cuore

N.33 Settembre 2022

VOLONTARIATO

Un naso rosso per arrivare dritto al cuore

Un'ora in corsia con Gocciola, Magabletta, Gigiula e Gleda, i clown della sezione cremonese di Vip Italia (“Viviamo in positivo”) che regalano sorrisi ai bambini della Pediatria

I clown di Vip Italia in azione all'Ospedale di Cremona

Una si sistema il naso rosso, l’altra indossa gli occhiali arancioni. Una terza scatta fotografie con una macchina fotografica finta, l’ultimo fa le smorfie dietro al vetro del reparto di pediatria. Gocciola, Magabletta, Gigiula e Gleda, i clown della sezione cremonese di Vip Italia (“Viviamo in positivo”) sono pronti al servizio presso l’Asst Cremona. «Come insegna la storia – spiega Gleda – il naso è la maschera più piccola del mondo. Il nostro obiettivo è di portare dentro a queste quattro mura un po’ di buonumore, un mondo esterno, diverso, dove sorridere e agire senza filtri è la normalità. Il naso aiuta ad arrivare al cuore delle persone, ad andare oltre la paura del giudizio esterno, a regalare agli sconosciuti il nostro essere più autentici».
Rosso, proprio come il cuore, il naso è l’alleato per iniziare un viaggio. Da una stanza d’ospedale ad un attimo di felicità. «A volte facciamo breccia nel cuore degli altri. Altre basta il sorriso o la consapevolezza di aver potuto cambiare l’atmosfera in una stanza anonima e piena di sofferenza».

L’intervista è un gioco di incastri nella saletta del reparto tra una visita e l’altra. I clown bussano, indietreggiano. Avanzano piano, si fanno spazio. Il tono di voce, oltre alla divisa e agli accessori colorati, aiutano a riconoscerli immediatamente. Per attaccare bottone fanno appello al flash (finto) della fotocamera. Poi dispensano frasi su cartoncini colorati: “La vita sceglie la musica, noi scegliamo come danzarla” (citazione di John Galsworthy) è una di queste. «Proviamo a donare un sorriso, ma impariamo anche a gestire il rifiuto».
Le nozioni base dell’essere clown vengono impartite durante un corso formativo organizzato dalla federazione nazionale. «Clown? Un po’ lo si è, un po’ lo si diventa. O forse no… lo si è e basta. Solo che poi invecchiando peggioriamo. Mettiamo filtri, seppelliamo il nostro bambino interiore. Essere clown ci aiuta a tenerlo vivo». A capire che in fondo saltellare nei corridoi degli ospedali o donare una parola gentile non richiede superpoteri: «Potremo dirci soddisfatti quando riusciremo totalmente a portare il nostro essere clown nella vita normale, infischiandocene di come ci guardano gli altri».
Nata a Cremona nel 2011 l’associazione cremonese di Vip opera principalmente in ospedale, ma non solo. «Proponiamo attività alle persone, non ai malati o più in generale a persone in condizioni di svantaggio: guardiamo solo alla persona». Come a dire, oltre il dolore o le difficoltà, è sempre tempo di un sorriso. «Proponiamo, appunto, non obblighiamo. Non siamo impositivi, viviamo in positivo». Un attimo di silenzio. «Oh scusate, mi è venuta così». Magabletta scoppia a ridere, pochi istanti prima di tornare a far ridere gli altri.

Il nome è riportato sul camice di ciascuno di loro. «Ci identifica. A differenza del nostro nome di battesimo, lo possiamo scegliere. Non sono ammessi casi di omonimia. Ogni clown è unico». C’è Gocciola, dolce come i biscotti. Gigiula, come la caramella, Gleda che vuole ricordare nei nomi tutti i componenti della famiglia, e Magabletta, il cui nome «è un omaggio alla mia bambina. Ho iniziato a fare volontariato quando mia figlia aveva due anni, ho scelto di sottrarle tempo. In quel periodo non parlava ancora alla perfezione e si faceva chiamare Bletta. Per mangiare – diceva lei – faceva le magie e allora da quel giorno è rimasta Magabletta».
Dopo le presentazioni, il viaggio dal naso al cuore, tra una stanza e l’altra, è tempo che continui: quello del sorriso, in ogni situazione, resterà sempre il miglior allenamento. Certo, il naso rosso rende tutto più semplice.