sensi

N.46 Gennaio 2024

rubrica

Sensi. Porte aperte sull’anima

Cosa accadrebbe se una mattina ci svegliassimo senza uno dei cinque sensi? Se il mondo fosse improvvisamente privo di colori e forme, se fosse impossibile toccare, annusare, sentire i sapori, ascoltare il rumore del mare e la voce delle persone amate?

«Sarebbe una tragedia», afferma Giulio Grimozzi, fondatore e presidente del Centro studi e ricerche della Ceramica e del Laboratorio del cotto, che oggi insegna a studenti e appassionati ad immergere le mani nell’argilla per trasformare il pensiero in arte. Lo stesso vale per Margherita Ceruti giovane violinista cremonese, per cui “sentire” non significa solo ascoltare i suoni ma lasciarli decantare dentro sé, per liberare le emozioni e farne musica.

I sensi sono le porte dell’anima, il modo di entrare in contatto con il mondo, per portarne un pezzetto con sé o condividere con gli altri ciò che ci fa stare bene. A tavola, per esempio, dove i ricordi rivivono nei piatti della tradizione, tutti da assaporare. «E non da fotografare», aggiunge Federico Malinverno, ristoratore e titolare del Caffè “La Crepa” ad Isola Dovarese, che sulle orme di nonni e genitori coltiva la passione per la conviviali e il (buon) gusto.

Tre storie per riscoprire i cinque sensi, o – meglio – il modo in cui questi danno senso alla nostra vita.