Fare (e sentire) musica nella… città della musica
Con Roberto Codazzi, Giulia Dagani e Federico MedaglianiCome suona la città di Stradivari? A “Torrazzo con vista” si parla di musica, fra grandi classici ed eventi pop
Elio e le Storie tese o Fatboy Slim? Con questa domanda a bruciapelo si è conclude la nuova puntata di Torrazzo con vista, il nuovo video-podcast prodotto da TeleRadio Cremona Cittanova in collaborazione con l’Ufficio Comunicazioni diocesano. Il secondo appuntamento della serie (dalle 12.30 della domenica disponibile sulle principali piattaforme podcast) si concentra sulla musica e sugli eventi, tentando di coglierne i legami con il territorio e le potenzialità che queste partnership portano con loro.
«C’è un risveglio musicale a Cremona – racconta Federico Medagliani, presidente dell’associazione Amici di Robi – e ce lo raccontano i fatti. Se pensiamo solamente all’inizio di settembre, dobbiamo ricordare che abbiamo avuto in piazza Duomo due artisti straordinari: Elio e Fatboy Slim. Questo ci dimostra un certo interesse e un movimento che cresce nel tempo e che trova nella città una cassa di risonanza importante».
A dare rilievo agli eventi del Tanta Robba Festival, infatti, è anche la location stessa, oltre al calibro dei cantanti che si sono esibiti. Ed è, questo, uno dei punti di forza di Cremona: il territorio, e la musica, sono strettamente legati e interconnessi.
A sostenere quest’idea, Roberto Codazzi, direttore artistico del Museo del Violino, fiore all’occhiello della tradizione musicale di Cremona. «Temo che oggi si viva una certa dimensione di razzismo culturale, frutto della tentazione di catalogare tutto secondo categorie predefinite e chiuse. Ma l’espressione artistica veicolata dalla musica è unica. Ben venga, allora, la possibilità di interagire con i diversi attori della città e della provincia, per far sì che passi l’idea di una forma d’arte realmente unificante. Non esiste contrapposizione tra musica classica e musica leggera… È necessario sforzarsi di superare questa compartimentazione per andare oltre».
In questo senso, uno degli aspetti decisivi è la comunicazione, o condivisione, nell’epoca dei social. «Per poter vivere, partecipare ad un evento – spiega Giulia Dagani, cantante e docente di canto – è fondamentale che io sappia della sua esistenza. Purtroppo, capita che ci siano artisti, o manifestazioni, che passano sottotraccia, perché a livello comunicativo non siamo ancora arrivati. Anche noi musicisti, in questo senso, possiamo fare ulteriori progressi, così da abitare pienamente il nostro mondo».
Dal punto di vista numerico, però, i dati sembrano comunque essere confortanti. C’è un trend in crescita per quanto riguarda concerti ed eventi con musica live. Per Medagliani «si tratta di notizie confortanti, ma che non devono farci fermare. A Cremona, in particolare, i locali dove si possono esibire band dal vivo non sono molti. E per artisti giovani non è facile pensare di non poter mai suonare davanti ai coetanei… Per questo c’è bisogno di continuare a crescere».
Quello della mancanza di palcoscenici, per i musicisti, non è poi l’unico rischio. «Ci sono lavori – secondo Dagani – che scompariranno, per essere soppiantati dall’intelligenza artificiale. Tuttavia, siamo ben consapevoli che non riuscirà mai a trasmettere le sensazioni, le emozioni di una voce, o di una penna, umana».
«È un discorso legato agli strumenti – conclude Codazzi – e non parlo di quelli musicali. Si tratta di imparare ad usarli. Anche Mozart, se ce lo avesse avuto, avrebbe probabilmente usato un sintetizzatore… Oggi abbiamo infinte potenzialità: educhiamoci a coglierne il valore senza diventarne schiavi».