolonoi infatti, per il suo statuto, crea lavoro a persone in stato di svantaggio sociale, cioè ex carcerati, persone che hanno perso il lavoro, «coloro – continua – che hanno bisogno spesso di un reinserimento». Tante sono le storie di vissuti complicati che hanno trovato, nel negozio di corso Matteotti, una casa e una rete di amicizie, una serie di relazioni che fungono da supporto.

E poi, non da ultimi, ci sono i progetti di Nonsolonoi nelle scuole: una costante presenza, con una proposta di laboratori sul commercio equo e solidale e tante altre tematiche affini, proposta rivolta ad ogni ordine di scuola: «Un impegno importante – spiega il presidente – nel quale si crede da tempo. Io ho conosciuto questo settore sui banchi della mia classe a 18 anni e non ho mai smesso di crederci».