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N.50 maggio 2024

dall'archivio di Riflessi

Esplorare la Rete una homepage alla volta

La homepage di un sito è il punto di partenza per abitare il web senza abbandonarsi agli algoritmi dei social

foto Glenn Carstens Peters Su Unsplash

Sono molti i motivi per cui noi italiani non siamo fortissimi con le lingue straniere, che oltretutto probabilmente riteniamo inferiori alla lingua di Dante e del tutto inadeguate a cogliere le infinite sfumature di significato e pennellate di colore con cui i nostri maestri della pittura e della letteratura hanno raccontato nel corso dei secoli l’Italia e il mondo intero.
Ancora oggi, in un’era in cui gli strumenti di conoscenza e apprendimento sono numerosi e alla portata di tutti, siamo uno dei pochissimi paesi al mondo che doppiano tutto il cinema straniero, considerando i sottotitoli inadeguati a una corretta fruizione di film, serie tv e addirittura documentari. Sarà per questo che siamo così poco avvezzi a cogliere le sfumature di significato delle altre lingue, che del resto hanno spesso meno vocaboli e declinazioni della nostra e forse ci sembra addirittura assurdo che, con così pochi termini, si possano dire così tante cose.
Tra le sfumature che ci sfuggono c’è probabilmente quella del termine homepage usato per la pagina principale di ogni sito web. Per la maggior parte di noi home significa infatti solamente casa, in inglese, e a stento riusciamo a comprendere o a ricordare la differenza con la parola house, ma entrambe hanno un gran numero di sfumature di significato.
Quella home va intesa infatti come “punto di partenza” e non come casa in senso letterale, ma non è affatto fuori luogo prendere il via da quel “misunderstanding” e considerare l’homepage come l’ingresso ben ammobiliato di quella piccola casa online che è ogni sito internet.
Cos’è infatti la Rete se non un’immensa città con infinite strade e moltissime “case” da esplorare? Se capiamo questo ci rendiamo facilmente conto di quanto sia fondamentale un sito internet per essere presenti in Rete e questo vale per le singole persone (professionisti, artisti, imprenditori, manager, sportivi e moltissimi altri), per le organizzazioni (aziende, associazioni e gruppi, enti…) e per tutto il resto.
Negli ultimi anni si sente spesso dire che i siti internet sarebbero ormai al declino, di fatto ormai rimpiazzati dai social media e dalle molte possibilità e strumenti del web, ma non è così. Se ci addentriamo ancora di più nella metafora della casa, la differenza tra essere presenti soltanto sui social media e avere un sito è quella che passa tra avere una casa e vivere in albergo. Ovviamente ad alcuni questo conviene, ma benché nel caso dei social media la permanenza in un alloggio non di proprietà sia estremamente economica, se non addirittura gratuita, avere una “casa propria” online rappresenta qualcosa di completamente diverso e offre molte più opportunità.
Prima di ogni altra cosa perché è casa nostra e possiamo gestire in completa autonomia ogni aspetto della nostra presenza in Rete, dallo stile (grafica, colori, layout del sito) ai contenuti, decidendo da soli se accettare commenti e interazioni da parte di altri utenti, cosa aggiungere, cosa e quando cancellare, senza dover attendere i tempi e le disponibilità delle piattaforme.
Abitare “in albergo” online presenta infatti numerose incognite e problematiche, che talvolta sfociano in gravi problemi di convivenza e di relazione.

La differenza tra essere presenti
soltanto sui social e avere un sito
è quella che passa tra avere una casa
e vivere in albergo

Qualunque sia la formula con la quale prendiamo dimora su Facebook, Instagram, Twitter e tutti gli altri, infatti, qui profili e quelle pagine non sono nostri, così come i contenuti che ci carichiamo, che di fatto cediamo alle piattaforme in cambio della possibilità di pubblicare qualcosa online e di interagire con gli altri. Comodo, semplice, economico, ma dove non c’è da faticare c’è sempre qualcosa da rimpiangere, come sappiamo bene. Nella maggior parte dei casi niente di grave o di irreparabile, ma se non impariamo che il nostro profilo Facebook è tutt’altro che nostro e che qualsiasi spazio di cui usufruiamo in Rete non ci appartiene mai davvero, la nostra presenza in Rete sarà sempre “in prestito” e le nostre possibilità saranno sempre limitate.
Ecco perché la homepage di un sito internet è a tutti gli effetti un punto di partenza e un bell’ingresso di una casa di nostra proprietà in cui chi verrà a trovarci non troverà altro che ciò che noi vogliamo che veda o che faccia.
In un sito ogni singola “stanza” della casa può essere chiusa a chiave, limitata soltanto ad alcuni utenti, resa disponibile soltanto in determinati periodi o a determinate condizioni. Siamo noi che decidiamo come “arredare”, cosa pubblicare, a chi rivolgerci e dal sito possiamo interfacciare pressoché tutti i canali e tutti gli strumenti della Rete, compresi i social media, che possiamo utilizzare al meglio proprio a partire dal sito e dai suoi contenuti.
La casina che vediamo nei menu e sulla pagina principale dei siti è dunque molto più che una convenzione: è un’idea ben precisa di casa, intesa come punto di partenza per una conoscenza e relazione in Rete molto più articolata e personalizzata di quella offerta dai canali e dagli strumenti pubblici, che pure hanno la loro indiscussa utilità e importanza.
Ovviamente oltre alla casa possiamo acquistare “la via” sulla quale la costruiamo, ovvero il dominio cui il sito risponderà, tutelando il nostro nome o brand e assicurandoci che chi ci conosce possa trovarci in Rete semplicemente digitando il nostro nome sui motori di ricerca.
Un motivo in più per valutare la realizzazione di un sito, oltre alla presenza sui social media.