acqua

N.09 Marzo 2020

L'INIZIATIVA

Nel laboratorio dei tappi, fabbrica di solidarietà

Un gruppo di volontari e ospiti di Fondazione Sospiro raccolgono, smistano, riciclano i tappi delle bottiglie che finanziano cure e attività benefiche

Il rumore del silenzio è rotto solamente dal tintinnio dei tappi: quando abbandonano le mani sapienti e operose di Paola vengono accolti in una vaschetta del gelato riciclata. È solo il primissimo passaggio di una incredibile “catena di montaggio”, di fatto un modello efficace ed efficiente di rete territoriale. Per tutti si chiamano “tappi della solidarietà”. Paola, Residente di Fondazione Sospiro, è uno dei cuori pulsanti di un progetto educativo che ha mobilitato un’intera provincia, ed è stato capace, nell’epoca dei social network, di varcare i confini cremonesi.Tutto è iniziato nel 2006 grazie ad una brillante intuizione del Gruppo Anonimo Volontari di Sospiro, il cui responsabile, oggi, è Giorgio Rampi: perché non istituire una raccolta differenziata di tappi di plastica provenienti da bottiglie d’acqua, bibite e detersivi, venderli a chi poi li ricicla e con i proventi finanziare attività benefiche? Vengono coinvolti personale dell’Istituto Ospedaliero di Sospiro, i familiari degli ospiti della struttura, scuole primarie e secondarie di Sospiro, Solarolo Rainerio, Motta Baluffi, Grontardo, Malagnino e Vicobellignano. Ma anche l’Anffas Cremona Onlus e l’Azienda Casearia Auricchio. C’è chi lascia i tappi in portineria, chi in sagrestia.Questi piccoli oggetti, la maggior parte circolari, vengono selezionati con cura dai volontari, poi consegnati alla Seoran di Sesto ed Uniti, per essere macinati all’interno di un mulino, riutiliizati come granulato per fabbricare prodotti per l’edilizia ed il giardinaggio. Oggi la cernita dei tappi, operazione fondamentale, grazie ad un progetto educativo, viene effettuata anche dai residenti medio/gravi di Fondazione Sospiro. Daniela, educatrice, ha dedicato la propria vita lavorativa a questi ragazzi. A Sospiro lavora da quarant’anni: «Con loro ho pianto, riso, mangiato, li ho accompagnati nei soggiorni marini. Li rimprovero, se necessario. E sottovoce si dicono: lo fa per il nostro bene». Gestisce questo laboratorio con cura materna, nel rispetto di un contesto “lavorativo” nel quale ognuno ha i propri compiti. Dagli occhi vivaci e dalle mani svelte di Amelia passa il riparto dei tappi: avvicina a se il carrello e prepara le scatole per gli altri. I guanti sono indispensabili perché nei contenitori dove vengono riversate tutte le consegne è stato ritrovato di tutto: monete, chiodi, aghi, un mazzo di chiavi per una porta di sicurezza, persino una banconota da cinque euro ripiegata su stessa ed incastrata nella fessura di una chiusura di un detersivo.

In due mattine vengono selezionati
200 chilogrammi di tappi di plastica
pronti per essere consegnati

Paola divide i tappi bianchi da quelli colorati con estrema precisione. Poi li monda per togliere le impurità e tutto ciò che non è plastica, li prepara per la consegna. Teresa qualche mese fa si è rotta il femore. Porta con estrema eleganza e disinvoltura i suoi 80 anni. Con Maria Grazia si scambiano sguardi di intesa. Giuseppe mi stringe la mano, sorride, poi torna velocemente nella propria postazione. Di fianco a lui una bacinella piena di tappi metallici messi da parte per essere scartati. Tre volte la settimana si occupa anche di triturare la carta degli uffici. Ermanno dalla parte opposta del laboratorio fabbrica collane per le proprie compagne di lavoro. Raramente ho percepito con tanta chiarezza un senso di organizzazione del lavoro. In due mattinate le settimana vengono selezionati 200 chilogrammi di tappi di plastica pronti per essere consegnati. In questi anni ne sono stati conferiti e smistati oltre 38 mila chili, 380 quintali. Un numero impressionante. Con la loro vendita, sono state acquistate trentasei sedie a rotelle e due climatizzatori portatili: «Quando, per la prima volta, mi hanno consegnato un assegno di 600 euro ci ho creduto». Giorgio Rampi me lo confessa entusiasta. Lo scorso 31 gennaio, alla presenza del presidente Giovanni Scotti, del direttore generale Fabio Bertusi, del coordinatore dei laboratori Gianluca Rossi, sono state donate cinque sedie a rotelle nuove, una delle quali ad Anfass. Il telefono di Daniela, nel frattempo, continua a squillare. Dall’altra parte della cornetta una realtà del Sud Italia, lontana centinaia di chilometri da Sospiro: «Vorremmo spedirvi dei sacchi di tappi di plastica. Come possiamo fare?».