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N.52 Settembre 2024

campioni

Missione compiuta: l’argento di Efrem parte da lontano

Due anni fa Morelli fissava l'obiettivo su Parigi 2024. Oggi torna a raccontarsi con un argento al collo. E fissa il prossimo traguardo

Efrem Morelli in vasca ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024 (foto CIP/Luca Pagliaricci )

Parigi 2024, finale paralimpica dei 50 rana, categoria S3.

La voce dello starter rimbomba perentoria nel palazzetto: «On your marks!» Un paio di secondi di silenzio assoluto, il tempo per un ultimo respiro prima che un suono metallico dia inizio alla gara.

Il telecronista scandisce le fasi della competizione, breve e concitata:

“Efrem Morelli, Italia, in corsia numero 4…

Parte forte subito il giapponese Suzuki…

Per il resto la linea è abbastanza compatta…

Svetta appena l’israeliano in corsia numero 6…

È bagarre, lì in mezzo alla vasca, per la medaglia di bronzo…

Adesso Efrem Morelli cerca lo sprint, cerca la progressione…

Italia che si porta in seconda posizione…

Andiamo a giocarcela fino alla fine…

E per l’Italia arriva la medaglia d’argento!”

Forse perché sono trascorse già diverse settimane dall’evento o forse, semplicemente, perché è un grande campione, ma Efrem Morelli, rispetto al telecronista, ci racconta la finale dei 50 rana con molta più pacatezza. «Dovevo tenere d’occhio quelli che mi erano arrivati davanti durante le competizioni precedenti e, sinceramente, il giapponese non mi impensieriva; invece ha fregato tutti, nessuno si aspettava che partisse così forte. Io dalla mia corsia non potevo vederlo (era in corsia 2) e ho fatto la gara controllando e mettendo dietro il campione del mondo ed il campione europeo che avevo di fianco».

Nell’inaspettato freddo di una mattina di settembre, Efrem accetta di incontrare ancora una volta Riflessi per raccontare l’esperienza della Paralimpiadi. Sono passati due anni da quando, durante l’intervista, aveva scandito: «Devi avere obiettivi chiari nella vita, per me è Parigi 2024» e oggi, con una medaglia d’argento al collo, è tempo di bilanci. Non deve pensarci troppo, il capitano della nazionale di nuoto: «Non ho più nulla da dimostrare» afferma sereno.

Ma non ha nessuna intenzione di fermarsi; forse perché, da quando ha memoria, la sua vita è stata scandita dalla pratica dello sport ad altissimo livello, prima con il motocross e poi con il nuoto. «Vedremo anno per anno: alla mia età le condizioni fisiche possono variare velocemente e non voglio fare previsioni a lungo termine». Insistendo un po’, gli strappiamo un possibile prossimo obiettivo: i mondiali a Singapore a settembre 2025.

Oltre al ruolo di atleta, Efrem ricopre anche quello di capitano della nazionale di nuoto, mettendo a disposizione, con la consueta generosità, l’esperienza maturata in questi anni di sport professionale. «Alle Paralimpiadi siamo arrivati terzi nel medagliere, tenendo dietro nazioni fortissime come Usa, Brasile e Ucraina; un risultato importante, ma non inaspettato visto che negli ultimi tre mondiali abbiamo primeggiato a livello di medagliere», afferma lasciando trasparire una giusta soddisfazione.

Due anni fa Efrem Morelli fissava l'obiettivo su Parigi 2024. Oggi torna a raccontarsi con un argento al collo. E fissa il prossimo traguardo
Efrem Morelli sul podio di Parigi con la medaglia d’argento (foto CIP/Simone Ferraro)

Il controllo delle emozioni è una delle peculiarità di Efrem: non si lascia travolgere dagli entusiasmi o dalle delusioni, una caratteristica molto importante quando hai la responsabilità di una squadra. «Essendo un riferimento per i ragazzi, devo stare attento a tutto quello che faccio e che dico, non è facile specialmente quando sono sotto pressione per le mie gare. Inoltre la Paralimpiade non è paragonabile ai mondiali o agli europei, nonostante gli avversari siano gli stessi: ha maggiore visibilità mediatica e c’è una pressione a livello di gara che non si prova in nessun’altra competizione. Per i giovani è un’esperienza molto utile e formativa».

Nonostante le cinque Olimpiadi alle spalle, la gestione dello stress emotivo è sempre diversa ed Efrem lo sa bene per averlo vissuto più volte sulla propria pelle. Il baratro in cui l’aveva lasciato il quarto posto di Tokyo è stata l’ennesima prova che l’atleta ha dovuto affrontare nella propria carriera agonistica. Prima di parlare della sua esperienza personale, ci tiene a precisare: «Per un esordiente, il quarto posto può essere un ottimo risultato che mitiga il dispiacere per non aver raggiunto la medaglia; per me è stato diverso perché arrivavo con parecchia esperienza alle spalle».

Archiviata Tokyo, Efrem ha compreso che doveva cambiare qualcosa. Dopo lunga riflessione, è maturata la decisone di contattare il suo vecchio allenatore, Maurizio Bregoli, «che mi conosce perfettamente e con cui avevo lavorato molto bene in passato». Una novità che ha portato buoni frutti anche grazie al costante supporto della mental coach Alessandra Marcotti.

E se con il 2022 è arrivata un’importante conferma grazie alla vittoria ai mondiali di Funchal, il 2023 ha riservato all’atleta cremonese notevoli problemi a livello personale e famigliare, tanto gravi da mettere in dubbio la sua partecipazione a Parigi. Nonostante le premesse, da gennaio Efrem è riuscito a ritrovare la necessaria serenità per preparare al meglio la partecipazione alle paralimpiadi.

Prima di salutarci, perché l’autolavaggio che gestisce in via Milano necessita costantemente della sua presenza e delle sue indicazioni, Efrem desidera esprimere un sincero ringraziamento al Comitato Italiano Paralimpico, alla Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, alle Fiamme Oro e alla Canottieri Baldesio. I suoi occhi brillano mentre riconosce l’importanza delle persone che gli stanno vicino tutti i giorni: «La mia famiglia, il mio allenatore Bregoli e naturalmente i miei dipendenti perché, quando sono in ritiro o alle gare, devono lavorare per tre».