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N.40 aprile 2023

FAMIGLIA

Joel e Isaac, papà e figlio sulle strade della musica

Una chitarra a dua manici e il violino regalato dal nonno si accordano nelle vite di due musicisti speciali, che portano la loro arte nelle piazze del mondo. «La strada ci ha insegnato a non avere paura di sbagliare, di entrare in relazione»

Joel e Isaac suonano uno di fianco all’altro. Li distingue l’età, li accomuna il colore degli occhi, la melodia che sprigiona dal violino e rimbalza tra le corde di chitarra. Padre e figlio, uniti dalla passione per la musica e dal desiderio di farne una scelta di vita. Per capirsi basta poco, uno sguardo, un cenno del capo, utile a sincronizzare la frequenza che trasforma le note in un momento irripetibile. La strada è il loro palcoscenico, che ogni giorno richiama un pubblico diverso. La magia sta nel catturare l’orecchio dei passanti, fermare il loro passo, sospendere il tempo per qualche istante sulle note di una canzone riconosciuta al volo.

«Ogni strada è un mondo, ognuna ha un suo modo», afferma Joel mostrando i palmi delle mani.

L’accento tradisce le origini brasiliane, complice di quella saudade che risuona ritmica nelle sue parole. La sua avventura inizia nel 2013, quando vola a Dublino per vivere come busker, artista di strada. Dalla celebre Grafton street conquista rapidamente l’accesso ai locali irlandesi, dove incanta il pubblico con il “two hand tapping”, tecnica sviluppata in Brasile che pratica con stupefacente abilità sulla sua chitarra a due manici. Vorrebbe farla conoscere nel vecchio continente, sulle orme di quel “sogno europeo” maturato all’altro lato dell’oceano.

«Il Brasile è terra di migrazioni – racconta – le nostre radici sono intrecciate con quelle italiane, francesi, polacche…e questo ha una risonanza profonda». Da qui l’idea di partire per l’Italia e fare della musica di strada una professione.

«Pensarla come un lavoro non è scontato – ride –. Quando sono partito mi hanno chiesto se fossi matto! Anche mio padre era scettico, convinto che di musica non si campa. Eppure è stato lui a regalare un violino a Isaac». L’uomo posa una mano sulla spalla del figlio, che racconta di quel saggio portato a termine grazie allo strumento donato dal nonno. «L’aveva acquistato da un suo conoscente, che campava di musica ed espedienti. Quel giorno lo prestò a me, e dopo l’esibizione me l’ha regalato con le lacrime agli occhi. L’ho portato in Italia, ho cominciato con lui».

La prima tappa è Vicenza, dove Isaac a soli nove anni inizia ad esibirsi con il padre, per poi calcare la scena del Ferrara Buskers Festival tre anni più tardi. «Era un’occasione incredibile, ma quasi non me ne rendevo conto – racconta – Ero curioso, avevo voglia di suonare». Con l’esperienza impara a leggere il pubblico, a capire quale canzone può catturarlo e quale lascia indifferenti. «Ci vuole grande forza di volontà per restare – svela – spesso si ricevono applausi, complimenti, ma basta una brutta parola o un rifiuto per cambiare colore alla giornata. Sembra impossibile, ma ci sono ancora città che dicono no alla musica».

Joel scuote la testa: «Fare l’artista di strada spesso non è considerato un lavoro. O sei bravo o non puoi farlo». Tra le grandi incognite, l’instabilità: «Basta una giornata di pioggia per cambiare i piani. L’unica certezza che hai è che oggi non sarà come domani». Lancia uno sguardo al figlio. «La strada ci ha insegnato a non avere paura di sbagliare, di entrare in relazione. La libertà è la chiave: per me non c’è cosa più bella che aprire la finestra del camper e trovarmi ogni giorno in un luogo diverso. Spiagge, piazze, laghi… ognuno con la propria energia».

Da qualche anno Cremona è diventata la loro casa, un luogo da cui partire dove tornare. «È come una vita in vacanza – prosegue Joel – avere mia moglie e i miei figli con me l’ha resa possibile». Isaac sorride: «Qui ci siamo ritrovati – afferma – il tempo trascorso a suonare con mio padre è prezioso, è ciò che conta».

Ora frequenta il liceo musicale con ottimi risultati: «Mi piace vivere la strada – afferma – ma studiare è il mio modo di andare oltre, per scrivere la mia storia, con coraggio e ottimismo». Abbassa lo sguardo sul violino e intona una canzone dei Coldplay, la sua preferita: Viva la vida.