legami

N.56 gennaio 2025

poesia

Quanti i fili che non si vedono

Quanti i fili che non si vedono,
ma annodano, intrecciano, non mollano.
Nastri che stringono quando vorresti
slegarli, si slacciano mentre provi a tenerli.

Non è che serva provare a tirare
Andare lontano per non ascoltare
quello che una volta si è sfiorato
trova sempre l’orecchio per farsi canto.

Chissà se c’è una Penelope che intreccia i destini,
sembra più che le Parche si incantino
con la trama riprendano
ma perdono il conto del punto.

Maglie di fili di pancia di ragno
che il tempo non tocca
lo spazio sbeffeggiano
Maglie che ridono delle vite che credono
di cambiare forma.

Fatti di neve o di leghe pesanti
non è nella chimica una garanzia di durata.
Forse è in quella coda di sguardo,
nel sorriso all’angolo dell’incontro,
oltre la fine nell’inizio di quello che non è più
e che inequivocabilmente è
per sempre
a un mignolo legato.