fede

N.48 marzo 2024

riflessi incontra

Riccardo Leani: «Tra uomini e cane la fedeltà esiste, ma va conquistata»

L'esperienza dell'educatore cinofilo cremonese: «Il feeling con i cani mi ha insegnato a relazionarmi con le persone»

«Il cane può essere il migliore amico dell’uomo, ma ogni pezzetto di fiducia va guadagnato». Riccardo Leani è un educatore cinofilo professionale. Una passione nata già da bambino – quando in spiaggia fa amicizia con un alano chiamato Brian – e trasformata in un percorso di vita. Da dodici anni assiste famiglie con amici a quattro zampe, che chiedono supporto per educare il cucciolo di casa. «Sembrerà strano, ma in realtà lavoro più con le persone che con i cani», svela. «Spesso chi si rivolge a me è convinto che il cane sia il problema. Come se fosse una creatura difettata, che non ascolta o non capisce. In realtà si tratta di una relazione a doppio senso, dove spesso il lavoro inizia dal padrone. Il feeling con i cani mi ha insegnato a relazionarmi con le persone: fare l’addestratore significa entrare nelle case e nelle dinamiche familiari».

E questo – assicura Riccardo – richiede sensibilità e preparazione: «La cinofilia moderna prende spunto dalla pedagogia, con dinamiche comuni a quelle che si creano tra gli esseri umani. Osservando i cani, possiamo imparare a sospendere il giudizio verso chi non conosciamo, andando oltre la prima impressione. Per esempio, un atteggiamento arrogante o superficiale può nascondere fragilità profonde». Che si tratti di uomini o animali, il rispetto comincia dagli spazi: «Quando incontro un nuovo cane mi avvicino senza avere fretta, parlando con calma, con gesti lenti, per fargli capire che non sono una minaccia. Tutto sta nel trovare un modo per entrare in contatto e mostrare chi siamo. Dobbiamo capire che può fidarsi e affidarsi, che con noi starà bene».

La fedeltà al padrone esiste, ma non è regalata: «Come ricorda Konrad Lorenz, il padre dell’etologia, il cane è opportunismo a quattro zampe», scherza Riccardo. «Se potessero, molti cani farebbero le valigie. Spesso ciò che li trattiene è l’istinto di sopravvivenza: come noi, sono animali sociali, hanno bisogno del branco, ma la fiducia non può essere imposta. Il cane è fedele quanto più ci si dimostra alla sua altezza».

Rispetto, responsabilità e sicurezza sono i valori che guidano questa amicizia: «Il cane impara che con te non sarà mai in pericolo, tu impari a lasciargli il giusto margine di libertà, nel rispetto della sua natura e del contesto in cui deve muoversi». In città, per esempio.

Le esperienze sono collante sociale: come spiega l’addestratore. Il proprietario ha il compito di valutare i rischi e concedere al cane il giusto margine in cui esprimere la propria natura. «Dove ci sono regole chiare e fiducia, non c’è violenza». La ricompensa è un’amicizia profonda, in cui non serve un linguaggio comune per sentirsi uno al fianco dell’altro.