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N.54 novembre 2024
Cambia musica, la violenza è fuori moda
Al teatro Monteverdi una serata di testimonianze e arte promossa da eBenessere e Aida per non arrendersi alla violenza

«Un antico detto giapponese dice che i figli sono del vento. Vorrei tanto lo avesse capito mio padre. Mi chiamo Laura e oggi avrei compiuto ventitré anni».
L’occhio di bue sul palcoscenico si spegne, tutto si fa improvvisamente buio mentre dalla platea parte un applauso destinato a non esaurirsi nel tempo di un battito di ciglia. La sala è gremita, gli occhi lucidi. Le voci di Chiara Baschetti ed Elisa Parmigiani aprono la serata con un testo teatrale firmato da Giulia Barbieri, prendendo per mano il pubblico e accompagnandolo con delicatezza nel cuore dell’evento “Cambia musica – la violenza è fuori moda”.
La serata di sensibilizzazione, messa in scena dal gruppo di lavoro eBenessere composto da Giulia Barbieri, Claudio Gagliardini, Chiara Baschetti, Elisa Parmigiani e Donatella Migliore ha visto la collaborazione con Aida – Centro antiviolenza di Cremona e il patrocinio del Comune di Cremona. Messo in scena a due giorni di distanza dalla celebrazione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, eBenessere ha portato il suo contributo esplorando il ruolo del digitale, i suoi lati oscuri e sui suoi rischi, troppo spesso sottovalutati.
Tra il 1° gennaio e il 3 novembre 2024, in Italia sono stati registrati 263 omicidi volontari, con 96 vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare/affettivo. Donne che hanno pagato il prezzo più alto dell’odio di genere.
«Credo che oggi non sia più possibile scindere la violenza tradizionale, quella delle umiliazioni psicologiche e fisiche, dalla violenza della rete» racconta Elena Guerreschi, presidente di Aida. «La violenza della rete è un tratto caratteristico di ogni tipo di relazione violenta. Ogni situazione in cui sono presenti maltrattamenti e atti persecutori che si definiscono nella concretezza nella relazione della vita di tutti i giorni, hanno quasi sempre un grande connotato digitale».
Come la violenza in rete. Questo è il filo conduttore che lega tutti gli interventi della serata interamente dedicata al contrasto della violenza sulle donne, con l’invito a sviluppare una forte consapevolezza e utilizzare la Rete e i suoi strumenti in modo prudente e responsabile, per arginare i rischi che comportano all’interno delle relazioni. Quelle di coppia in particolare.
«Gli strumenti della rete non rappresentano di per sé un rischio, sono le dinamiche, i modi di impiego, e le intenzioni di chi li utilizza a renderli pericolosi» prosegue Claudio Gagliardini, esperto, formatore di comunicazione e marketing. «Attraverso questi strumenti è possibile spirare, stalkerizzare, molestare, bullizzare, minacciare, irretire, diffamare, esporre al giudizio degli altri una donna. La gogna mediatica è uno degli strumenti utilizzati maggiormente quando una relazione fallisce. Senza dimenticare pratiche come l’hate speach, il bodyshaming, ma anche veri e propri reati come il revenge porn, la sexetortion e le truffe sentimentali».
Il palcoscenico offerto dal teatro ha portato con sé intensi momenti di recitazione e musica, affidata alla voce di Elisa Parmgiani accompagnata alla chitarra da Matteo Canali, e Giulia Barbieri con Margherita Ceruti, Simone Amighini e Gabriele Ceruti.
«Anche la violenza vissuta indirettamente può scavare cunicoli di dolore», racconta Chiara Baschetti, attrice e modella. «Nella storia della mia famiglia abbiamo vissuto da parte di mio nonno e del suo papà una cascata di violenza verbale, psicologica, fisica. Un fenomeno di patriarcato che ha avuto un effetto a cascata su tutti quanti noi. Per molto tempo ho portato dentro rabbia riversandola nelle mie relazioni. Ecco perché credo che ognuno possa rappresentare un anello di quella catena che ad un certo punto si spezza. Siamo tutti responsabili di ciò che vediamo ed è importante prenderne atto e coscienza per interrompere questo effetto a cascata».