bontà

N.53 Ottobre 2024

rubrica

Love, Love, Love… Love is all we need

Per essere in un’epoca che osteggia la bontà in tutti i modi, vi è ancora qualcuno che riconosce le vene aurifere dell’anima umana

«Più invecchio, più credo che l’amore sia l’unica risposta. Ovvio, ce ne sono molti tipi diversi. Ma Moon Music parla di tutti i colori dell’amore. E ciò include imparare ad amare se stessi, nonostante tutte le folli voci che abbiamo dentro. Se si riesce a farlo – e a patto che essere se stessi non implichi il tentativo di ferire qualcun altro – credo sia più facile capire e amare tutti gli altri. Per noi l’amore è un atteggiamento di apertura verso tutte le cose e tutte le persone».

Queste sono le parole di un rocker oggi sulla cresta dell’onda, Chris Martin. Solo uno dei tanti che da John Lennon in poi hanno creduto nell’amore che vince sul male, nelle guerre che finiscono, nelle rivoluzioni non violente, nel rispetto dell’uomo verso l’uomo e verso la natura. Certo, siamo ben lontani dalla riflessione motivata, dalla logica stringente o dal ragionamento pratico. Al solito, parlando di artisti, si tratta di intuizioni e flash didascalici che si muovono tra vibrazioni sensitive, afflati emotivi e desideri, in cui la parte musicale fa da amplificatore universale.

Le stesse parole senza note musicali al massimo finirebbero in qualche libro da riporre in libreria. Invece, il messaggio “l’amore risolve” o Love is all we need vola insieme alle note e arriva dentro per memorizzarsi fra le pieghe della memoria e ritornare sempre con la sua carica di suggerimento puro. Così nel mondo pop-rock, accanto alla pletora di amori in tutte le salse, alle sottigliezze psicanalitiche o psicotiche, alle disinibite esibizioni di ego ipertrofici, ecco che qua e là compaiono preghiere laiche che sembrano oasi di sincerità e di bontà in mezzo a un mondo che si ostina a non afferrare appigli.

Si può partire da Blowind in the wind di Bob Dylan (1962), canzone nata quando i giovani animavano i movimenti per i diritti civili o chiedevano la fine della guerra nel Vietnam e diventata un vero inno e appello alla pace rivolto a ogni luogo e a ogni tempo.

E quanti orecchi deve avere un uomo
prima di poter sentire gli altri che piangono?
E quante morti ci vorranno
prima che lui sappia che troppi sono morti?
La risposta, amico mio, soffia nel vento, la risposta soffia nel vento

Con l’album The Unforgettable Fire (1984) gli U2 arrivano per la prima volta nella Top 40 americana con uno dei brani più impegnati della loro carriera, Pride (in the Name of Love). Il testo parla delle persone che portano un messaggio d’amore universale e che vengono eliminate senza scrupoli. Eppure, gettano semi che restano nel tempo, vuol dire il cantante, le loro parole rendono l’uomo giusto, come sempre quando si parla nel nome dell’amore.

Un uomo viene nel nome dell’amore

Un uomo viene e va

Un uomo viene per giustificare

Un uomo per cambiare le cose

Nel nome dell’amore

Cos’altro nel nome dell’amore

Nel nome dell’amore

Cos’ altro nel nome dell’amore

Un uomo preso nel reticolato

Un uomo resiste

Un uomo sospinto su una spiaggia deserta

Un uomo tradito da un bacio

Nel nome dell’amore.

Buona musica insieme a buoni testi: un capolavoro – al solito, fra i meno conosciuti, insieme a Henna, quello che parla dell’Amore che ci salverà… – è Apriti cuore (1990) di Lucio Dalla. Poche parole che invitano un cuore a non restare nascosto senza dire niente, a non imprigionarsi nella razionalità, a non negarsi a un gesto d’amore tenendosi lontani dagli altri. Il poeta invita ad amare le cose fuori di noi, a cercare energie preziose per la vita, ad aprirsi agli altri per vivere in modo autentico, nel niente che vuol dire farsi riempire dall’amore per gli altri.

…apriti cuore

Non stare lì in silenzio senza dir niente

Non ti sento, non ti sento, da troppo tempo non ti sento

E ti ho tenuto lontano dalla gente

Quanti giorni passati senza un gesto d’amore

Con i falsi sorrisi e le vuote parole… Non lasciarlo mai solo come ho fatto io

Lascia stare il potere, il denaro non è il tuo Dio

O anche tu rimarrai senza neanche un amico…. Cambierò, cambierò

Apriti cuore, ti prego, fatti sentire

Cambierò, tornerò

Come un tempo padrone di niente

C’è spazio anche per un ascolto interiore, un monito che sale dal profondo. Per essere in un’epoca che osteggia la bontà in tutti i modi, vi è ancora qualcuno che riconosce le vene aurifere dell’anima umana. Sprazzi di luce in mezzo a diluvi di parole e situazione di tutti i tipi, quasi piccole richieste della coscienza che con parole e note si elevano nell’arte. Vi si può riconoscere un umanesimo positivo ma il bello artistico, per sua natura non spiegabile, non è già qualcosa che rimanda a un Assoluto?

C’è una voce che

È dentro te

E si libera

Più forte se

Gridi il tuo bisogno d’amore

Con tutta la voce che c’è… La senti per le strade

E sopra i marciapiedi

Negli occhi di chi ha fame

Di chi non sta più in piedi

È la voce che

Sarà con te

Ogni volta che

La vita c’è

E non ti abbandona perché

È la voce più vera che c’è

E parla della gente

Piegata sotto il sole

Dentro i campi di cotone

È nera di sudore

E quando arriva fino all’anima

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