strappi
N.62 settembre 2025
Alberto Mori: la poesia è azione sociale. E fa stare bene
Anima della rassegna Poesia a strappo e referente per il Circolo poetico Correnti, a Riflessi incontra Alberto Mori mette in prosa il suo amore per il verso: un'attesa, una parola che unisce, un'azione, un atto sociale che porta ad "edificare la possibilità di un mondo"
“Era un amore che non riusciva a concretizzarsi. L’ho trasformato in un’attesa, in una veglia che dura tuttora. E diventa poesia, diventa azione concreta per trovare l’essenza delle parole attraverso l’economia essenziale del verso”. Così Alberto Mori racconta l’attrazione fatale per la parola fatta verso. Poeta, artista e referente del Circolo Poetico Correnti, nato a Crema negli anni Novanta da un gruppo di giovani, uniti dalla scommessa di fare cultura attraverso la poesia, parola vera e ribelle, riconosciuta come linguaggio in grado di indagare la realtà.
Per Alberto, “un verso non è solo un susseguirsi di assonanze e strutture sintattiche, ma una direzione che si muove nello spazio e nel tempo, capace di dischiudere la possibilità di un mondo”.
Con questa sfida, il collettivo porta nelle piazze la “Poesia a strappo”, manifestazione ormai consolidata sul territorio cremonese. Dal 5 al 7 settembre 2025 l’iniziativa ha celebrato a Crema la sua trentesima edizione, trasformando piazza Duomo in un laboratorio collettivo e partecipato. Decine di poesie dedicate al tema del “tempo” hanno tappezzato gli spazi, accanto a reading, slam e performance di spoken poetry. Nessuna giuria, nessun premio, nessuna competizione: conta solo l’incontro diretto tra parola e lettore. Non conta la firma, ma la possibilità di distribuire cultura. Chi attraversa il centro può soffermarsi, leggere i componimenti condivisi da poeti e amatori, affissi in blocchi di carta a pannelli di legno chiaro. Se una poesia fa vibrare l’anima, si può strappare un foglio e portarla con sé. Un gesto semplice quanto rivoluzionario, agli antipodi della condivisione virtuale e delle vetrine social. “La carta conta – afferma Alberto – e non è riducibile a un post su Instagram. Se fotografassimo un foglio e lo pubblicassimo online diventerebbe vetrina, museo. Invece il contatto con la materia, con la carta, rende l’esperienza viva e autentica”.
Il fascino della poesia sta proprio in questa capacità di resistere all’impermanenza del tempo, assumendo forme sempre nuove. “Oggi ci sono tantissime modalità espressive, ognuno trova quella che più gli appartiene. I linguaggi mutano continuamente, ciò che non cambia è il bisogno di poesia. È terapeutica, migliora la vita di chi la legge e di chi la scrive. Non solo: offre un punto di vista differente sul mondo, lontano dall’omologazione dei media e dei social che consumiamo ogni giorno”. Sfogliando un blocco di carta stretto fra le mani, Alberto legge alcuni versi “strappati” all’ultima edizione. Riflettono il senso del tempo e della memoria, un oscillare fragile come un foglio di carta, che proprio nella sua leggerezza riesce a persistere, a lasciare una traccia.