casa

N.17 Gennaio 2021

INTRODUZIONE

Anima e mattoni. Cemento e legami

Elena Dati Senza titolo, tempera su legno, 65x90cm, 2018 *

Ufficio, palestra, la scuola dei ragazzi e la bottega del fornaio, cinema, partite di pallone e passeggiate al parco… Abbiamo provato a farci entrare tutto e ci siamo accorti che lo spazio, in casa, non basta.
Perché va bene che la casa è sentimento, una temperatura gradevole, la tavola imbandita e la sensazione di essere al sicuro. Ma è anche muri, rubinetti che perdono, qualche volta un mutuo, la lavatrice da riempire, un futuro da conquistare.
Così abbiamo immaginato che anche la parola più digitata del 2020 avesse ancora qualche stanza vuota, qualche significato sfuggito a slogan e “cancelletti”, qualche spigolo contro cui sbattere il mignolo…
E la casa costruita nelle pagine di questa edizione – che poi manca sempre qualcosa: la lampadina a penzoloni, un quadro da raddrizzare… – non è un luogo ideale. È uno spazio reale che assume la forma del contenuto. Un contenuto – però – che spinge da dentro come da fuori. Che delimita, certo, intanto però si lascia contaminare, comunicare, accogliere.
Anima e mattoni. Cemento e legami. La casa che descriviamo è la cellula minima della città: ne descrive il profilo, ne conosce i figli, ne vive la storia.
C’è la casa in cui vuoi tornare, quella da cui non puoi far altro che scappare.

#restiamoincasa, un gesto responsabile e solidale; chiusi in casa, come in una prigione; dentro casa, al sicuro dal mondo.

E invece fuori casa: per quel brindisi da recuperare o perché non hai un altro posto dove stare.
Fattore di sviluppo economico, segnale della salute morale di un Paese, un indirizzo per il corriere, lo stadio della squadra nel cuore dove – chissà quando – torneremo a cantare.
Intanto con gli incontri di queste pagine – dietro l’angolo o in posti nel mondo in cui mai avremmo pensato di bussare – abbiamo materiale per costruire. Siano quartieri o relazioni, l’unico modo è – sempre – cominciare.

* L’opera descritta dall’artista

La mia famiglia: cinque persone rappresentate da cinque semplici mele, mele che descrivono l’amore, la vicinanza anche senza contatto, la precarietà, la forza. In alto, la riproduzione pittorica di un mio disegno dell’asilo.
Questo lavoro è stato presentato a NoPlace, Sarzana, nel 2018 e si è arricchito di tre sedie, che rappresentano noi tre sorelle.