bambini
N.21 Maggio 2021
Le domande dei piccoli
non chiedono che… la verità
I perché di una bimba di 5 anni aprono la questione del senso e chiedono una relazione di fiducia che gli adulti non possono tradire se vogliono salvare il futuro
«Dimmi la vera verità»: così si rivolgeva alla sua mamma Sofia, una bambina di cinque anni, dopo averle chiesto come nascessero i bambini. Con questa tautologia Sofia non solo richiedeva una risposta aderente alla realtà ma, soprattutto, lealtà e sincerità.
Ma quale era la verità sull’origine della vita e, nella fattispecie, della vita umana? Erano la biologia e la fisiologia del corpo umano le fonti della verità? Se cosi fosse tutti nasceremmo allo stesso modo invece ci sono bambini che nascono per amore, altri per caso, altri ancora in seguito ad una violenza e, ancora, altri in una provetta. La responsabilità della madre richiedeva parole all’altezza del senso della domanda di Sofia che, come tutti i bambini, non voleva essere ingannata.
«Cosa è la verità» è la domanda che ha attraversato la storia dell’umanità; è la domanda che Pilato rivolgeva a Gesù ottenendo solo silenzio. Perché quel silenzio? Forse perché sussiste una radicale inimicizia tra verità e potere dal momento che l’irrealtà della forza attenua le emozioni, spegne le reazioni morali, imbavaglia i sentimenti: situazioni tutte indispensabili alla creazione di parole che pretendano di essere vere.
La domanda di Sofia andava oltre una lezione di educazione sessuale, non richiedeva un monologo che qualsiasi esperto saprebbe tenere in modo egregio. Esigeva un dialogo che consentisse di sostituire la sua voce all’ascolto della voce dell’altro.
Quali erano le fantasie di Sofia maturate dopo la visita di un’amica incinta di mamma?
Quali discorsi aveva sentito da adulti incuranti della sua presenza, convinti che fosse impegnata nel suo gioco preferito?
I bambini sono dotati di un’acutezza d’udito e di vista insospettati da un adulto. L’immaginario di Sofia doveva essere ascoltato, con lei doveva essere costruita la risposta a una domanda che chiedeva ragione del senso della sua stessa vita.
È sorprendente e provocatoria la capacità che i bambini hanno di tener desta la domanda di senso, è straordinaria la loro curiosità che non è solo desiderio di sapere ma è anche cura da cui traspare il loro amore. La catena dei loro perchè non si esaurisce, continua ininterrotta fino al perché ultimo.
La modernità ha espulso la domanda di senso ritenendola irrisolvibile e, pertanto, inutile. Ha preferito investire sulla certezza e sicurezza dei numeri, dei calcoli, dei risultati. Controllare e prevedere avrebbe garantito la salvezza dell’umanità. Alla scienza e alla sua primogenita figlia, la tecnica, tutti siamo debitori in termini di salute e di benessere anche se qualcuno ne beneficia più di altri. La liberazione promessa ha però dovuto fare i conti con la fragilità che compare quotidianamente nelle vicende della vita e che rappresenta quella fessura da cui passa la luce che orienta verso la verità di cui continuiamo ad avere bisogno.
I bambini ne sono testimoni: Sofia vuole capire come sia possibile la sua esistenza, desidera conoscere la verità del suo esserci e si affida a chi può aiutarla. La parola della madre ai suoi occhi è la verità.
Ciascuno di noi è fatto di parole: siamo le parole ascoltate e pronunciate, ma, mentre all’adulto capita di diffidare delle parole perché egli stesso le usa come inganno, in Sofia la parola (in modo particolare quella della madre) è indubitabile.
Nell’atto di fidarsi e di affidarsi sta lo svelamento dell’errore della domanda posta da Pilato: non «cosa è la verità» ma «chi è la verità?« è la giusta domanda per cercare la direzione del cammino.
Sofia, come tutti i bambini, mostra che non può esserci verità al di fuori da una relazione di fiducia. All’adulto la responsabilità di non tradirla, pena la perdita di futuro di una comunità.
Si dovranno trovare le giuste parole, la adeguata narrazione perché i bambini, attraverso il processo di imitazione degli adulti, imparino a distinguere la bugia dalla verità, apprendano l’arte del dialogo e il valore della comunità.
«Nessuno si salva da solo»: di questa verità i bambini sono testimoni. La potenza della relazione di fiducia che i bambini ci insegnano richiama gli adulti, qualsiasi sia il ruolo ricoperto all’interno della società, a dire sempre la verità, a sola che rende possibile a un bambino di diventare un uomo libero.