Spirito e realtà, quando il mistero si sente
Un sacerdote, un'insegnante e mamma, un attore e regista dialogano sugli spazi della spiritualità: in chiesa (e dintorni), in famiglia, a teatro. Ma soprattutto, dentro il bisogno di ciascuno di trovare se stesso
Il report dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo riporta alcuni dati significativi. Nel 2013 il 56% dei giovani si dichiarava cattolico; dieci anni dopo, nel 2023, il dato scende al 32%. Viene inoltre rilevato come in crescita il numero di coloro che si dichiarano atei, passando dal 15 al 31%. In una fotografia che sembra riportare tutti i colori, tranne quello della fede, non manca, però, un richiamo alla spiritualità, che rimane una dimensione significativa per la maggior parte degli italiani. E proprio su questa tematica si è focalizza la nuova puntata di Torrazzo con vista, il video podcast di TeleRadio Cremona Cittanova.
Chiamato a commentare le parole del teologo Tomáš Halík, citato da Paola Bignardi, secondo cui «la sfida principale per il cristianesimo ecclesiale di oggi è il cambiamento di rotta dalla religione alla spiritualità», don Enrico Maggi, sacerdote cooperatore al Santuario di Caravaggio, si dice «totalmente d’accordo con le parole di Bignardi. Forse siamo stati abituati ad approcciarci alla formazione spirituale in modo troppo dottrinale, ma è una dimensione che parla effettivamente alla concretezza della vita umana».
Ad evidenziare questo legame è Chiara Baronio, dell’associazione Famiglia Buona Novella. «Il tentativo che facciamo – spiega – è quello di proporre iniziative che permettono di vivere l’esperienza cristiana come narrazione e, allo stesso tempo, di condividere del tempo con altre persone, più frequentemente famiglie. Fare rete, sperimentare l’incontro con altri volti, è fondamentale, secondo noi, per vivere appieno la dimensione spirituale, che mai si stacca dalla vita quotidiana».
Tra le dimensioni che più frequentemente incontrano la spiritualità c’è l’arte, in tutte le sue forme. Mattia Cabrini, attore, regista e educatore, porta la propria testimonianza, ricordando che «oggi, nella vita frammentata che viviamo, è fondamentale avere momenti in cui ricentrarsi. Nel teatro questo può avvenire, perché ogni spettacolo apre delle domande, delle questioni. Quando scrivo uno spettacolo non sento la necessità di portare un messaggio. Piuttosto, si aprono delle porte, che il pubblico, guardando e ascoltando, è chiamato ad aprire, se lo desidera. Certo, serve una contestualizzazione, ma questo fa parte del rito che l’esperienza teatrale porta con sé. Ecco, quello del rito è un mondo particolare, perché interseca e interroga continuamente la nostra vita quotidiana».
E chi, nel corso degli ultimi decenni, ha dato rilevanza alla cura del rito è la comunità di Taizè, in Francia. «È un vero e proprio esperimento della Chiesa di domani – spiegato don Maggi – priva di divisioni e contrasti. In questo grande accampamento, che ha al suo centro una Chiesa, la cura per la spiritualità e la sua celebrazione è massima, tanto che, ancora oggi, richiama giovani da tutto il mondo. Spesso, anche coloro che, normalmente, si sentono lontani dal vivere una vera e propria esperienza di fede nella propria comunità di appartenenza».
Le parole dei tre ospiti di Torrazzo con vista evidenziano come sia effettivamente attuale – e forse necessario – abbandonare una riflessione puramente religiosa per dare spazio a ciò che davvero significa spiritualità, ossia un legame profondo con la propria interiorità legata, sempre, alla vita quotidiana.
Torrazzo con vista, la nuova produzione di TeleRadio Cremona Cittanova e dell’Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi di Cremona. Trasmesso su YouTube, Spotify, Apple Podcast