segni

N.51 Giugno/Luglio 2024

mestieri

Tra design e artigianato, l’arte (rara) del pittore di insegne

Nella bottega di Carlo Destefani, uno dei pochi "sign painter" d'Italia che racconta la professione di rendere unica la vetrina di un negozio

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Author By Marco Di Donato

La vita celebra la propria imprevedibilità nascondendo contraddizioni, piccole e grandi (ma non per questo visibili) in ogni anfratto della nostra esistenza.

Analizziamo il caso di Carlo Destefani. Il suo lavoro è scrivere, su lamiera, vetro o legno, il nome degli esercizi commerciali. Derriér Calzature, Jerry Thomas Bar Room, Pastificio Irma sono solo alcune delle scritte che troneggiano sulle vetrine di altrettanti negozi di Milano, Roma e Savigliano.

L’insegna serve, come suggerito dalla sua etimologia, ad indicare, far conoscere, dare indizi. Ebbene, il lavoro svolto da Carlo, in Italia, non ha un nome. Quando un commerciante desidera decorare il proprio negozio con una scritta particolarmente curata, rimane per qualche minuto davanti alla pagina di Google, fissando lo schermo e domandandosi: “Cosa digito? Pittore? Decoratore? Insegnista?”. Colui che, per lavoro, dà il nome, paradossalmente non ne possiede uno proprio.

«In inglese si definisce sign writer, in americano sign painter ma, in italiano, non esiste una definizione; forse perché non c’è una vera e propria scuola che tramandi questo mestiere» riflette Carlo, appollaiato su uno sgabello tra montagne di barattoli e selve di pennelli. Lui, per districarsi da questa contraddizione, ha scelto un proprio nome: “Pittore di insegne”.

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Chiarito questo aspetto, solo all’apparenza secondario, passiamo subito a domandare perché occorre contattare un artigiano per dipingere una scritta quando, in pochi minuti, si possono stampare pellicole adesive di ogni formato, colore e dimensione da applicare facilmente alle vetrine. Forse non esiste il nome del suo lavoro perché, in realtà, è qualcosa di inutile e superato?

Carlo non si scompone e, con schiettezza e semplicità, spiega: «È vero che il vinile può essere una soluzione, ma alla vista si percepisce come freddo, piatto, riduttivo per quanto riguarda l’impatto comunicativo. Senza poi considerare la doratura, effetto che non si può raggiungere in maniera convincente con un adesivo, ed anche la durata della scritta, maggiore con la pittura rispetto alla plastica», argomenta frugando tra le insegne accatastate nel laboratorio. Estrae una tavola di legno con scritto Franco, me la passa per farmela soppesare e ammirare da vicino e prosegue: «La pittura a smalto ha un impatto estetico completamente diverso dall’adesivo vinilico ed è una differenza che si può apprezzare solo dal vivo. Infatti vengo contattato principalmente da commercianti che hanno visto di persona una vetrina che ho decorato».

In effetti, osservando le insegne presenti nel piccolo laboratorio, si rimane incantati, quasi ipnotizzati, dalla lucentezza delle dorature, dalla vivacità dei colori utilizzati, dalla varietà degli stili scelti per le diverse scritte.

Un altro elemento per cui Carlo viene ricercato è la capacità di elaborare forme di caratteri e contrasti cromatici ideati appositamente per enfatizzare il prodotto proposto, sia una pizza o un paio di scarpe. Questo aspetto, mutuato dalla professione di graphic designer svolto in passato, combinato con l’accurata realizzazione a mano, conferisce unicità al lavoro di Destefani.

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Author By Marco Di Donato

Ma se in Italia questa occupazione, come molte altre di carattere artigianale, è praticamente scomparsa, come è venuto in mente ad un giovane di prendere riga e pennello per decorare una vetrina? Carlo, dopo le scuole superiori, si iscrive ad un Istituto d’arte a Brescia, ma un’allettante proposta di lavoro come grafico gli fa interrompere gli studi. Gli anni passano e stare seduto ad una scrivania diventa sempre più faticoso. Il caso vuole che, durante un corso di formazione, un docente gli dica, a fine lezione: «Guardati qualche video dei sign painter americani, potrebbero interessarti». Per Carlo si tratta di una vera e propria folgorazione. Inizia febbrilmente a informarsi fino a trovare, a Zurigo, un corso di due giorni con Mike Mayer, una riconosciuta istituzione. «Era proprio quello che stavo cercando perché univa due mie passioni: la ricerca sulla forma delle lettere e lo sporcarsi le mani lavorando in cantiere».

A questo punto è necessario riavvolgere il nastro della vita di Carlo. «Non ho raccontato che, dalla fine delle scuole medie, ho iniziato ad affiancare mio papà nel suo lavoro di imbianchino. Mi è sempre piaciuto ed è una professione che non ho interrotto nemmeno quando lavoravo come graphic designer».

Dopo notti passate in garage a esercitarsi tra “spolveri” e pennelli, Destefani inizia a proporsi per realizzare insegne ad amici e parenti. L’idea originale, e la realizzazione, da subito impeccabile, fanno il resto. La pagina internet e i profili social, «anche se non amo trascorrere il tempo a postare foto», permettono all’artigiano di Orzinuovi di far arrivare la propria arte in giro per l’Italia e, talvolta, all’estero. Anche perché, coloro che sono in grado di realizzare un’insegna, nella nostra nazione si contano sulle dita di una mano.

Chissà che non sia questo drappello di giovani appassionati a riportare in auge una professione che rende ancora oggi memorabili le vetrine di tanti negozi storici che impreziosiscono le nostre città. Un’insegna realizzata a mano, con cura e passione, ci sa regalare anche nel 2024 un momento di autentico stupore.