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N.41 Maggio/Giugno 2023
Il tempo della scuola è proprio per tutti
Nel progetto "Il tempo ritrovato" alunni, insegnanti e genitori si impegnano insieme per ritrovare luoghi, momenti e valori che partendo da una "nuova scuola" costruiscono il futuro di una comunità
«Speriamo che l’anno prossimo possiamo tornare a scuola e stare con i banchi vicini come prima»; «E speriamo che durante l’intervallo possiamo incontrare anche gli amici che non sono nella nostra stessa classe».
Giulia ha 11 anni e ha finito la prima media, Marta di anni ne ha 8 e deve andare in terza elementare. Sono sorelle. Per loro la scuola ai tempi del covid è stata «strana e nuova» e sperano «che adesso tutto pian pianino possa migliorare».
Già, migliorare, ma come?
La scuola cremonese post-emergenza riparte anche da loro, da Giulia e Marta.
Lo fa con un progetto intitolato “Il tempo ritrovato”, che dura fino al 2024, finanziato grazie ai fondi del Piano per il Diritto allo studio del Comune di Cremona che lo promuove e lo coordina in collaborazione con la Rete degli istituti comprensivi della città di cui l’Istituto comprensivo Cremona Cinque è capofila.
Il progetto coinvolge bambini e ragazzi, insegnanti, genitori degli istituti comprensivi di Cremona e cittadini e vede la partecipazione di professionisti in ambito pedagogico ed educativo, come Daniele Novara, Maura Gancitano e l’Associazione Parole O_Stili.
Gli obiettivi?
Ridare alla scuola il proprio valore di luogo privilegiato della formazione della persona, oltre che di luogo dell’apprendimento; e fare rete tra le varie scuole, con il Comune e la città, costruendo una coprogettazione inedita e non scontata per supportare la comunità educante durante e dopo l’emergenza.
Per “fare una nuova scuola”, anche a partire da ciò che la pandemia ci ha insegnato, i genitori e gli insegnanti sono protagonisti.
Genitori e insegnanti come Chiara e Sergio, mamma e papà di Giulia e Marta. Lei maestra di sostegno alla scuola primaria, lui insegnante e referente covid del suo istituto.
Da mamma, «credo che i genitori abbiano un po’ di più compreso il lavoro che sta dentro ad una giornata scolastica», dice Chiara commentando i mesi appena trascorsi. E siccome per migliorare occorre anche ripartire dal “buono”, da insegnante «tra le cose da mantenere, mi piace porre l’attenzione su una maggiore cura all’igiene e sull’opportunità di svolgere alcuni organi collegiali in remoto. Inoltre è stato piacevole rimpossessarsi degli spazi all’aperto da far vivere ai ragazzi».
Oltre a strumenti e modalità, i temi: «Ritrovare il tempo per la scuola – aggiunge Sergio – significa ritrovare il tempo per le relazioni significative, quelle cariche di essenzialità e di valore, ritrovare il tempo per lo stare insieme».
E allora ecco che questioni come il conflitto e il digitale diventano prioritarie. «Il tempo del conflitto – continua Sergio – è senz’altro anche il tempo del confronto. Un conflitto condotto bene conduce sempre ad un confronto. La sua risoluzione sia che avvicini, sia che allontani i protagonisti, pone una continuità o una fine di una relazione. Il tempo del digitale è il tema più importante del momento. Da quello dipende la gestione di tante relazioni. L’obiettivo è ancora una volta la gestione efficace di queste relazioni, sebbene digitali».
«Ritrovare il tempo per la scuola – dice Chiara – secondo me vuol dire ripensare ad una scuola in cui gli alunni stiano bene con i loro coetanei, con gli insegnanti e con le strutture che li ospitano per buona parte della loro giornata».
Dentro e in relazione con una città intesa come comunità educante. «Quello che dico sempre alle famiglie – commenta Sergio – è che la scuola non può farsi carico di tutto. La scuola, proprio come la famiglia, come le diverse agenzie educative, ha un pezzettino di compito educativo nei confronti del minore che ha in carico. Non può essere demandato tutto il compito alla scuola come non può essere demandato tutto alla famiglia o alle diverse esperienze educative. Se ciascuno fa bene il suo pezzettino, il bambino non può che crescere sano, completo e riconoscente nei confronti di chi si è occupato di lui». E allora, nessuno si senta escluso da questo percorso per ritrovare il tempo per la scuola, un tempo che appartiene ai bambini e ai ragazzi, come Giulia e Marta, alle famiglie e agli insegnanti, come Chiara e Sergio, alla scuola, alla città.