tappe

N.52 Settembre 2024

rubrica

Lorenza Gentile, “Le cose che ci salvano”

Il Nuovo Mondo, un negozio di antiquariato del quartiere milanese dei Navigli, rischia di essere venduto e trasformarsi in una sala slot. Ma dentro quella stanza piena di vecchi oggetti e poltrone dalla stoffa lisa, Gea vede la sua vita, il suo presente e il futuro. Vede tutte le cose che possono essere salvate e, riacquistando nuova vita, aiutare le persone a ricominciare. Gea non è molto brava nelle relazioni, si sente sempre fuori posto e l’unico luogo dove si sente al sicuro è questo negozio e il suo appartamento. Meno male che nel suo palazzo e nel suo quartiere vivono donne che sanno cosa vuol dire essere sole e lottare e sono pronte a tenderle la mano.

La signora Dalia mi osserva come se finalmente riuscisse a capirmi.
«Magari, semplicemente, licere è difficile», replica infine.
«Ma è bello farlo insieme. Mi hai ricordato del periodo di quel negozio,
di un gruppo di amiche. Quante giornate, quante serate ho passato lì con loro.
Era diventato il mio modo di viaggiare. È stato un periodo felice, nonostante tutto. Scegliere è difficile, ma finché si hanno scelte da fare vuol dire che si è vivi.
Lo sai, vero, gioia?».

Abbiamo provato a immaginare che cosa Gea, la protagonista e la voce narrante del romanzo Le cose che ci salvano, avrebbe detto pensando alla parola Tappe.

C’è chi per voltare pagina va dall’altra parte della Terra, io sono venuta a Milano. Sono passati ormai cinque anni da quando ho deciso di trasferirmi qui, dove sapevo che abitava mia nonna. Eravamo venuti, io mio padre e mio fratello, a trovarla quando ero piccola. Una volta sola l’ho vista, ma quella volta ha cambiato totalmente la mia vita.

Si sa che la vita di ognuno è fatta anche da momenti importanti, da momenti che segnano e cambiano totalmente tutto. Io questi momenti li chiamo tappe. Perché secondo me la vita non fa virate impreviste, ma semplicemente percorre la sua strada, che noi non conosciamo, chiaro, ma che è una. Io ero venuta a Milano per chiedere consiglio a mia nonna. Ero sola al mondo e lei era l’unica che poteva aiutarmi, ma… Ma potete immaginare: la sua vita aveva raggiunto la tappa finale proprio la sera prima e mi ha lasciato senza nient’altro che la mia tristezza, la mia borsa con gli attrezzi e la piccola oca di ceramica che tenevo in tasca da quell’ultima volta che l’avevo vista. La sua assenza era l’unica cosa che nel quartiere era cambiata rispetto a come lo ricordassi.

Appena sono arrivata ho visto quanto era perfetto e così non oltrepasso mai i suoi confini. Non sai mai cosa può capitarti, fuori. E poi qui ho tutto ciò che mi serve. Per esempio c’è la tavola calda Il Nulla dove Angelina ti prepara uno dei suoi piatti mentre ti ascolta e c’è Trofeo che ha sessantacinque anni, possiede un topo albino e non spiccica una parola. Credo che le parole le abbia finite: per rispondermi gli bastano gli occhi e quel suo modo di arricciare le labbra.

C’è la signora Dalia, poi, che è la mi preferita. Quando è arrivata in questo palazzo sessant’anni fa pianse a dirotto: lei veniva dalla campagna e aveva seguito Enzo, suo marito. Ritira i pacchi e firma le raccomandate per tutti senza che nessuno la paghi. È incredibile quanto abbiamo in comune io e questa signora dai capelli arancioni che finge di essere una scorbutica. Cosa? Penso che entrambe ci mettiamo al servizio di quella che mi piace chiamare “l’economia circolare di quartiere”. È molto semplice: è una catena di favori e gesti gentili. Vivo di questo e delle riparazioni che mi commissionano. Lo so che molti alla mia età hanno già raggiunto diverse “tappe”: a ventisette anni sono sposati, hanno trovato un lavoro stabile, magari anche messo al mondo dei figli. Io… Io no. Io, possiamo dire, ho paura. Che poi in realtà non è paura, sono due semplici lettere: se.

Mio padre parlava di scenari SHTF (shit hit the fan) o TEOTWAWKI (the end of the world as we know it) come conseguenze di eventi dalla portata disastrosa che da un attimo all’altro avrebbero potuto rivoluzionare il nostro modo di vivere. Per lui le regole erano sempre le stesse: prevedere, evitare, reagire.

Una tappa importante della mia vita c’entra anche con lui, con la mia decisione di trasferirmi qui, con le mie paure e le mie sicurezze… Ogni cosa che ci accade e ogni persona che incontriamo e ogni oggetto che ci capita tra le mani può diventare una tappa della nostra vita.

E a proposito di tappe, ecco che stamattina ne è successa una che ha davvero dato una bella scossa alla mia vita: ero sul balcone e è accaduto un miracolo. La serranda era alzata! Sono sempre stata così abituata a vederla giù che per un attimo mi sono sentita disorientata. L’insegna c’è, un po’ sbiadita, ma c’è: Il nuovo mondo.

Forse non lo sapete, però, cosa è Il nuovo mondo e allora devo proprio spiegarvelo: è una vecchia bottega di rigattiere che io visitai con mia nonna quando ero bambina e che contiene ogni genere di oggetti. Ad ognuno è attaccato un cartello con scritto la sua storia. Perché, si sa, anche gli oggetti ne hanno una e spesso conoscerla è interessantissimo. Dorothy l’aveva aperta quando era giovane e poi, alla sua morte, la serranda rossa si è abbassata ed è rimasta così per tanti anni.

Il nuovo mondo è la mia nuova tappa, il mio nuovo progetto. Devo trovare il modo di farlo restare aperto e non fargli perdere la sua essenza naturale. Forse ci sarà qualcuno che sarà disposto ad aiutarmi. Forse non sarò sola. Forse potrò raggiungere questa tappa e prepararmi alla prossima.

in collaborazione con @poitelopresto


SCHEDA

Gea abita in un condominio sui Navigli di Milano e non oltrepassa mai i confini del suo quartiere. Ha ventisette anni e si arrangia come tuttofare. Crede nel riciclo e nel dare nuova vita alle cose che aggiusta e che distribuisce, insieme a pillole per lo spirito – poesie, origami –, nell’ambito della sua “economia circolare di quartiere”. Vive sola, ma ha dei buoni amici, come l’ottantenne pseudo-portinaia o il tredicenne che sogna di diventare autista di corriera. Nessuno però, della sua età. Perché Gea nella sua età non ci si ritrova. Così come non si ritrova nel mondo… (feltrinelli.it)

Autore: Lorenza Gentile
Editore: Feltrinelli
Collana: Pandora
Anno: 2019