giochi
N.30 Aprile 2022
Le regole si imparano sul campo
A che gioco stai giocando?
Studiare le mosse,
indovinare le smorfie
per capire se
chi abbiamo davanti
sia complice
o avversario
nella partita della vita.
È solo un gioco,
non era un fuoco.
Spesso si comincia scherzando
e poi si dimenticano le regole.
E salame diventa chi si scotta
e non chi distrattamente brucia.
Nel gioco verde rame
non siamo mai noi
ad appiccare la fiamma:
è sempre l’altro
che non si sa proteggere.
Il perimetro del gioco
ci sradica dalla realtà
in cui abitiamo
e ridefinisce
percezioni e movimenti.
Nel gioco ci prendiamo un ruolo
e ne affidiamo altri.
Possiamo cambiare maschere,
scommettere
con una disinvoltura
che non abbiamo mai avuto,
puntare tutto
a sorte
o sulla strategia.
Il gioco è una forma di realtà,
forse quella più autentica.
Specchio
capace di rimandare riflessi
che non siamo sempre in grado
di processare o accettare.
Cosa ci giochiamo?
Quale sia davvero
la posta in gioco
spesso si dimentica
tra etichette, regole e tappe obbligate.
Lanciamo spasmodicamente i dadi
per fare punti, guadagnare caselle,
superare avversari.
Dobbiamo arrivare,
passare di livello,
lasciare tutte le altre pedine
a una distanza sempre maggiore. Conquistare.
Vincere.
Ma questo è il gioco dell’oca,
e la vita è fatta di andate e ritorni
che dovrebbero servire a capire
dove ci siamo ingarbugliati,
cosa potremmo fare meglio,
come vogliamo procedere
più che un trucco per arrivare prima
Perché nel gioco
più splendido del mondo
le regole si imparano sul campo,
e barare con se stessi
è da squalifica diretta.