musei
N.25 Novembre 2021
Non solo opere d’arte nelle gallerie delle nostre identità
Accanto ai grandi musei c'è la rete delle piccole esposizioni che raccontano le radici di un territorio e di una comunità e le mantengono ancorate al presente
“Museo: raccolta, per lo più rispondente a criteri di ampiezza e di organicità, di opere d’arte o di oggetti aventi interesse storico-scientifico”: questa è la definizione che si trova nei dizionari. Corretta, senza dubbio, ma incompleta, a mio parere. Risuonano di grande eco e stima i grandi musei del mondo come i Vaticani, gli Uffizi, il MoMA, il Guggenheim… ma dei musei civici delle piccole città, o delle gallerie d’arte di luoghi fuori dai circuiti turistici tradizionali spesso si dimentica l’importanza soprattutto legata al contesto culturale locale. In luoghi come questi non solo si raccolgono numerose opere di artisti locali, ma anche elementi tipici della tradizione sia essa legata al patrimonio materiale sia immateriale.
In provincia di Cremona, per esempio, sono molti i musei di storia naturale che raccontano fauna, flora, conformazione di una Pianura Padana oggi completamente diversa dal passato. Tutto ciò che il fiume Po conserva e occasionalmente fa riemergere dal suo letto diventa materiale di studio ma anche oggetti che, collocati nei musei, sono esposti al pubblico curioso di conoscere l’evoluzione e la storia di un territorio. Caratteristica tipica della campagna cremonese è la presenza di cascine, luoghi di memoria di un passato nemmeno troppo lontano dal tempo presente che raccontano la vita contadina, dall’aspetto lavorativo alla vita sociale all’interno della corte.
Oggi la maggior parte di queste strutture si trovano in stato di abbandono o completamente ammodernate per seguire le moderne esigenze del lavoro agricolo; ma come si sviluppava la vita contadina in passato? Quali lavori, macchinari, strumenti caratterizzavano il mondo delle cascine? Come era strutturato l’edificio? A tutte queste domande possono rispondere i musei dedicati alla civiltà contadina che conservano memoria, oggetti, ambienti di un mondo che oggi appare estremamente lontano da noi ma che è ancora ben radicato nella struttura sociale della comunità cremonese.
Un altro esempio di museo unico nel suo genere è il Torrazzo-Museo Verticale di Cremona: ancora una volta un elemento chiave della tradizione locale e simbolo della città. Un monumento storico dalla funzione prima civile e poi religiosa, diventa luogo di testimonianza di una storia scientifica che racconta oggetti meccanici e uomini illustri del territorio in cui si inserisce.
Allo stesso modo anche il Museo Diocesano, per scelta di percorso artistico, e il Museo del Violino per unicità tematica sono esempi chiari di come un museo ha la capacità di inserirsi perfettamente nel contesto locale e di approfondire attraverso il proprio linguaggio, le tematiche storico-culturali di un determinato territorio.
I Musei, dunque, custodiscono e tramandano la memoria di un luogo non solo dal punto di vista artistico, ma anche sociale, culturale, naturalistico.
Il museo diventa, in questo modo, ponte fra passato e presente, è anello di congiunzione fra l’uomo di oggi e quello di ieri.
Per conoscere l’identità di una comunità, e dunque porla oggi in dialogo con l’epoca che viviamo, è necessario, infatti guardare anche al tempo trascorso e notare quali elementi della società moderna fondano le loro radici nella tradizione lontana nel tempo. Parte di questo processo di conservazione della memoria è affidata a luoghi come i musei che raccontano al pubblico tante differenti storie che costituiscono la Storia e la comunità.