acqua

N.09 Marzo 2020

VIAGGI

A scuola di vita sul brigantino

Paesaggi, regole ed emozioni Il racconto dell'esperienza di un gruppo di studenti in navigazione attorno alla Penisola a bordo di Nave Italia

foto cortesia Ial Lombardia

«Un’esperienza unica di quelle che se non la vivi difficilmente puoi capire».

Questa è una delle frasi più frequenti dei ragazzi mentre sbarcano da Nave Italia. Ancora stanno ripensando ai colori, ai profumi e ai rumori del mare e cercano di raccontare l’esperienza vissuta su quel brigantino che a tratti sembra essere un po’ magico.

Nave Italia è un brigantino goletta lungo 61 metri oggi adibito a navigazioni in favore di progetti sociali. Questa splendida imbarcazione, di proprietà della Fondazione Tender To Nave Italia Onlus (costituita dallo Yacht Club Italiano di Genova e la Marina Militare) solca il mare Mediterraneo grazie ad un equipaggio davvero speciale. Una ventina di marinai e altrettanti ospiti che per 5 giorni diventano un unico equipaggio. Ogni settimana un gruppo che si rinnova lungo tutta la campagna che dura poco più di sette mesi ogni anno da aprile a ottobre. Gli ospiti della nave sono associazioni non profit, onlus, scuole, ospedali, servizi sociali, aziende pubbliche o private che promuovano azioni inclusive verso i propri assistiti e le loro famiglie.

Anche io, diverse volte in questi ultimi anni, sono stato imbarcato grazie a dei progetti che lo Ial Lombardia, Impresa Sociale che opera nel settore della formazione professionale, ha ideato e messo in atto a favore di diversi studenti dei suoi corsi.

Ogni volta un gruppo misto di grafici, cuochi e meccanici hanno vissuto un’esperienza formativa e umana che ha fuso elementi propri della navigazione con quelli del fare la scuola in modo nuovo e non convenzionale portando i ragazzi ad aprire gli occhi e la mente.

Ci si ridimensiona
di fronte ad una natura
che scandisce le giornate
secondo i suoi tempi

Su Nave Italia ci si confronta con i propri limiti. Si vive a stretto, strettissimo contatto con gli altri perché gli spazi sono essenziali. Ci si ridimensiona di fronte ad una natura che scandisce le giornate secondo i suoi tempi e non secondo i nostri desideri. Se c’è vento si naviga. Se c’è troppa onda non si può nemmeno uscire dal porto.

Ci si emoziona scorgendo da un oblò il sole che sorge. Si torna bambini quando navigando vedi a dritta due delfini che saltano tra le onde. Si prova un po’ di paura quando si sale a riva sulle griselle che sono quelle scale di corda che ti permettono di salire sull’albero e arrivando in coffa riesci ad ammirare tutto intorno il mare di un blu che non credevi nemmeno esistesse. Ci si sente infinitamente piccoli quando si fa il bagno al largo di capri e mentre guardi in su e vedi oltre quaranta metri di albero maestro. Ci si sente orgogliosi quando insieme agli altri si è impegnati in manovra ad issare una vela o quando si riesce finalmente a fare alla perfezione un nodo. Ci si sente impotenti quando il mal di mare ti costringe in plancia a pregare che qual dondolio smetta per sempre. Si sta in silenzio al tramonto quando si ammaina la bandiera mentre qualcuno recita la preghiera del marinaio. Si va in branda stanchi la sera dondolati dalle onde del mare alla fonda.

Il mare diventa maestro di vita in quei giorni di navigazione che sembrano sempre essere troppo pochi ma che una volta sbarcati scopri essere stati più che sufficienti per intessere relazioni diverse.

Rimangono impressi i luoghi, i colori, i profumi ma soprattutto i momenti, tanti, belli e intensi in cui c’è stato modo di fermarsi a chiacchierare coi ragazzi, coi colleghi o con i marinai che volentieri si raccontano e condividono aneddoti che affascinano e che mostrano un’umanità e un’attenzione all’altro che va di pari passo ad un’indiscussa professionalità.

Ci sono regole da rispettare, significati di fischi da comprendere, compiti da svolgere, ordini da eseguire e nuove parole da imparare. Del resto andar per mare è anche questo. Un mondo diverso che ti permette di vedere le cose e le persone da un’altra prospettiva.

L’esperienza di Nave Italia si compone di tre fasi. Un pre-imbarco dove si creano delle aspettative ma anche si convive con la preoccupazione per una nuova avventura. Un imbarco dove si gusta qualcosa di incredibile. Un post-imbarco dove si cerca di raccontare un viaggio che non è una gita ma si scopre essere stata un’esperienza che davvero non dimenticherai. E intanto negli occhi hai i colori, nel naso i profumi e nelle orecchie i rumori del mare.