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N.08 Febbraio 2020
TikTok, popolarità senza pensieri (?)
TikTok mania: i trend contagiano tutte le fasce d’età e vedono scendere in campo anche VIP, politici e molti altri insospettabili. È solo una moda o c’è qualcosa in più? È solo un gioco innocente e innocuo o nasconde tra le sue pieghe insidie che a prima vista è difficile cogliere? Tra esibizionismo, omologazione, curiosità e creatività in un mondo nuovo che sta esplodendo anche in Europa e in Italia.
TikTok non è un social media come tutti gli altri e nemmeno un social network in senso stretto. Su questa app, disponibile su Apple Store, Google Play e Amazon appstore, gli utenti creano contenuti – e relazioni – a partire da brevi video in cui si raccontano, mettono in luce le loro abilità, intrattengono gli altri o mostrano qualcosa che amano o che piace.
Nata nel 2014 in Cina con il nome di Musical.ly, questa app è arrivata al successo nel 2018 con il nome di TikTok e l’anno successivo è esplosa a carattere globale, diventando la nuova moda social delle generazioni più giovani (Z generation), con oltre un miliardo di download sugli store.
A fare impressione non sono soltanto i suoi numeri, ma la velocità con la quale si è imposta, grazie alla sua capacità di sfruttare i meccanismi di viralità tipici dei social media. Se la sua progenitrice Musical.ly aveva impiegato tre anni per uscire dalla Cina e arrivare a 200 milioni di utenti registrati (che all’epoca producevano 12 milioni di video ogni giorno), in un solo anno TikTok è arrivata alla cifra astronomica di 1,5 miliardi di utenti sparsi in 150 Paesi del mondo.
La nostra Italia è ben rappresentata, con quasi 7 milioni di utenti registrati e i nostri migliori TikToker sono seguiti da qualche milione di essi; il creator (è così che vengono definiti gli utenti migliori) Luciano Spinelli, nato nel 2000, può contare oggi su una platea di 7,2 milioni di follower. Davvero niente male per un utente non di lingua inglese e in fondo non molto meno dei 38,5 milioni di Loren Gray, cantante e influencer americana di due anni più giovane, che è al momento la TikToker più popolare al mondo.
Oltre al veloce successo, c’è però un altro aspetto di questa app che desta impressione: l’età media dei suoi utilizzatori supera di poco i 16 anni. Giovanissimi che oggi ritengono Facebook un social per vecchi e che qui hanno trovato rifugio dagli sguardi indiscreti di genitori, zii e nonni e che sono molto più elastici degli adulti nel surfare tra tendenze, mode e piattaforme.
Non è un social per vecchi (di spirito)
La giovane età media degli iscritti ingigantisce rischi, pericoli e problematiche, che si complicano anche a fronte della nazionalità di nascita e appartenenza di questa piattaforma e alle incertezze legate alle policy di moderazione dei contenuti e delle interazioni tra gli utenti.
I rischi di TikTok sono quelli tipici delle piattaforme social e riguardano aspetti collegati alla privacy, alla reputazione, alla sicurezza, ma probabilmente c’è un fattore di rischio ancora più rilevante: molto più degli altri, questo social innesca nei suoi utilizzatori l’ansia da prestazione tipica dei contesti più competitivi, che spinge molti a cercare ogni strada possibile per ottenere visibilità e successo. Questo rischio, che già Instagram aveva messo pienamente in luce, su TikTok è particolarmente presente e pervasivo, perché per ottenere popolarità c’è una sola ed unica strada, oltre a quella di essere già famosi al di fuori della piattaforma: far finire i propri video nei “per te”, ovvero nel feed dei contenuti proposti dalla piattaforma agli utenti, indipendentemente da quelli prodotti dai loro contatti.
Il funzionamento di questo social è infatti molto semplice; ci si iscrive, si compila il proprio profilo, si esplora la piattaforma in cerca di amici, conoscenti, personaggi famosi e TikToker divertenti e talentuosi. Limitarsi a guardare ciò che fanno gli altri non è tuttavia sufficiente. Per usare questo canale bisogna mettersi alla prova in prima persona, sfruttando le sue funzionalità per creare dei video che raccontino chi siamo e cosa sappiamo fare.
Il segreto del successo di TikTok è probabilmente nascosto nella sua stessa natura: a differenza di altre piattaforme, questa assomiglia molto ai talent show, di cui i ragazzi sono voraci consumatori. E assomiglia anche ad un grande gioco a carattere globale, in cui intrattenere, tenere banco e stupire è il senso stesso della condivisione e dell’interazione.
Come funziona?
Le sue funzioni consentono a chiunque di realizzare contenuti sufficientemente complessi ed elaborati da non risultare piatti o scialbi e per realizzarli non servono altre attrezzature e competenze che uno smartphone e un po’ di fantasia.
Le due colonne portanti di questo social sono le coreografie, che hanno portato al successo Musical.ly, i lip sync / playback e i trend che queste attività consentono di far decollare. Che si tratti di una base musicale o del parlato di un film su cui interagire, dal momento in cui qualcosa inizia a piacere agli utenti, per giungere alla viralità a carattere locale o addirittura globale il passo è brevissimo.
È forse questo il rischio più importante di questo social, che si manifesta su più fronti e in vari modi. TikTok è, prima di ogni altra cosa, un clamoroso sollecitatore dell’ego. Per trovare la propria dimensione su questa piattaforma occorre mostrarsi, mettere in risalto le proprie doti, dimostrare sicurezza e spigliatezza. Questo ha anche i suoi lati positivi, ma la giovanissima età degli utenti è una variabile importante da considerare. C’è poi un altro fattore: la possibilità di duettare con altri utenti, che potrebbe sembrare un ottimo veicolo di socializzazione e di collaborazione, nasconde quasi sempre finalità seconde e non sempre facili da smascherare. La più comune è probabilmente legata all’opportunismo, perché duettare con un utente popolare significa guadagnare visibilità. C’è poi chi duetta per far colpo, chi per primeggiare sull’altro e addirittura chi lo fa per ridicolizzare o prendere in giro.
Occhi all’ego!
La trappola dell’ego e della ricerca ossessiva di visibilità è una piaga comune sui social media, ma su TikTok sfuggirle è molto più difficile. Così come è facile incorrere in un altro pericolo: postare un video convinti che a guardarlo siano poche decine di utenti, per lo più conosciuti, e ritrovarsi nei “per te” ed essere visti da centinaia, migliaia o addirittura milioni di persone. Che può far piacere, ovviamente, ma non tutti sono predisposti, adatti o semplicemente pronti alla popolarità, che è uno shock fortissimo e difficile da gestire anche per chi invece la ricerca e la coltiva.
È probabilmente ciò che è accaduto alle gemelle tedesche Lisa e Lena Mantler, classe 2002, divenute popolari su Musical.ly, dove a soli 15 anni avevano già più di 20 milioni di follower, e poi protagoniste della clamorosa decisione: ad aprile 2019 hanno piantato in asso gli oltre 32 milioni di fan accumulati in poco più di un anno su TikTok, chiudendo il loro account per dedicarsi alle proprie carriere nel cinema e nel fashion.
Una celebrità arrivata prestissimo e in tempi talmente rapidi da far perdere loro la misura dell’importanza dello strumento che le aveva fatte emergere. Oggi il loro account Instagram @lisaandlena è seguito da poco più di 15 milioni di persone, a dimostrazione del fatto che oggi la popolarità non è più un fattore assoluto, ma dipende fortemente dalle piattaforme che la fanno crescere e che la veicolano, dalle quali la fanbase non è necessariamente disposta a traslocare.