onde
N.23 Settembre 2021
Moto incessante, come la vita
Ma non ti stanchi mai?
Di sbattere e correre solo per ricominciare?
Schiumare di affanno senza lasciare traccia quando ti accorci.
– Seguo la musica dell’origine,
smettere di danzare sarebbe come morire.
Onda su onda, sorelle del ritmo che segna il nostro andare per il mondo.
Movimento ipnotico, eterno andirivieni che copre e rigenera ciò che avvolge.
Moto incessante come la vita che ci prende e ci sposta tra i giorni, le scoperte, i dolori e le fortune.
Una centrifuga dolce di momenti tra i quali rotoliamo, in bilico tra scelta e destino.
Una giostra di acqua che come i cavalli alle fiere porta su e giù, su e giù; in mare il gettone dura la corsa dell’eternità.
Quanti incontri, amori, delusioni sono arrivati come onde tra le nostre faccende.
L’impatto del colpo di fulmine, la schiuma felice dell’incontro perfetto, la mareggiata del tradimento.
L’onda che stravolge, dilaga, abbraccia tutto; e quando si ritira lascia il caos trasformato. Secche che servono a guardare cosa ci nascondiamo sotto il mare di emozioni che sentiamo.
Onda di rumore e di silenzio, tra un allungarsi e un distendersi. In mezzo, l’attesa del dopo, il respiro del recupero. A domandarci se la luna complice chiederà marea alta o bassa per il nostro futuro.
Flutti che ci aiutano a tornare a riva quando siamo affondati, braccia marine solidali che ci tirano verso terra, in un’altalena di boccate di ossigeno e acqua salata – che salvarsi e ricominciare significa fare esperienza. L’ acqua come elemento in cui morire qualcosa per rinascere altro.
Naufraghiamo anche per poter cambiare rotta, solcare altre onde, testarci in un mare non ancora sulle mappe.
Viviamo di onde, dentro le onde, come le onde.