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N.50 maggio 2024
Sogni e materiali, scorribande e opere d’arte: la vita avventurosa dei Libri Finti Clandestini
Alla scoperta di un progetto editoriale che dà vita a libri unici utilizzando materiale cartaceo recuperato da laboratori di stampa, mercatini dell’usato, luoghi abbandonati
Quando prendiamo in mano un libro, raramente ci domandiamo che cosa ci sia dietro alla sua produzione. Qualcuno butta un occhio alla seconda di copertina, ma pochi considerano l’oggetto che stanno contemplando come il punto finale di un lungo processo; una somma di azioni che parte dalla selezione della carta, passa per la modalità di taglio dei fogli, fino a giungere alla scelta della rilegatura.
L’incontro con il collettivo Libri Finti Clandestini (LFC) ci costringe, nel momento in cui teniamo in mano un libro, a dedicare qualche minuto ad osservarlo. A soppesarlo. Ad annusarlo. Ad analizzarlo con curiosità, senza dare nulla per scontato.
In questo viaggio alla riscoperta di un oggetto tanto comune, iniziamo considerando il materiale di cui è composto: la carta.
Il collettivo LFC, formato da El Pacino, Aniv Delarev e Ygohr Kowalvsky, nomi d’arte dei tre misteriosi personaggi mascherati che lo animano, va a recuperare la carta in luoghi abbandonati. Si tratta di magazzini, fabbriche o depositi, un tempo affollati di lavoratori e oggi, per i più svariati motivi, abbandonati all’incuria nell’attesa di essere abbattuti per lasciare spazio forse all’ennesimo centro commerciale.
«Non si tratta strettamente di urbex (esplorazione di luoghi abbandonati, ndr) perché noi non lasciamo il luogo esattamente com’era: prendiamo materiale cartaceo per riutilizzarlo nelle nostre pubblicazioni», spiega El Pacino. Vecchi schedari, schede tecniche di macchinari ormai obsoleti, libri contabili mai utilizzati che ammuffiscono malinconicamente sui ripiani di armadi sfasciati, vengono raccolti con cura e portati nel laboratorio di LFC, alle spalle della libreria Spazio B**K che si trova a Milano, in zona Isola.
«L’idea è nata nel 2010, in un periodo in cui la green economy non era così trendy ma, semplicemente, si ragionava su concetti come decrescita, riuso e no spreco. Unendo questa attitudine con la passione per la grafica e l’editoria, è nato un progetto di tipo sperimentale: creare libri utilizzando materiale cartaceo recuperato da laboratori di stampa, mercatini dell’usato, luoghi abbandonati».
Un esperimento che ha suscitato tanto interesse nel pubblico e tante idee in coloro che l’hanno generato, da meritare di uscire dalla fase sperimentale e diventare un vero e proprio progetto editoriale: Libri Finti Clandestini. «Produciamo quaderni e tutto quello che possiamo definire stationery (cancelleria); ogni prodotto è un pezzo unico di cui forniamo tutte le specifiche». Per esempio il quaderno Singapore prende il titolo dalla copertina «realizzata con una pagina di un atlante del 1962, Selezione dal Reader’s Digest, trovato in un mercatino dell’usato a Milano, raffigurante la parte settentrionale del Sud est asiatico; la carta proviene dai magazzini Pineider, tipologia Vaticano, poi ci sono alcune pagine di carta da pacco, altra carta giallina trovata in una tipografia di Verona Est e infine fogli Blocco Commissione degli anni ’70 recuperati in una tipografia nei pressi di Arese. Il tutto, naturalmente, rilegato a mano con filo azzurro numero 8».
A fianco dei prodotti di cancelleria, «che qualcuno acquista, ma si rifiuta di usare perché li ritiene troppo belli e particolari» – aggiunge El Pacino – è nata una serie di pubblicazioni composta soprattutto dai cosiddetti pop up, veri e propri libri d’artista, piccoli capolavori dedicati ad un pubblico di curiosi e appassionati.
«Non vorrei banalizzare ma, al giorno d’oggi, chiunque, stando al computer, seduto alla propria scrivania, può creare un prodotto editoriale e farselo arrivare direttamente a casa. Noi, come risposta a questa possibilità, ci concentriamo, oltre che sulla qualità grafica, sul processo che porta alla creazione del prodotto; possibilmente mettendoci alla prova in situazioni sempre nuove e stimolanti, per esempio con la serie di fanzine dedicate all’esplorazione urbana».
Ne prendiamo una dal titolo Lost time yard. Tutto il materiale è stato ritrovato, raccolto, digitalizzato durante l’esplorazione notturna in un’officina abbandonata per la riparazione e la costruzione di veicoli ferroviari. Perfino gli adesivi contenuti e il filo con cui è stata effettuata la rilegatura sono frutto dell’esplorazione.
Spinti dalla curiosità per questo progetto, chiediamo a El Pacino, prima di salutarci, di raccontare un’ultima loro avventura. «Insieme a due collettivi con cui spesso collaboriamo, 5XLetterPRESS e Spazienne, siamo saliti su un treno notturno che da Milano arriva a Vienna. A bordo abbiamo portato carta, fili, aghi, cellulare, uno scanner portatile ed una stampante di dimensioni ridotte. L’obbiettivo era realizzare una fanzine in una notte, da portare, il giorno del nostro arrivo, alla manifestazione Fanzineist Vienna. Abbiamo iniziato a esplorare il treno come fosse un luogo abbandonato, scattando foto e scannerizzando cartelli; poi abbiamo impaginato, stampato, ritagliato e rilegato a mano. Al nostro arrivo, la mattina successiva, avevamo pronte cinquanta copie!».
Sicuramente non manca la creatività e il desiderio di mettersi in gioco a questo trio bizzarro ed ironico. Consigliamo di tenere d’occhio la loro pagina se volete scoprire le loro prossime avventure.
IL PROGETTO
Fondato a Roma nell’estate del 2012 e successivamente stabilitosi a Milano negli anni successivi, il progetto Libri Finti Clandestini nasce con lo scopo di realizzare veri e propri libri utilizzando unicamente “carta trovata in giro”, quella carta che la gente normalmente considera spazzatura: sfruttando infatti materiali con il più eterogeneo pedigree possibile (provenendo da fabbriche abbandonate in giro per l’Europa, biblioteche, magazzini, cartiere, archivi e laboratori di stampa…) il progetto prese vita con la creazione di libri e sketchbook pazientemente assemblati uno a uno, rilegati a mano, timbrati, numerati e affidati alle mani di illustratori, stampatori e artisti per essere “completati” o proposti a un pubblico che ne decidesse le sorti: pronti per essere scritti, disegnati o per assumere qualsiasi altro significato il possessore voglia dargli.