strappi

N.62 settembre 2025

sguardi

Segni e Pattern: la poesia svelata nelle “cicatrici” della città

Nella mostra fotografica allestita dallo IAL vecchi adesivi consumati, volantini ormai illeggibili, muri scrostati, pittura che si stacca raccontano parlano di cambiamento, di memoria che si sovrappone, di identità che si ricostruisce

Cremona, con il suo fascino senza tempo, è una città che racconta storie a ogni angolo. Culla di arte, musica e tradizione, spesso viene esplorata solo nei suoi luoghi più celebri, quelli che le guide turistiche indicano con sicurezza. Ma cosa succede se cambiamo prospettiva? Se decidiamo di rallentare lo sguardo e cercare la bellezza nei dettagli nascosti?

È proprio da questa domanda che nasce Segni e Pattern, una mostra fotografica realizzata dai ragazzi del corso per la dispersione scolastica dello IAL di Cremona, che hanno intrapreso un viaggio creativo e umano tra le vie della città, armati di macchine fotografiche e curiosità.

Il loro non è stato un semplice esercizio scolastico, ma un vero e proprio percorso di riscoperta, di sé e del territorio. Hanno camminato, osservato, scelto. Hanno cercato quelle piccole tracce che spesso sfuggono all’occhio distratto: un’incrinatura su un muro, l’intreccio di un cancello, le geometrie nascoste nei luoghi più comuni. Dettagli che diventano narrazione.

Tra le varie sezioni della mostra, quella intitolata Strappi in particolare si distingue per la sua forza espressiva.

In questa parte del percorso visivo, gli studenti si sono concentrati sugli elementi che portano i segni del tempo e della trasformazione: vecchi adesivi consumati, volantini ormai illeggibili, muri scrostati, pittura che si stacca. Questi “strappi” raccontano molto più di un semplice degrado urbano: parlano di cambiamento, di memoria che si sovrappone, di identità che si ricostruisce.

Osservare questi dettagli significa accorgersi di quanto le cicatrici della città possano avere una loro estetica, un loro significato profondo. Cremona, in questo senso, diventa simbolo di ogni città: luogo vivo, imperfetto, in continua evoluzione. I ragazzi hanno saputo cogliere e restituire la poesia che si nasconde nell’incompleto, nel rovinato, nell’invisibile.

Segni e Pattern, esposta durante il periodo estivo presso le suggestive Colonie Padane di Cremona, non è stata solo una mostra. È un invito a guardare oltre, a lasciarsi sorprendere da ciò che normalmente scivola via, inosservato. Ogni fotografia è un frammento, un pezzo di un puzzle più grande, un racconto collettivo fatto di intuizioni e piccole scoperte. E soprattutto, è una testimonianza viva di come l’arte possa dare voce a chi spesso resta ai margini, offrendo uno spazio per esprimersi, per sentirsi parte di una comunità, per ritrovare senso e direzione.

Visitare questa mostra ha significato fare un passo indietro dal rumore del quotidiano e concedersi il tempo di ascoltare ciò che spesso non si vede. Ha significato anche sostenere un progetto educativo e sociale che dimostra quanto talento, sensibilità e visione possano emergere anche – e soprattutto – dove non ce li aspettiamo.