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N.51 Giugno/Luglio 2024
Un sano confronto tra generazioni può far fiorire le startup
La provincia di Cremona è 84ª (su 107) nel ranking dell'innovazione, ma le idee e la formazione non mancano. Dal convegno promosso da Credito Padano, CRIT e Università Cattolica una riflessione su come dare forma ai sogni dei giovani. Anche grazie al programma "Build your Ideas"
Si chiamano Start-up e sono quelle nuove imprese che sono all’inizio della loro vita, entro i 5 anni dalla nascita, ma che hanno grandi progetti, grandi idee da sviluppare e solitamente vivono di innovazione e guardano costantemente al futuro. Pensare ad una start-up fa venire alla mente dei giovani imprenditori che credono fortemente in un’idea di business e su questa investono, cercando anche soggetti finanziatori in grado di supportare sul piano economico l’impresa.
Un’immagine spesso mediata dalla cultura americana che racconta di ventenni che si svegliano con un sogno e lo realizzano proprio nel garage sotto casa. A volte (pochissime in verità) va così davvero, mille altre volte queste imprese naufragano e non riescono a decollare. Bisogna quindi chiedersi il “perché”.
Partiamo da una notizia brutta, a cui fortunatamente fa sempre da contraltare una buona.
La brutta notizia arriva dalle recenti Assise Generali Economia del territorio che si sono svolte lo scorso febbraio a CremonaFiere: dati alla mano, nel cruscotto della competitività, Cremona si posiziona solo all’84° posto tra le 107 province italiane al capitolo dell’innovazione.
La bella notizia invece è che il dinamismo e la creatività non mancano a Cremona: i nostri giovani non rinunciano a progettare e immaginare soluzioni e business in grado di crescere e affermarsi come punti di riferimento: nell’ultima classifica del Sole24 Ore sulla Qualità della vita siamo al 61° posto per l’indicatore “Startup innovative” e al 49° nella graduatoria della “Imprenditorialità giovanile”. Un po’ meglio, anche se, certo, i numeri non sono altissimi e resta sempre quel “tasso di mortalità” elevato nelle giovani imprese, portandoci ad una seconda domanda: se le idee ci sono (ed in effetti, ci sono), cosa manca perché trovino la strada del successo?
Abbiamo già due domande a cui trovare risposta. Ne aggiungiamo una terza: parliamo solo di giovani, oppure anche i meno giovani possono essere parte attiva nel mondo delle start-up?
La vera sfida non è la competizione generazionale,
ma l’esatto opposto, ossia il punto di incontro tra le generazioni,
il mettere a sistema le parti e creare
un ambiente innovativo e sfidante per le start-up.
Startup: presente e futuro, storie di successo del nostro territorio è il titolo dell’evento di genesi tutta cremonese, realizzato da Credito Padano e CRIT nell’ambito dell’Innovation Week di Iccrea, che ha dedicato una settimana a promuovere, esplorare e incoraggiare l’innovazione sul nostro territorio attraverso il confronto e l’approfondimento sui temi centrali legati alle nuove frontiere del mercato, alla rivoluzione digitale e all’innovazione.
Prima parola chiave: innovazione.
Va da sé che oggi l’innovazione di cui si nutrono le start-up parla il linguaggio del digitale, rivolto a servizi e software innovativi in grado di rispondere alle nuove sfide ed esigenze emergenti, a braccetto con gli sviluppi delle intelligenze artificiali e sperimentando tecnologie avanzate. «Circa l’80% delle start-up propone progetti di servizi digitali o di sviluppo di software, solo una piccola parte si rivolge alla realizzazione di prodotti fisici, anche e soprattutto perché questi ultimi richiedono maggiore sforzo economico» spiega Nicolò Dossena, direttore del CRIT.
Il tutto avviene in un eco-sistema che vede coinvolte aziende, università, istituzioni locali, insieme ai cosiddetti “incubatori”, ossia quelle imprese che forniscono supporto e spazio lavorativo alle start-up nelle loro prime fasi di sviluppo, accelerandone così la crescita e lo sviluppo.
Laddove ci sono buone idee, ma manca il supporto sia economico che dell’esperienza di chi già fa impresa e può aiutare, il rischio di fallimento è altissimo.
«È fondamentale, dunque, il ruolo della formazione, penso ad esempio all’Università, per supportare, rendere efficace il delicato passaggio dall’idea alla sua attuazione concreta, e quindi catalizzare attenzione ed interesse da parte dei potenziali finanziatori», ha commentato Oliviero Sabato, Direttore Generale di Credito Padano. «La nostra Banca, insieme ad altri importanti attori del territorio, vuole supportare questo processo creativo stimolando il dinamismo imprenditoriale, ingrediente fondamentale per sostenere la crescita economica del nostro territorio».
Questo di fatto risponde alle prime due domande, ossia perché moltissime start-up non sopravvivono e qual è l’anello mancante tra l’idea ed il successo: manca lo snodo cruciale, il riuscire a concretizzare il passaggio dall’idea creativa all’offerta innovativa vera e propria.
E con queste prime risposte introduciamo anche la soluzione al terzo quesito, ossia il rapporto tra i giovani/giovanissimi e gli imprenditori che hanno già maturato una certa esperienza.
L’altra parola chiave è “sinergia”. Tradotto: mettere insieme l’entusiasmo, le competenze e se vogliamo anche il sogno, dei giovanissimi, che sono il motore delle nuove idee, con la parte di esperienza, concretezza e – di conseguenza – la disillusione dei più maturi, che invece sono il carburante per far girare al massimo il motore.
«Cremona e il cremonese stanno cambiando
e si stanno arricchendo di idee e competenze.
Insieme alle aziende già esistenti,
con le loro competenze e professionalità,
si sta creando proprio quell’ecosistema
in grado di dar vita a nuove idee imprenditoriali»
La vera sfida, dunque, non è la competizione generazionale, ma l’esatto opposto, ossia il punto di incontro tra le generazioni, il mettere a sistema le parti per creare un ambiente innovativo e sfidante per le start-up.
Nel caso specifico del convegno ospitato dal Polo Tecnologico di Cremona, i mediatori di questo incontro si è reso evidente come i mediatori per questo incontro possano essere l’Università Cattolica del Sacro Cuore col suo corso di laurea in Innovazione ed imprenditorialità digitale, insieme a Gruppo BCC Iccrea con Credito Padano, ed al nuovo programma Build your Ideas (BYI) coordinato e promosso da CRIT, Camera di Commercio di Cremona e con il sostegno della Fondazione Next Gen 3C dell’Associazione Industriali di Cremona. «Build Your Idea – racconta ancora Dossena – è il primo programma di incubazione per startup che viene lanciato a Cremona con l’obiettivo di favorire la nascita di nuove idee di business innovative e fornire supporto concreto al loro sviluppo. È il pezzo che, secondo noi, mancava tra l’idea ed il suo reale sviluppo, mettendo a sistema l’entusiasmo e la formazione dei più giovani con l’esperienza e la capacità di chi già fa impresa da qualche anno». Il percorso prevede in particolare una formazione online con videolezioni tenute da docenti universitari e professionisti, in particolare su elementi chiave per la creazione e lo sviluppo di una startup.
«Cremona e il cremonese stanno cambiando e si stanno arricchendo di idee e competenze. Insieme alle aziende già esistenti, con le loro competenze e professionalità, si sta creando proprio quell’ecosistema in grado di dar vita a nuove idee imprenditoriali» ha spiegato il professor Fabio Antoldi, direttore del Cersi. Sei sono state infatti le start-up presentate nel corso dell’incontro. Di queste aziende, tre sono già operative e lanciate sul mercato, le altre tre sono in fase progettuale.
In questa visione, si vuole dare l’opportunità a Cremona di scalare la classifica dell’innovazione e diventare sempre più attrattiva per i giovani che ci vivono o che ci vengono a studiare e che oggi, purtroppo, tendono a spostarsi verso città più competitive come Milano e Brescia.