mode

N.08 Febbraio 2020

ABBIGLIAMENTO

Da “Vesti e Rivesti lo shopping fa bene

Buon gusto e affari d'oro nella boutique che dà nuova vita ai capi che non usiamo più Dove la scritta sul muro ricorda: «Tutto ciò che non viene donato va perduto»

Un top Max Mara puoi comprarlo a 8 euro, un maglione Ralph Lauren a 15. E capita anche l’occasione della borsa Gucci a 200 euro o quella dell’abito da sposa da 3 mila euro che viene venduto a 200. Poi ci sono i saldi che «sono andati molto bene». E ogni tanto le promozioni con i capi di marca a 5 euro e quelli non di marca a 2. Questo succede nel negozio. Sotto, nel magazzino, è tutto un lavorìo. C’è da selezionare i capi, igienizzarli e lavarli, etichettarli e prezzarli, sistemarli per tipologia nel deposito o portarli di sopra per essere venduti.

È il negozio dell’usato uomo e donna “Vesti e Rivesti” in corso Pietro Vacchelli, gestito dalla Cooperativa Gamma che si occupa di salute mentale. Qui la moda è sostenibile e inclusiva, ciò che viene donato prende nuova vita e contribuisce a sostenere i progetti per le persone con disabilità psichica. Su 300 capi raccolti ogni giorno (da cittadini che svuotano gli armadi, negozi che liberano magazzini, lavanderie che cedono capi non ritirati), circa 100 salgono al piano superiore per essere venduti. Gli altri, in parte, vengono comunque riutilizzati e donati a realtà che si occupano di povertà.

La “colonna” del negozio è Mariateresa che gestisce il punto vendita. Una vita trascorsa nei negozi “tradizionali” tra Cremona, Brescia e Bergamo, prima di approdare a Vesti e Rivesti. «Per gestire questo negozio servono organizzazione e creatività – dice – Non facciamo ordini o conto terzi e alla mattina non sai cosa ti entra. Con quello che hai devi impostare il punto vendita. Cerchiamo di farlo sempre con qualità, gusto e dando la nostra chiave di lettura. Qui ogni giorno c’è qualcosa di nuovo. Tutti i capi sono decorosi e c’è la possibilità di fare anche dei veri e propri affari».

Accanto a lei, circa 40 volontarie, preziosissime, che lavorano su due turni. «Tutte le volte – dice Lucilla, volontaria che dà una mano in magazzino – mi stupisco per la quantità di roba che la gente scarta. Noi la recuperiamo e la vendiamo per sostenere progetti positivi».

Insegna che non serve
riempirsi gli armadi di abiti
… a sperimentare il dono
e non solo il possesso

Con Mariateresa e le volontarie, poi, ci sono uomini, donne e ragazzi che frequentano le comunità e i servizi di riabilitazione psichica del Gruppo Gamma. Come Andrea, 35 anni e due occhi di ghiaccio, che lavora a Vesti e Rivesti due ore al lunedì, giorno di chiusura, e aiuta a pulire e a riordinare. «È un’attività piacevole – dice – Mi distoglie dai miei ossessionati pensieri. Mi aiuta a migliorarmi nel rispetto degli orari, nei rapporti con le persone, nell’acquisire capacità». Marika, invece, di anni ne ha 20 – «a marzo 21» precisa – e lavora qui due giorni la settimana: smista, porta in negozio i vestiti, riordina. «È un bel lavoro – dice -. Oltre al negozio, mi piace quando facciamo le sfilate…».

Già, perché in questi anni Vesti e Rivesti ha organizzato anche tre sfilate, coinvolgendo i ragazzi della scuola di moda. «Mi piace», è il commento di Renata, signora di poche parole ma tanto impegno, che ogni mattina aiuta nello smistamento.

Poco più in là, un altro Vesti e Rivesti, quello dei bambini con abiti 0-12 anni, giocattoli e tutto ciò che serve per i più piccoli. In vetrina ci sono i vestiti di Carnevale. Dentro la volontaria Bruna – nonna con 7 nipoti – aggiusta e pulisce un aereo giocattolo. «Ho del tempo libero, qui faccio qualcosa di utile e frequento le persone», dice. Con lei Franca, volontaria del Gamma da 29 anni, e Marina, signora che vive a Villa Cristo Re e che viene qui ogni mattina: «Se faccio andare le mani ho meno pensieri. E poi sto in compagnia», commenta.

«In questi ultimi anni Vesti e Rivesti è cambiato molto – spiega Chiara Persico, vicepresidente del Gamma – Non è più un mercatone con i cestoni, è un vero e proprio negozio. E questo ha contribuito ad allargare la nostra clientela. Non solo non è una vergogna comprare al negozio dell’usato, ma può essere una ricerca. E poi, il dono e l’acquisto da noi hanno finalità sociali. L’attività dei negozi rientra nelle proposte terapeutiche riabilitative per i nostri pazienti e ciò che guadagniamo lo reinvestiamo in progetti per loro, nelle terapie o nelle vacanze estive per esempio».

«Vesti e Rivesti – conclude Mariateresa – insegna a me e a tutti che non serve riempirsi gli armadi di abiti, perché poi scartiamo capi che avremmo potuto mettere altri dieci anni. Ci aiuta a rielaborare le cose e non a consumarle, a sperimentare il dono e non solo il possesso. E poi è un’occasione grande per i ragazzi del Gamma che qui si rendono utili, imparano cosa vuol dire un lavoro, sperimentano un contesto di normalità. E questa è la soddisfazione più grande…».