eroi

N.18 Febbraio 2021

EDUCAZIONE

I modelli che i ragazzi ci chiedono di essere

Quali sono i valori che portano un adolesecente a scegliere oggi i suoi "eroi" e provocano gli adulti ad esserne all'altezza

Qualsiasi indagine di mercato o sondaggio sui comportamenti in rete ci rimanderebbe immagini distorte della dimensione profonda, atavica e inquieta degli adolescenti del nostro tempo. Non facciamoci sviare dall’utilizzo massivo degli ultimi social di grido, dai seguitissimi youtuber o dai fashion blogger più rinomati.
Che siano segnali dell’assenza di eroi e modalità semplici per colmare il vuoto?
Che siano semplici idoli e promesse accessibili di identità appaganti scelte come ripiego davanti alla fatica del mondo adulto?
Lo snodo chiave è risalire non tanto agli idoli più diffusi tra i giovanissimi ma alla questione profonda di quali siano i valori oggi ritenuti tali e come stia avvenendo il processo di trasmissione ereditaria tra le generazioni.
Questo tempo ci ha riconsegnato con forza quanto l’incrocio tra sguardi sia il baluardo ineliminabile della relazione educativa, in grado di sopravvivere anche alla dad e a qualsiasi dispositivo di sicurezza e distanziamento sociale. Appena sotto la frangia incappucciata e a filo di mascherina gli occhi degli adolescenti continuano a interpellarci e a far trapelare la provocazione che essi sono per noi adulti.

Nelle nuove generazioni la sete di vita è invariata, come l’esigenza radicale di testimoni coerenti, le risorse e potenzialità dei ragazzi e delle ragazze sono inimmaginabili per noi del secolo scorso. È vero, tutto ciò è declinato a modo loro perciò spesso è urlato, rinfacciato, provocatorio, negato all’eccesso ma ciò sta proprio nella modalità comunicativa degli adolescenti. I loro occhi hanno conservato la capacità dell’età dell’infanzia di riconoscere istantaneamente la purezza e l’autenticità del mondo adulto, lo sguardo adolescenziale non ha dismesso la capacità di empatia e di attenzione ai dettagli che raccontano del cuore profondo delle persone che sono intorno a loro. Sono poi spietati nel rimandarlo e radicali nel pretenderlo dai grandi pur non essendo loro ancora capaci di costanza e coerenza.

Siamo pronti ad ascoltarli
per poi accompagnarli
nella traversata che richiede
anche la nostra conversione?

La questione del valore è dirimente: gli adolescenti sanno benissimo riconoscere quanto siano preziose alcune relazioni costitutive per l’umano: l’amicizia, la fratellanza, l’essere figli, l’importanza di essere famiglia. Il problema è quando toccano con mano l’inconsistenza del mondo adulto o il tradimento di tali valori nella vita quotidiana dei grandi. Ciò porta a rifiuti radicali, provocatori e denigratori che li spinge ad abbracciare dinamiche opposte proprio per rimarginare le ferite subite o per evitarne ulteriori. Il problema oggi non sono tanti gli eroi che i nostri figli hanno o non hanno ma è la nostra incapacità di essere testimoni credibili, siamo poco convinti di quanto la realtà che viviamo meriti di essere amata e siamo spaventati dalla fatica a essere persone radicali nel vivere per l’altro.
I ragazzi non ci chiedono di essere supereroi o superuomini, ma adulti in grado di accompagnarli nell’attraversare la complessità, la fatica e la bellezza del diventare grandi. Un adulto è molto più credibile quando sa raccontare il proprio sforzo nel rialzarsi da una caduta piuttosto che nell’ostentare la propria onnipotenza effimera. Lo sguardo adolescenziale è vigile, severo, esigente, ci chiede di concretizzare la bellezza del vivere e la potenza del mettersi a servizio; se non sappiamo fare questo è fisiologico che il loro occhi si posino altrove, su modelli ed eroi fittizi e caduchi.
La richiesta enorme che ci fa il mondo adolescenziale è di essere comunità adulta votata alla santità e non all’idolatria. Probabilmente la fatica strutturale nel rapporto tra adulti e adolescenti risiede tutta qui, per certi versi noi adulti ci spaventiamo dell’immagine che gli adolescenti ci rimandano di noi stessi. Involontariamente gli adolescenti ci rimandano, a loro modo, i valori che gli stiamo trasmettendo.
Loro sono pronti a intraprendere un cammino insieme a noi, noi invece? Siamo pronti ad ascoltarli per poi accompagnarli nella traversata che richiede anche la nostra conversione? Siamo pronti a scoprirci nello sguardo degli adolescenti e ad accompagnarli a scoprire la loro vocazione?
Siamo pronti a fare i conti con l’eredità che stiamo lasciando loro ammettendo le nostre fatiche, i nostri desideri e provando con loro a intraprendere il percorso verso la santità? Credo profondamente nel bisogno che gli adolescenti hanno di noi adulti, adulti forti perché consapevoli di essere fragili e profondamente innamorati della realtà.

«Credo che i veri eroi di oggi non siano quelli invincibili dei miti e delle leggende, ma i padri di famiglia che lavorano duro per non far mancare nulla, le donne che da sole crescono i figli, i ragazzi che pensano anche agli altri… ecc. Questi piccoli grandi eroi sono, però, come scintille di luce nella più totale oscurità: sono segni di speranza, ma da soli non bastano».

Vera, V Liceo Classico