luce
N.16 Dicembre 2020
Come coda di cometa
La luce degli inizi, luce bella.
Timida, ovattata, incerta
eppure spavalda
nelle sue infinite promesse.
Luce di alba rosa azzurro e giallo. Sfumature
all’odore di caffè
che stropicciano gli occhi
prima di un ennesimo,
benedetto inizio.
Luce naturale che acceca
all’uscita dalle stanze artificiali
di uffici, bar e ospedali.
Luce che sembra da respirare
per quanto ci ossigena l’umore.
Luce di soli che scendono
e si infiammano
rovesciando palette
accese nel cielo,
incantando come la quiete
che solo l’ora del riposo
dopo il lavoro
sa trasmettere.
L’invenzione della modernità.
La comodità e il progresso
che un interruttore
ci ha regalato.
Il potere di trasformare
la notte in giorno.
L’elettricità che tutto muove,
accorcia tempi e spazi;
ci fa credere
praticamente invincibili
e poi amplifica l’evidenza
di non essere nessun dio.
Il potere che enfatizza
il limite.
Luce gialla
di strade, semafori e insegne.
Neon, led e alogene
che dicono
qui-c’è-vita.
Quella che ci è mancata
e ci manca così tanto,
che davamo per scontata,
insieme a un’altra quantità
spropositata di cose.
La luce dello stadio,
abbagliante, sgargiante.
Luce da concerto,
da sudore,
da assembramento felice
e insaputo,
oggi intensamente agognato.
Luce da normalità,
luce da incontro.
Le piccole luci quotidiane.
Quelle del gas acceso sul fuoco,
della chiamata che aspettiamo,
della cucina rifugio
che si riempie
di persone e profumi.
Luci di scrivanie
che da troppo
non si accendono più
e pixel che rimangono
in movimento
ben oltre l’orario
in cui dovrebbero
normalmente spegnersi.
Luce di candela,
che per tutti è un po’
come dire una preghiera.
Luce intermittente
di porto sicuro:
voci, baci, abbracci,
strette,
sorrisi che segnano
punti sulla mappa incerta
del nostro errare giornaliero.
Reazioni chimiche
inarrestabili
che si scatenano
in un incontro, un contatto.
Click che generano un domino
di cambiamenti
della portata di un Big Bang.
Luce di intuizione,
di invenzione.
Bagliore negli occhi
di chi le percepisce,
come vita nuova,
possibilità immacolata.
Scintilla
come coda di cometa.
Mettersi in viaggio
per una promessa,
perché si crede
che ne valga la pena.
Solo perché ce lo dice una luce.
La luce che basta.
Il potere della poesia.
L’interruttore di emozioni
e connessioni
che certe combinazioni
sanno accendere,
collegando fili
che prima di sentirle
ci sembravano impossibili
da intrecciare.
Tensioni sciolte
o fatte esplodere
da dichiarazioni illuminate.
Anche quando giureresti
non vengano ascoltate.
L’importanza
di dirle comunque.
Come una goccia in mezzo al mare.
Come una fiammella nel buio.
Perché è dove c’è molta ombra che la luce è più forte.