eroi

N.18 Febbraio 2021

RUBRICA

I piccoli miracoli salvano un pezzo di mondo

Quelli che vanno

oltre lo spazio e il tempo,

bussano alla porta di tutti.

I semi che lasciano

nelle citazioni

stampate su carta

e nella pancia

di chi le legge al liceo.

Le loro faccie sui poster

in camera, nei murales

per la strada,

dentro film c

he li celebrano

o li ricordano.

Chi, con una passione,

un’idea,

e una quantità infinita

di tenacia, speranza e coraggio
ha cambiato un tassello

nel domino del mondo,

trasformandone

per sempre il disegno.

Piazza Tiananmen,

Garibaldi e i due mondi,

Madre Teresa,

John Lewis, Giovanna D’Arco,

Falcone e Borsellino,

Marie Curie, Caravaggio,

Emily Pankhurst.

Non c’è lista compilabile

e non c’è un’unica formula

per decidere chi,

nel proprio campo,

possa essere considerato un eroe.

Chi ha segnato

un punto di non ritorno.

I santi laici

che non finiscono sul calendari.

Quelli di cui non conosciamo

nomi e volti

ma che con le loro scelte

quotidiane o d’istinto

cambiano ogni giorno

la vita di qualcuno.

I volontari

delle infinite associazioni

che regalano

il loro tempo agli altri

e si sentono dire

che il mondo

non lo possono cambiare.

Chi per lavoro

stravolge o rischia

la propria esistenza,

perché per certe chiamate

esiste solo una risposta possibile.

Tutti gli esseri umani

che tengono uno sguardo

aperto sull’altro.

Che decidono di fare

anche una cosa microscopica,

ma che si spendono,

che escono dal proprio cerchio

e vanno verso l’altro.

Chi non tace

davanti a un insulto

sessista o razzista.

Chi chiede scusa per primo.

Chi sorride a uno sconosciuto.

Ispiratori silenziosi.

Fabbri di impronte

lasciate

senza che ce ne accorgessimo

sempre.

Insegnanti

che ci svelano

punti importanti sulla mappa

che dobbiamo segnarci.

Amicizie che ci aiutano a capire cosa sia giusto e cosa no.

Errori involontari

che ci aprono gli occhi

su un dolore

che non volevamo causare

e che impariamo a non fare più.
Spalle di mamme e papà

che ci hanno raccontato

senza parole

come si resiste

a quello che la sorte

ci mette sulla strada.

Incontri lungo la strada

che senza arroganza

ci mostrano le infinite possibilità

per essere persone migliori

di quelle che siamo.

Ognuno di noi,

quando scegliamo

di dare una mano

invece di criticare,

quando ci impegnamo

invece di tenere

le mani in tasca

per non sporcarle.

Quando rischiamo

per seguire un’idea.

Quando ritagliamo tempo

per gli altri,

quando stringiamo i denti

e andiamo avanti,

con un sorriso

invece che una lamentela.

Come gli uomini di Borges….

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un’etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mon
do
J.L. Borges, I giusti, 1981

Sono i lampi di luce che illuminano ogni singola giornata, anche la più buia.
Sono i piccoli miracoli che salvano un pezzo di mondo.