nodi
N.10 Aprile 2020
Lo stile cooperativo per risollevarsi insieme
Le conseguenze economiche dell'epidemia colpiranno duramente Banche come il Credito Cooperativo preparano misure straordinarie per sostenere famiglie e imprese secondo un «patto con il territorio» che può diventare modello di solidarietà e coesione sociale
La pandemia da Covid-19, in questa sua fase ancora espansiva, fa focalizzare naturalmente l’attenzione dell’opinione pubblica in particolar modo sull’emergenza sanitaria e su problematiche di carattere sociale che chiedono risposte stringenti e soluzioni concrete per fermare il contagio il più presto possibile.
Il tempo sarà, infatti, un fattore fondamentale: vincere rapidamente la battaglia contro il Coronavirus significa, oggi, salvare vite umane e, nell’immediato futuro, consentire al Paese di far ripartire con la giusta determinazione il motore dell’economia. Già perché, ad emergenza sanitaria rientrata, si dovrà fare i conti con le cicatrici che questa epidemia avrà lasciato sulla pelle del nostro tessuto imprenditoriale, su quell’economia reale che in un territorio come Cremona, ad esempio, è fatta soprattutto da piccole aziende agricole, artigiane e manifatturiere. Settori che tradizionalmente hanno sempre saputo dare lavoro a migliaia di cittadini, generando reddito e contribuendo alla tenuta economica e sociale della nostra provincia.
Fa male sentirsi improvvisamente fragili di fronte ad una situazione tanto inaspettata quanto drammatica, ma è proprio dalla consapevolezza di questa nostra fragilità che dobbiamo essere pronti a cogliere la possibilità di un cambiamento che possa migliorarci e migliorare di conseguenza il mondo che ci circonda.
Essere una Banca di Credito Cooperativo significa rimanere fedeli a quella vocazione che ci vede da sempre accanto agli operatori economici locali, sostenendo lo sviluppo del nostro territorio attraverso la promozione di valori come la cooperazione e la coesione sociale, così come previsto dal nostro Statuto.
Spesso diciamo di essere banche “differenti”: ebbene, è proprio di fronte ad una crisi come quella che stiamo vivendo che arriva l’occasione di dimostrarlo pienamente con i fatti, mettendo a disposizione delle aziende, da quelle micro alle piccole e alle medie, una serie di interventi straordinari finalizzati a mitigare le conseguenze economiche dell’epidemia, oltre a quelle già contenute nel Decreto “Cura Italia”, emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Una scelta che vuole rafforzare il patto stretto con il nostro territorio, nella piena convinzione che il modello BCC rappresenti ancora -più che mai- un esempio virtuoso nel suo orientamento al mutualismo ed al localismo.
Così come importante sarà il coinvolgimento delle società del Gruppo Bancario Iccrea di cui facciamo parte, insieme ad altre 135 Banche di Credito Cooperativo presenti nel nostro Paese. Mi riferisco, in particolare, alle società della divisione impresa (Iccrea Banca Impresa, Bcc Lease e Bcc Factory) con le quali studieremo delle agevolazioni ad hoc e ci coordineremo per dare risposte univoche, condivise e significative a imprese e famiglie.
Le parole chiave per uscire da questa situazione estremamente complicata sono dunque: cooperazione e solidarietà.
Concetti che devono essere ritenuti prioritari nell’attività di tutti, dalle istituzioni alle associazioni, dall’imprenditore al singolo cittadino.
Ognuno è chiamato a fare la propria parte per il bene comune.
E se la speranza è un insieme complesso di incertezze che ci sprona ad agire e a prendere decisioni, mi piace pensare che l’esempio dato dal nostro modello cooperativo possa dar vita ad una sorta di “nodo” nel quale si intersecheranno tutte le forze di un territorio; non soltanto per risollevarsi, ma per diventare più forti di prima.
*Presidente di Banca Cremonese, ora Credito Padano, dal 2008