giochi
N.30 Aprile 2022
Dalla Coppa Cobram al mistero di Stradivari Giocando (al tavolo) si impara
Il game designer Dario Dordoni inventa e realizza giochi da tavolo e libri-game «per non dimenticare che in tutti noi c'è sempre un fanciullo». Dai 6 ai 99 anni...
Dario Dordoni, cremonese che ha scavallato i 35 anni ed ha una laurea in Design al Politecnico di Milano, è quello che si può definire un game designer. Nel suo curriculum, dal 2015 ad oggi, ha una quindicina di giochi da tavolo editi in commercio. Ed i progetti in cantiere guardano al futuro prossimo con spirito critico e senso di innovazione: «I primi ricordi sono legati a Monopoli, Cluedo, Risiko e Uno. Il primo inventato è stato “Pizza, spaghetti e mandolino”, un gioco ironico che ruota attorno agli stereotipi italiani. Mi sono laureato in design industriale, sono portato di natura ad inventare. Mi sono trovato per caso ad avere un’idea per un gioco da tavolo. Ho provato a darle una forma… e ci ho preso gusto».
Dordoni di giochi ne mostra a dozzine ed il suo mantra è semplice quanto efficace nel messaggio che vuole trasmettere: «Giocare è una tappa fondamentale della vita. Non va mai dimenticato. Ognuno di noi ha dentro lo spirito del fanciullo. Va conservato. È fonte di crescita ed interazione con gli altri. È uno strumento per imparare».
In questo percorso, nel quale il best seller, tradotto in otto lingue e venduto in decine di migliaia di copie, si chiama Fast food fear, ha voluto omaggiare anche la città di Cremona. Echo of violns, realizzato in collaborazione con il Museo del Violino, è una sorta di progetto a chilometro zero «tributo alla città e alle sue meraviglie musicali». Illustrazioni e stampa sono dei cremonesi Francesca Follini e Diego Cogrossi: «I giocatori entrano, metaforicamente, nel vestito dell’apprendista che prova a costruirsi una carriera nelle più prestigiose botteghe dei grandi maestri liutai della città: Ruggeri, Bergonzi, Amati e Guarneri del Gesù. In questo percorso a tappe, l’apprendista liutaio ha il compito di raccogliere e collezionare materiali per la costruzione dei propri strumenti musicali. Una volta costruiti consentiranno l’accesso al prezioso segreto della famiglia liutaia. Vi sono quattro botteghe ed altrettanti segreti, più quello di Stradivari: verrà svelato solo una volta scoperti tutti gli altri».
La pandemia, il digitale e più in generale una profonda trasformazione sociale e di interazioni, ha cambiato e sta, tutt’ora, cambiando anche il mondo del gioco: «È cresciuto tantissimo il settore giochi da tavolo, soprattutto quello dei libri-game che si possono giocare in single player. Da un anno sono anche editore di questo tipo di libri, con la mia casa editrice Dracomaca, parola che nasce dall’unione tra drago e lumaca. Abbiamo creato due collane. La prima si chiama Dracomaca gamebook e si occupa di storia moderne, come fossero serie tv. Esistono poi giochi dove devi disegnare ed in base a ciò che disegni la storia cambia. Questi ibridi tra libro-game e gioco in scatola stanno andando molto forte». In cantiere vi è un nuovo progetto, pronto a rompere gli schemi, per inserirsi in un filone innovativo, differente rispetto al paradigma di gioco che siamo sempre stati abituati a pensare: «Tutto il gioco è contenuto in una busta. È un caso da risolvere. È pensato per un numero di giocatori che va da uno ad otto. Sei un investigatore, pronto ad aiutare il detective Gallo a risolvere un caso. Non è solo un libro, vi sono video da guardare, ricerche su internet da costruire. Ti scontri con un caso che potrebbe essere odierno, ascoltando altri investigatori, cercando indizi. È un gioco che si esaurisce in una partita. Questa modalità “one shot” sta andando molto di moda. Vuole essere un’esperienza unica, che ti lascia sensazioni positive appena conclusa. È l’unione tra una visione moderna ed una classica del gioco».
L’Italia si conferma un popolo di giocatori: «Ci sono gli intramontabili ed altri altrettanto validi come Dixit o Ticket to ride. È sdoganato ormai il concetto per il quale il gioco è per tutti. Sulle scatole si trova, spesso e volentieri, la dicitura 6-99. Poi esistono anche giochi studiati per un target ben preciso. Tedeschi e francesi sono più giocatori di noi. Però siamo molto cresciuti, insieme al mercato, negli ultimi anni».