segni

N.51 Giugno/Luglio 2024

rubrica

Cerchiamo segni per trovare sensi

Lasciare tracce. Fare un segno per ritrovare la strada.

Guardare in alto, cercare tra le stelle la costellazione più brillante per fermare un punto e ordinare gli altri.

Cercare tra le linee quotidiane la virgola che indica il passo, la direzione da prendere, la piega che può prendere ciò che sta per avvenire.

Indovini improvvisati di fondi di caffè, offerte di lavoro e saluti in metropolitana.

Sniffiamo il presente per intuire il futuro, per capire il passato.

Cerchiamo segni per trovare sensi. Rabdomanti di significato in questi tempi complessi, siamo troppo spesso disposti ad arraffare fuori invece che guardare dentro.

Quando abbiamo coraggio, lasciamo segni per spiegarci a noi stessi, per farci leggere dagli altri.

Le storie che viviamo e quelle che ci raccontiamo sono in sintesi la raccolta delle incisioni che la vita ci ha scavato. Arcipelaghi di esperienze che insieme danno forma a quello che siamo, costruendo quello che possiamo e vorremmo essere.

Ricordi di sorrisi o cicatrici, solchi nell’epidermide che contano implacabili le volte che abbiamo pianto e quelle in cui abbiamo riso. Una mappa sul corpo che mantiene memoria di tutto quello che abbiamo vissuto, compreso quello che vorremmo dimenticare.

Leggere i segni richiede allenamento. Un’attenzione continua a quello che abbiamo attorno, alle sfumature, a torti e ragioni. Perché i segni vanno interpretati, non hanno un libretto di istruzioni.

I segni ci formano mentre ne facciamo di nuovi.